Cecilia Zecchinelli, Maurizio Caprara, Corriere della Sera 26/2/2010, 26 febbraio 2010
GHEDDAFI, JIHAD CONTRO LA SVIZZERA
(riassunto) -
Il 25 febbraio Muammar Gheddafi lancia una jihad contro la Svizzera, paese «miscredente che distrugge le case di Allah»: il riferimento è ai minareti proibiti in novembre dal referendum elvetico. Il leader libico fa un appello al boicottaggio: «Le masse musulmane si mobilitino ovunque per non fare atterrare gli aerei svizzeri, non far attraccare le loro navi, fermare i loro prodotti».
La rabbia di Gheddafi è l’ultimo atto dello scontro scopiato fra Tripoli e Berna nel luglio 2008 con il fermo a Ginevra del figlio Hannibal e della nuora per abusi su due dipendenti (due giorni dopo furono rilasciati su cauzione). Da allora i rapporti sono pessimi: la Libia ha fermato la vendita di petrolio, ritirato fondi dalle banche, arrestato due uomini d’affari elvetici. La Svizzera ha reagito con una lista nera di 188 libici a cui vietare l’ingresso, famiglia Gheddafi e governo compresi. Controreplica di Gheddafi, dieci giorni fa: bloccati i visti ai cittadini dei 25 paesi di Schengen.
la prima volta che Gheddafi lancia una guerra santa, anche se ha fatto più volte uso della religione.
Gheddafi ha preso il potere con un colpo di stato nel 1969, a 27 anni. Avendo concordato con Usa e Gran Bretagna lo smantellamento dei programmi tesi a dotare la Libia di armi di distruzione di massa, è potuto tornare in Europa, ospite della Ue in una visita a Bruxelles, dopo quasi due decenni, solo il 27 aprile 2004: negli anni 80 era ritenuto soprattutto il regista delle stragi di Berlino e Lockerbie. Nel 2007 ha avuto il visto per Parigi, nel 2009 per l’Italia.