I. B., Il Sole-24 Ore 26/2/2010;, 26 febbraio 2010
BUONA TENUTA DI CCT E BTP
L’Italia ha dato prova ieri, con tre maxi-aste di CcT a sette anni e BTp a due e dieci anni condotte in condizioni decisamente difficili per l’intero comparto dei titoli di Stato cosiddetti periferici nella zona dell’euro, che il mercato resta aperto per il rischio sovrano italiano e che lo spessore della domanda si mantiene buono e senza pretese eccessive sui rendimenti. Il Tesoro ha raccolto un totale di circa 9,7 miliardi di euro, contro un target massimo di 10 miliardi e una quindicina di miliardi richiesti: nel dettaglio sono stati assegnati CcT per 3,1 miliardi (lievemente al di sotto della forchetta massima che segnava 3,5) e BTp 2012 e 2020 rispettivamente per 3,5 e 3 miliardi, in entrambi i casi centrando gli obiettivi massimi.
L’asta maggiormente contagiata dalla crisi della Grecia è risultata quella del Buono con durata più breve, scadenza 2012: proprio perchè il mercato teme il default di Atene, legato a un problema immediato di liquidità per il rimborso di 20 miliardi di bond in scadenza entro maggio, sono i titoli di stato europei con durata corta ad essere più scossi dai venti di questa bufera. La domanda sul BTp triennale è stata di 1,2 volte. I rendimenti dei Buoni in compenso sono calati rispetto alle offerte precedenti: l’1,92% il BTp 2012 (- 0,23%) e 3,99% il 2020 (contro il 4,08%). I tassi sono calati perchè hanno riflesso un andamento generale delle curve dei rendimenti nell’area dell’euro. Tuttavia lo spread tra i BTp e i Bund negli ultimi giorni si è allargato e ieri viaggiava attorno ai 91-93 centesimi di punto percentuale contro gli 87 del giorno precedente.