Carmine Fotina, Marco Ludovico, Il Sole-24 Ore 26/2/2010;, 26 febbraio 2010
RAGNATELA DI BENI E CONTI CORRENTI IN 24 PAESI
Si estendeva in 23 paesi oltre all’Italia la ragnatela illegale costruita sul business delle telecomunicazioni. Nell’inchiesta il saldo finale dei sequestri disposti dal giudice delle indagini preliminari, Aldo Morgigni, comprende immobili per 24,3 milioni di euro, auto, moto e scooter per poco meno di 2 milioni, imbarcazioni per 3,2 milioni, conti correnti per 4,7 milioni, quote societarie pari a 2,1 milioni considerando quelle nella disponibilità degli indagati. E tutto questo solo in Italia, senza contare il planisfero di beni frutto di attività illecite disseminati in mezzo mondo.
Ci sono, soprattutto, una fetta del patrimonio del fondatore di Fastweb Silvio Scaglia, il tesoretto di Gennaro Mokbel e una ragguardevole dote del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo. Decine i rapporti bancari intestati a Scaglia. Quanto alle proprietà del fondatore di Fastweb, i sequestri riguardano immobili e terreni ad Ayas, in provincia di Aosta, tra cui uno del valore di 750mila euro. Più altri terreni adibiti a pascolo, sempre in valle d’Aosta, con un valore stimato di oltre due milioni. E la società Regina delle Alpi srl, capitale sociale pari a 100mila euro interamente posseduto da Scaglia. Tanto negli immobili quanto nel business, il senatore Di Girolamo è invece legato a filo doppio a Marco Toseroni, broker romano e membro della "squadra" Mokbel. Nel decreto di sequestro del Gip compaiano immobili riconducibili a Di Girolamo e Toseroni tramite la G.I.S. srl, per un milione e 935mila euro. Ci sono poi immobili riconducibili al solo Di Girolamo per altri 430mila euro. Case a Roma, Anzio, Monte Argentario, Roccaraso. Poi, uno yacht Ferretti, una Ferrari Testarossa, Jaguar, Bmw, Mini Cooper, Panda, due Kawasaki, un Honda. Fittissime poi la rete dei conti correnti di Di Girolamo o a lui riconducibili sotto sequestro – sei in Italia, per un saldo di 112mila euro, e quattro all’estero (uno alle Seychelles e tre ad Hong Kong) – e la mappa delle quote societarie in capo al senatore (151.600 euro complessivi in otto società). Senza contare le società create all’estero con Toseroni: Nyx Trading Ltd di Honk Kong (costituita in Belize), Amon Capital e Metropolitan properties degli Usa.
Quasi difficile da circoscrivere il patrimonio di Gennaro Mokbel sequestrato dai carabinieri del reparto operativo speciale: case, gioiellerie, ristoranti, moto d’epoca e auto di lusso. Intestate allo stesso Mokbel, alla moglie, Giorgia Ricci, o a varie società, come la Emme e Emme srl. Ci sono una Bmw 530 D touring serie 5, una Porsche 911 turbo e una Jaguar E Type, quest’ultima utilizzata alcune volte anche dal senatore Nicola Di Girolamo. Sequestrate tre Vespe Piaggio: una 125 del 1960, un’altra del 1967 e una terza del 1966 di cilindrata 100 cc, una rarità. Tre moto, comunque, da veri intenditori. Mokbel non si fa mancare una gioielleria in via Chelini 25 a Roma, quartiere Parioli. E una seconda, la Monil srl, in via della Vite 93, a due passi da piazzadi Spagna. Ma c’è anche una villa a Vallauris, in Costa Azzurra, con un valore stimato di 5-6 milioni di euro, come si legge nelle intercettazioni. Numerosi immobili anche a Roma, come quello di 10 vani in via Cortina d’Ampezzo 164, valore stimato 700mila euro, più altri disseminati un po’ ovunque nella capitale. Terreni a Capranica, in provincia di Viterbo, per 335mila euro di valore; proprietà immobiliari a Sacrofano, vicino Roma, per un milione. E tra conti correnti correnti, libretti di risparmio e cassette di sicurezza, si arriva a 22 rapporti bancari intestati a Mokbel e alla moglie. Nonostante tutto, per incrementare il suo patrimonio l’indagato decide di cambiare investimenti: «Mo, per rifare un po’ di soldi a un certo livello, bisogna passà altri du anni... capito?... mo ho comprato... delle società estere... me voglio buttà nell’industria militare...» si legge in un’intercettazione.