PIERO COLAPRICO, la Repubblica 26/2/2010, 26 febbraio 2010
AEREI PRIVATI, ESCORT E AUTO DI LUSSO LA CORRUZIONE AI TEMPI DI CRICCOPOLI - MILANO
Tangentopoli è alle spalle, benvenuti a Criccopoli, città moderna dove non passano di mano le valigette di denaro, così volgari, così Prima Repubblica. Cioè, passano ancora, ci mancherebbe, ma laggiù, molto in basso, tra i miserabili rampanti. Tra i razziatori che vivono alla periferia del potere vero, al micragnoso livello dei milanesi Piergianni Prosperini e Milko Pennisi, degli agenti della Stradale, degli assessorini locali sparsi per la penisola, dei funzionari delle dogane comprati con un po´ di biancheria.
No, le banconote non servono più nella città dei favori «alla grande». La vasta e ancora inesplorata Criccopoli, nata sulla - per usare la parola dei giudici fiorentini - gelatina, elevata però al rango di un nuovo galateo. La gelatina cementa i costosi lavori del G8 spostato dalla Maddalena all´Aquila, svetta la stessa gelatina nella ricostruzione a chiacchiere dell´Abruzzo infelice, dove se stai nella "Bertolaso Spa" ottieni un appalto, ma in cambio sei tu che ristrutturi le case di chi te lo fa ottenere, gli paghi la servitù, gli assumi il parente, gli mandi la squillo in hotel, e fa niente che invece di due stangone bionde arriva una sola colombiana di un metro e sessanta. Tra amici gelatinosi ci si sbaglia, il bello è che ci si perdona. Sempre.
Luciano Moggi e le sue "amichevoli" telefonate ad arbitri e presidenti e manager di società calcistiche non sono diverse dal clima di gelatinosa impassibilità che si immagina coprire la faccia del senatore pdl Nicola Di Girolamo, mentre un faccendiere gli dice: «Per me conti come il portiere mio, sei una grandissima testa di c...». E come non percepire lo stesso ballonzolare intorno ai movimenti Bari-Roma-Sardegna-Milano dell´imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, che vuole stare sul ricco mercato della sanità pubblica e scorta le prostitute a casa di Silvio Berlusconi, o le manda al vicegovernatore pd della Puglia, Sandro Frisullo?
Le prime tracce di questa mutazione genetica della "corruzione dell´amicizia" si sono scoperte lo scorso ottobre a Milano. Un gip manda in carcere Giuseppe Grossi. Questo sconosciuto sessantaduenne è il titolare del principale gruppo italiano di bonifiche e ha erogato, scrive il gip, «all´indagata (Rosanna Gariboldi, assessore alla provincia di Pavia) e al coniuge (Giancarlo Abelli, al vertice del Pdl, è capo della segreteria del coordinatore Bondi), significative forme d´agevolazione economica quali la messa a disposizione di una Porsche, di un aereo privato, di un appartamento in una via centrale di Milano», viale Tunisia. Ma non solo: a lady Abelli piovono soldi su un conto a Montecarlo: il saldo «è di 1,2 milioni...», inspiegabile con la sua dichiarazione dei redditi, sotto i 50 mila euro. Sarebbero il frutto dei suggerimenti finanziari di Grossi, dicono: certo, le borse annaspano, solo Grossi resta il re Mida alla gelatina.
Se al livello alto, quello dei grandi appalti e dei grandi affari di Criccopoli, si è tutti galantuomini a prescindere, e le mazzette sono state sostituite da cordialità e benefici, chi sta in basso che cosa fa? Chi è lontano dei vertici (e dai vortici di denaro), ma campa "dentro" la politica e gli affari, queste cose le sa o non le sa? La Corte dei conti qualche giorno fa ha portato numeri concreti sui (definizione del premier) contemporanei "birbantelli": le denunce per corruzione nel 2009 sono triplicate, segnando un aumento del 229 per cento; le concussioni sono aumentate del 153 per cento. «L´ombra delle tangenti in Italia non accenna ancora a dissolversi», ha detto il presidente Lazzaro, parlando di corruzione «capillare».
A molti razziatori bastano gli spiccioli, come capita a Patrizia Valeri, dottoressa dell´Ausl di Parma: ammorbidisce i controlli in un bar in cambio di abiti firmati. Spuntano duecento euro a necroforo a Reggio Emilia: vengono pagati da una dozzina di ditte per accaparrarsi i circa 1.300 funerali all´anno di chi entrava cadavere nella camera ardente dell´ospedale Santa Maria Nuova. E a Bari sono finiti nei guai in otto, tra dipendenti delle Dogane, spedizionieri e uomini della guardia di finanza, che in cambio di mutande, calze e scarpe, lasciavano passare i camion senza aprire i cassoni.
La stessa ragnatela si muove nel Palazzo. Del Sud sappiamo sin troppo, ma è il Nord che non scherza quanto ad arrembaggi del "politico-ladro". Il milanese consigliere comunale Pennisi che incassa cinquemila euro nascosti in un pacchetto di sigarette. L´assessore regionale Prosperini, che dà pubblicità (pagata dalla Regione) ad alcuni canali tv locali e in cambio ottiene denaro e spazi per lui, per sbraitare comizi e lanciare le sue battute da avanspettacolo del razzista. Il presidente della Provincia di Vercelli, Alberto Masoero, (pure lui Pdl) arrestato l´11 febbraio nel suo ufficio per una bustarella da 10mila euro. E se ovunque l´urbanistica è da tremito ai polsi, a Firenze sono l´ex vicesindaco Graziano Cioni e l´ex assessore all´urbanistica Gianni Biagi (ambedue del Pd), ad ottenere soldi e vantaggi, perché senza di loro «non si muove foglia»: e lo dicono tranquilli.
Battere la corruzione sarà un´impresa titanica, ma forse bisognava provare a dare un taglio al passato, non scordare le tremila confessioni di Mani pulite. Ma chi poteva dare il giusto colpo di forbice? Il premier Silvio Berlusconi accusato di essersi fatto aiutare David Mills (condannato). E stando a un giudice di primo grado deve 750 milioni di euro al Gruppo De Benedetti, perché il suo grande amico Cesare Previti (condannato) ha comprato con mazzette in lire (ricostruite perfettamente) la sentenza (bene fuori mercato, come i testimoni) che gli dette la proprietà della casa editrice Mondadori. Se siano storie di un passato da dimenticare, o di un eterno presente, potrebbe spiegarcelo, prima o poi, proprio qualcuno dei "birbantelli".