FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 26/2/2010, 26 febbraio 2010
BROGLI, SPRECHI, IMPICCI E MAGHEGGI GLI ITALIANI ALL´ESTERO CHE NESSUNO VUOLE
Poi dice che si diventa conservatori. E sì: brogli, impicci, sprechi, disfunzioni, onorevoli che si offrono al miglior offerente, questo senatore Di Girolamo, per esempio, che non aveva fatto a tempo a mettere piede a Palazzo Madama e già era messo sotto accusa, e debitamente salvato. E quindi adesso – si fa per dire, essendosi già sentita la più inconfondibile puzza di bruciato fin dall´aprile 2008 – pure la mano pesante della criminalità organizzata.
Ecco sì: per com´è fatta l´Italia si sentiva proprio il bisogno di far votare gli italiani all´estero! Bella idea, utile trovata, un testo chiaro, una legge efficiente, una spinta alla democrazia. Non se ne abbia a male l´ex ministro Tremaglia, nelle cui mani la faccenda venne affidata come una specie di premio fedeltà. Nessuno mette in discussione la sua buonafede e l´impegno quarantennale e tutto il resto, compresi i comites e le alterazioni linguistiche che in un empito di appagamento lo spinsero a introdurre la categoria degli "italici". A un certo punto il ministro arruolò Rita Pavone in una lista denominata "Per l´Italia nel mondo con Tremaglia". Ma la retorica della patria lontana, le lacrimucce versate sul sogno che diventa realtà non coprirono, né coprono purtroppo le improvvisazioni, gli errori, il fallimento e quindi i magheggi di questi gentiluomini spediti in Parlamento su mandato fiduciario delle cosche.
Per dare l´idea di come funzionano le cose in questo paese – le cose nuove soprattutto – varrà la pena di ricordare che alla vigilia del primo voto, nell´aprile del 2006, lo "storico evento", com´è ovvio, era stato celebrato con l´emissione di un francobollo. Cerimonia al Vittoriano, ministri, fotografi e tv. C´è da dire che il francobollo, nella sua bruttezza, con quell´urna color lingua di giraffa nella quale confluivano tante schede che insieme disegnavano un globo terrestre, ecco, l´inesorabile francobollo sembrava esso stesso un preannuncio del caos che si andava a creare tra Sidney e Caracas.
Alle elezioni, ovviamente, la macchina del voto all´estero s´inceppò, prossima al tilt. Code, ritardi, plichi non consegnati, schede dimenticate, certificati persi, la sagra degli annullamenti, la sorpresina che i voti viaggiavano per il mondo praticamente incustoditi, in balia di intermediari, patronati, agenzie di spedizione. La cosa divertente è che, nonostante tutto, fu proprio il voto degli italiani all´estero, e in qualche modo la lista personale del ministro con Rita Pavone, a determinare la sconfitta del governo di centrodestra. E a quel punto Berlusconi si sarebbe mangiato Tremaglia, il quale disperatamente scoprì che c´erano stati guai e quindi bisognava votare di nuovo.
Ma il centrosinistra aveva poco da ridere perché di lì a un paio di mesi, con la maggioranza risicatissima che c´era al Senato, gli eletti del collegio degli italiani all´estero, che poco dovevano rendere conto ai loro elettori e che qui in Italia nessuno conosceva, non solo divennero decisivi, ma cominciarono anche a fare i preziosi. Non tutti, s´intende, alcuni divennero bravi parlamentari. Eppure, nel tempo in cui al telefono con Saccà Berlusconi cercava di portarsi dalla sua un certo calabrese-australiano, le sorti della maggioranza, del governo e per certi versi del sistema politico si ritennero affidate a un tal senatore Pallaro, proveniente dall´Argentina, che aveva anche un certa età e l´aria di chi si stava divertendo un mondo.
Inutile dire che il capannone della Protezione civile a Castelnuovo di Porto era già pieno di ricorsi dall´Altrove. Così come forse non tutti ricorderanno che nel luglio del 2007 un esponente dell´Udeur, pure australiano, però trombato, con qualche legittimo motivo di risentimento mise in circolazione un grazioso video in cui si vedeva di spalle una persona che su di una tovaglia a scacchi votava decine e decine di schede e poi le imbustava, ammonticchiandole infine dentro un contenitore cestino di plastica. RepubblicaTv ci fece su una trasmissione; e al telefono, nemmeno troppo sorpreso il dottor Claudio Fancelli, presidente dell´Ufficio Centrale della Circoscrizione Estero, disse che sì, in effetti "può succedere qualsiasi cosa". In tale amara definizione si comprende ciò che sta venendo fuori adesso. L´ennesima novità di cui non si sentiva per niente al mondo la mancanza.