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 2010  febbraio 26 Venerdì calendario

Chu Steven

• St. Louis (Stati Uniti) 28 febbraio 1948. Fisico. Ministro dell’Energia con Barack Obama presidente • «[...] ha vinto il premio Nobel nel 1997 con altri fisici per aver trovato la via di raffreddare gli atomi ad un punto tale (sotto i 273 gradi) da poterli manipolare [...] Nato da padre cinese professore al Mit di Boston, emigrato negli Usa con la famiglia dalla Cina nel 1943 [...] dal 2004 è direttore del laboratorio di Berkeley, il più vecchio tra quelli nazionali che fanno capo al Dicastero dell’Energia [...] è un riconosciuto radicale che non ha mancato di cavalcare l’onda mediatica per segnare punti alla sua causa: come farsi fotografare insieme ad altri cinque Nobel preoccupati del caldo del pianeta su un albero all’università di Berkeley, per apparire sulla copertina di un’edizione di Vanity Fair. [...]» (Glauco Maggi, ”La Stampa” 12/12/2008) • «[...] mentre i fratelli erano chini sui libri, lui ancora ragazzino, studiava ma senza tanta passione: preferiva spendere i soldi per il pranzo a scuola (allora la famiglia viveva a Brooklyn, vicino al Politecnico) per comprare prodotti chimici e costruire piccoli razzi che partivano fragorosamente dal giardino. Oppure riempiva il tappeto del soggiorno di dadi e viti di tutte le misure per costruire macchine semoventi. Quando finalmente ottenne l’accesso all’Università di Rochester (’Non avevo i voti sufficienti per entrare ad Harvard o a Princeton”, ha ricordato), cambiò totalmente il suo approccio allo studio e dimostrò una qualità fondamentale per un ricercatore: la capacità di concentrarsi su molti dettagli di un progetto o di uno studio nello stesso momento e vedere le possibili interconnessioni a ogni variazione. Dal giorno della laurea in poi Steven Chu si è dedicato allo studio e alla ricerca nel campo della fisica con particolare riferimento alle particelle più piccole e alla loro analisi. Il primo lavoro lo trovò nei Bell Labs, in New Jersey, dove cominciò a lavorare intorno all’idea del modo in cui fermare e intrappolare gli atomi, utilizzando al tempo stesso procedimenti chimici e fisici. Ma il salto nella ricerca lo fece a partire dal 1987, quando disse no alle offerte di unirsi ai gruppi di ricerca di Harvard University e di Berkeley University e accettò di trasferirsi di nuovo in California. Questa volta alla Stanford University, nel centro che aveva consentito agli americani di conquistare nel corso degli anni ben cinque Nobel per la fisica. Lì, insieme ad altri tre scienziati riuscì nell’impresa di fermare gli atomi. La prova del successo era inoppugnabile: una fotografia a colori pubblicata sulla ”Physical Review Letters” [...] insieme alla gloria, giunse anche un’offerta che lo riportò nel giro di qualche anno dove era nato scientificamente, ovvero a Berkeley. Nel Lawrence Lab conquistò velocemente la poltrona di numero uno. Ciò che lo aveva portato al massimo livello di uno dei più importanti centri di ricerca americani, era la sua duttilità: nel corso di tutta la carriera scientifica Chu non si era mai chiuso all’interno della sua specializzazione, la fisica: aveva sempre seguito personalmente (come nel caso del Nobel), sostenuto e incoraggiato lavori che mettevano insieme discipline diverse, la fisica con la biologia molecolare, l’astrofisica con la medicina. E questa sua versatilità ha certo contribuito a portare il suo nome all’attenzione di Barack Obama, visto che nel 2004 Chu varò un progetto di ricerca sui biocarburanti e l’energia solare grazie anche a fondi del ministero e dalla British Petroleum. [...]» (Antonio Carlucci, ”L’espresso” 4/3/2010).