Umberto Eco, L’espresso, 25/2/2010, 25 febbraio 2010
QUINTO POTERE
Eravamo abituati a due principi: uno si esprimeva in un saporoso detto siciliano, ’megghiu cumannari c’a fottiri’ il quale, tradotto in modo pudico, suonerebbe ’meglio esercitare il potere che fornicare’; l’altro era che gli uomini di potere, se volevano poi avere rapporti sessuali, miravano alla contessa Castiglione, a Mata Hari, a Sarah Bernhardt o a Marilyn Monroe.
Colpisce ora che molti uomini della politica o degli affari non si siano tanto fatti corrompere da cointeressenze nell’affare del canale di Panama, quanto da servizi da parte di professioniste certamente capaci ma da non più di mille euro a prestazione - che è tanto per un precario, ma molto meno di quello che costava ai tempi suoi la Pompadour. Che se poi hanno altri gusti, non mirano al raffinato Alcibiade ma a un transessuale segnato dalle traversie negli angiporti del Pireo.
Non solo: pare che molti cerchino sì di avere posizioni di comando, ma non perché le ritengano migliori delle posizioni sessuali, bensì allo scopo precipuo di provarsi in inedite posizioni sessuali. Si badi, non è che i potenti di un tempo fossero insensibili ai piaceri della carne. Certamente De Gasperi o Berlinguer ci avevano abituati ad altra austerità, Togliatti aveva osato al massimo un divorzio, e se una minorenne lo chiamava papi è perché l’aveva adottata. Ma Giulio Cesare si faceva indifferentemente centurioni, patrizie romane e regine d’Egitto, il Re Sole aveva favorite a catena, Vittorio Emanuele II coltivava la bella Rosina, Kennedy non parliamone. Tuttavia questi grandi uomini sembravano considerare la donna (o l’efebo) come il riposo del guerriero: cioè, prima di tutto occorreva conquistare la Bactriana, umiliare Vercingetorige, trionfare dall’Alpi alle Piramidi, far l’unità d’Italia, e il sesso era un di più, come un Martini ’straight up’ dopo una giornata faticosa. I potenti di oggi sembrano invece aspirare in prima istanza a una serata a base di veline, e al diavolo le grandi imprese o la Grande Impresa.
che gli eroi del passato si eccitavano leggendo Plutarco mentre quelli di oggi smanettano su canali minori dopo mezzanotte o navigano eccitati on line. Sono andato su Internet e ho chiesto Padre Pio: 1.400.000 siti. Non male. Ho chiesto Gesù: 4.830.000 siti - il Nazareno fa ancora aggio sul Pietrelcinese. Poi ho chiesto ’porno’, e mi sono imbattuto in 130.000.000 (dico centotrenta milioni) di siti. Pensando che porno fosse troppo generico rispetto a Gesù, ho deciso di paragonare porno a religione: religione dà poco più di nove milioni di siti, certamente più del doppio di Gesù, il che mi pare politicamente corretto, ma pochissimo rispetto a porno.
Cosa si trova nei centotrenta milioni di siti porno? Si possono trovare, tra le varie opzioni, Anal, Asiatic, Latino, Feticism, Orgy, Bisexual, Cunnilingus, German (sic), Lesbian, Masturbation, Voyeur (si spia un tale che spia un congresso carnale), e poi le varie forme di incesto, padre con figlia, fratello e sorella, madre e figlio, padre, madre, figlio e figlia tutti insieme, matrigna e figliastro, ma anche nipote e nonna (’granny’) e ’Milf’, che significa (e se non ci credete cercate la voce su Wikipedia) ’mother I’d like to fuck’, ovvero il tipo di mammina con cui desiderereste aver rapporti, in genere signore piacenti tra i trenta e i quarantacinque (e pensate che Balzac intitolava ’La donna di trent’anni’ la storia di un declino femminile).
Ora la pornografia può fornire sfogo a chi per qualsiasi ragione non può fare sesso dal vivo, o suggerire a una coppia un poco stanca come ringalluzzire i propri rapporti (e in tal senso ha una funzione positiva), ma può eccitare la fantasia di persone represse spingendole poi a sfogare i loro istinti attraverso lo stupro, la molestia, la sopraffazione. Inoltre la pornografia ti convince che una escort da mille euro può fare cose che neppure Frine sarebbe riuscita a concepire.
Ma non pensiamo solo al trenta per cento di italiani che praticano Internet; l’altro settanta per cento può avere sul teleschermo visioni quotidiane dieci volte più invitanti di quelle che solo i commendatori milanesi potevano procurarsi negli anni Quaranta a caro prezzo, e una volta all’anno, andando a vedere Wanda Osiris. Oggi una persona normale è provocata dal sesso in misura assai maggiore di quanto poteva accadere a suo nonno. Pensate persino a un povero parroco: una volta vedeva solo la perpetua e leggeva solo ’L’Osservatore Romano’, oggi vede ancheggiare fanciulle scosciate tutte le sere. E poi dicono che uno diventa pedofilo.
Perché non pensare che questa martellante sollecitazione del desiderio non stia avendo un’azione anche sui responsabili della cosa pubblica, provocando una mutazione della specie, e cambiando le finalità stesse del loro agire sociale?