ETTORE LIVINI, la Repubblica 25/2/2010, 25 febbraio 2010
UN 2009 D’ORO PER LE CASSE DI BERLUSCONI - MILANO
Il riassetto dell´impero di Arcore è ancora tutto da definire. Silvio Berlusconi e i suoi cinque figli, però, festeggiano tutti assieme un altro anno d´oro per le casseforti di casa. La crisi economica ha solo sfiorato i portafogli della dinastia del Cavaliere: Fininvest continua a distribuire profitti, la liquidità è impegnata con giudizio e le sette holding di famiglia hanno chiuso i conti al 30 settembre 2009 con 219 milioni di utili, poco meno dei 252 dell´anno precedente.
Quanto basta per mettersi in tasca l´argent de poche necessario a mantenere il tenore di vita in attesa della quadratura del cerchio sull´eredità: il Cavaliere si è staccato a fine gennaio una supercedola da 120 milioni. Barbara, Eleonora e Luigi, i tre figli di Veronica Lario, si sono premiati con un aumento del dividendo – il loro "emolumento" annuale – da 1,4 a 10 milioni a testa. Mentre Marina e Piersilvio, un po´ più formiche, hanno deciso di lasciare in società parte dei loro utili: la presidente di Fininvest ha incassato 7 milioni parcheggiandone altrettanti nelle riserve della sua Holding quarta. E pure Piersilvio – forse soddisfatto dello stipendio da 1,4 milioni l´anno che gli paga Mediaset – ha messo fieno in cascina, rafforzando il patrimonio della Holding quinta con i suoi 15,7 milioni di profitti.
La lunga militanza politica del capo-famiglia, dunque, non ha penalizzato il tesoro del Biscione. Anzi. Nel ´94, l´anno della discesa in campo del premier, nelle casse delle società che controllano il suo impero c´erano "solo" (si fa per dire) 162 milioni di liquidità. Oggi il patrimonio – grazie a Mediaset & C. – si è decuplicato a 1,1 miliardi con zero debiti. Nelle quattro holding che fanno capo direttamente al presidente del consiglio ci sono 623 milioni di cassa pronti all´uso. Piersilvio ha messo da parte 197 milioni in contanti, Marina 78. E persino i tre rampolli più giovani, pur entrati più tardi nella stanza dei bottoni, hanno già messo assieme una scorta di 210 milioni di risparmi da utilizzare, nel caso, per i tempi più bui. Cifre che naturalmente non tengono conto né del valore delle quote nelle controllate (qualcosa come 4 miliardi tra tv, Mondadori, Mediolanum e Mediobanca) né della collezione di ville e palazzi in portafoglio al Cavaliere.
Dopo il 2009 migliore del previsto, però, il 2010 non si preannuncia brillantissimo. Mondadori non ha distribuito la cedola, Mediaset e Mediolanum l´hanno tagliata. La liquidità in portafoglio a Fininvest (un altro miliardo cash, tanto per gradire) è stata sostanzialmente congelata con la fideiussione da 806 milioni presentata a fronte del risarcimento da 750 milioni sancito in primo grado dal Tribunale di Milano a favore di Cir (editore de La Repubblica) nell´ambito del processo per il Lodo Mondadori.
La dinastia di Arcore, non a caso, ha preferito la strada della prudenza, non toccando il patrimonio di famiglia. Le uniche novità sostanziali negli ultimi 12 mesi sono la decisione di Marina e Piersilvio di revocare il mandato a Morgan Stanley per la gestione di parte della loro liquidità (prosegue invece lo storico rapporto con la svizzera Banca Arner) e l´acquisto di un piccolo pacchetto di azioni Mediaset – valore poco più di due milioni – da parte della primogenita. Barbara, Eleonora e Pierluigi continuano invece a investire nel settore immobiliare tramite la loro Bel, cui hanno girati prestiti per 36 milioni impiegati in un palazzo a due passi dal Duomo di Milano. Poco più di un milione invece è stato speso per entrare nel Fondo Sator di Matteo Arpe e quasi 5 per una polizza con Intesa Vita.