Giovanni Negri, Il Sole-24 Ore 25/2/2010;, 25 febbraio 2010
PER IL GIP, SCAGLIA NON POTEVA NON SAPERE
Scaglia «era quindi non soltanto il legale rappresentante della società di fronte a terzi (nel 2005 anche per la gestione ordinaria e straordinaria della società), ma il vero dominus della società quotata dopo la trasformazione e colui al quale venivano quindi riferite le scelte gestionali di maggior rilievo nell’ambito della società quotata ». Di più «l’attribuzione direttamente a Silvio Scaglia di quanto accaduto non è frutto di ipotesi investigativa e si fonda su precisi elementi investigativi e sull’osservazione di come funzionavano le cose all’interno della società. Mai nessuno dei top manager ha, infatti, posto in discussione il ruolo di Scaglia come deus ex machina della società. Scaglia era, inoltre, sostanzialmente il proprietario della società stessa vantando il controllo diretto del pacchetto di maggioranza, di poco percentualmente inferiore alla soglia oltre la quale avrebbe dovuto lanciare un offerta pubblica di acquisto. Deve quindi escludersi che operazioni come quelle descritte in motivazione, che ponevano i conti di Fastweb Spa a rischi anche di cassa così evidenti, potessero essere realizzate senza che egli ne fosse a conoscenza nel dettaglio». Questo il "teorema" del Gip nell’accogliere la richiesta di arresto per il manager, fondatore di Fastweb ed ex amministratore delegato della società.
Per l’accusa, Scaglia ha, tra l’altro, concorso con altri manager di Fastweb nella realizzazione della fittizia operazione commerciale «Traffico Telefonico», che ha causato, considerando anche il contributo di Telecom Italia Sparkle, un danno erariale di circa 336.500.000 euro, stimato solo in termini di Iva. Nello specifico, circa 38.595.102,63 di euro di tale danno sono da attribuire all’operazione commerciale di compravendita di traffico telefonico intermediata da Fastweb. In questa operazione, secondo la ricostruzione dell’accusa, l’attività di Fastweb è stata quella di interporsi tra I-Globe Srl/Planetarium Srl, fornitori e Diadem UK Ltd, cliente, sottoscrivendo con queste società contratti di interconnessione, per far transitare traffico telefonico ( o meglio la sola segnalazione) generato da numeri gestiti da I-Globe. prima e da Planetarium poi.
Scaglia interrogato il 13 marzo 2007 prova a difendersi sostenendo che in azienda «avevo solo un ruolo organizzativo progettuale », in particolare i suoi interventi, in genere, «potevano riguardare migliori valutazioni da effettuare circa un ”business” che aveva l’azienda, dirimere controversie tra i vari uffici interni oppure l’esame e l’analisi dei rendiconti di gestione periodici ai fini dei loro effetti economici e finanziari sull’azienda». Questo in generale, ma per «Traffico Telefonico» in particolare a non convincere gli inquirenti è la stessa interruzione dei rapporti con una delle società cartiera, motivata solo dalle anticipazioni di stampa sull’inchiesta in corso, come evidenziato sempre dall’interrogatorio del marzo 2007. [/1392]
Ufficiale P.G. : Però l’avete chiuso per ragioni di opportunità, non economiche.
Scaglia : Abbiamo chiuso perché, dopo aver letto l’articolo di Repubblica...
U.:
Cioè, vi è venuto il dubbio o avete detto: va bè, questi signori...non vogliamo piò che il nostro nome sìa vicino a queste persone?
S.: Uno è stato questo. A quel punto lì non poteva non venirci anche il dubbio che ci fosse qualche altra cosa a cui non avevamo mai pensato prima. E abbiamo chiuso, insomma.
A corroborare ulteriormente la convinzione dell’accusa la conversazione tra Dario Panozzo (amministratore per l’accusa di una delle società cartiera, sganciate da Scaglia) e Carlo Focarelli (consulente d’impresa):
Panozzo : I miei interlocutorì erano quelli che tu hai nominato e in Fastweb e sono subentrato a una situazione e definita quindi non ho contatti più in aito con Fastweb per chiamarli dire ma no cosa state facendo, rimediamo...
Focarelli : No, no, no, scusa, scusa, scusa, la decisione viene direttamente da Scaglia
P. : Ok
F. : Quindi proprio non c’è, non c’è nulla che si possa fare
P. : E va bene ci fasceremo la testa e faremo tutto quanto ci riguarda.