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 2010  febbraio 24 Mercoledì calendario

AUTOVELOX SENZA MULTE IN CAMPANIA


In Campania gli autovelox non fanno più le multe. Detta così sembra il solito tarocco napoletano, la trovata geniale ma truffaldina di qualche automobilista furbetto che ha escogitato il modo di rendere inoffensivi i maledetti dispositivi anti-velocità. Questa volta il miracolo della liberazione dal flagello delle contravvenzioni a pioggia, l’ha fatto la politica. La Regione Campania, prima e finora unica in Italia, ha approvato all’unanimità una legge che, riconoscendo all’ autovelox solo una funzione preventiva, gli toglie ogni potere repressivo. La ”macchinetta” potrà solo ricordare di non pigiare troppo il piede sull’acceleratore, ma non potrà più far scattare la multa. Il salvatore del popolo della strada è il capogruppo del PdL in Regione Campania, Paolo Romano che, lo scorso mese di luglio, ha presentato la legge numero 10. Facile immaginare la velocità a cui ha viaggiato la proposta di Romano: dalla Commissione è approdata in aula senza frenate e, superando le differenze ideologiche, è arrivata a destinazione con l’approvazione all’unanimità. Tutti d’accordo contro la dittatura dell’autovelox che, assiepato dietro un albero o appollaiato su un palo, intrappola i patentati.
NON SOLO SOLDI
«L’idea è di dare una regola alle amministrazioni locali: gli autovelox non servono a fare cassa ma a sviluppare la coscienza civica e civile di chi guida un mezzo a motore. Dobbiamo educare gli automobilisti a comportarsi bene, e non a essere rapinati da amministrazioni voraci e con bilanci in dissesto», spiega il capogruppo PdL Romano. L’idea di una legge gli è venuta «dalla consapevolezza che la maggior parte di questi apparecchi sono fuorilegge. Gli enti locali che hanno le casse vuote non possono far ricadere i loro problemi economici sulla pelle e sulle tasche dei cittadini. Bisogna educare al rispetto delle regole della strada».
La lotta agli autovelox non si limita ad annullare il potere di fare multe, ma pone una serie di obblighi ai Comuni che decidono di installare il dispositivo, spesso visto come una gal-
lina dalle uova d’oro. La legge, per la cui attuazione dovranno essere approvati diversi protocolli d’intesa, stabilisce che «gli apparecchi per la misurazione della velocità devono essere preventivamente segnalati e ben visibili ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi». I segnali di indicazione devono essere installati a una distanza non superiore ai quattro chilometri dal luogo dell’effettivo controllo e «devono essere realizzati con un pannello rettangolare di dimensioni idonee e colore di fondo proprio del tipo di strada sul quale sono installati.
IL RICORSO DELLO STATO
Sul pannello luminoso deve essere riportata l’iscrizione ”controllo elettronico della velocità” o ”rilevamento elettronico della velocità”, eventualmente integrata con il simbolo o la denominazione della polizia stradale che attua il controllo». Insomma, nonostante l’autovelox non abbia più il potere di un vigile urbano o della Polstrada, deve tuttavia essere adeguatamente segnalato all’automobilista che corre lungo una strada della Regione
Campania (in realtà questo è un obbligo previsto da una legge nazionale). La Campania ha messo fine, per legge, allo strapotere di sua maestà l’autovelox, ma dall’ufficio legale della Presidenza del Consiglio, arriva un altolà: un ricorso alla Corte Costituzionale partendo dal principio per cui in materia di trasporti la competenza è esclusivamente statale. L’udienza si terrà a fine aprile.
LE STRISCE BLU
Mentre la legge contro gli autovelox non ha trovato alcun ostacolo nella corsa all’approvazione, quella contro le strisce blu (proposta sempre da Romano) è rimasta chiusa nei cassetti della Commissione competente. «In Campania mancano i parcheggi gratis previsti per legge. Quando ci sono non vengono realizzati, come previsto, vicino alle cosiddette strisce blu, ma in zone marginali e poco agevoli», spiega Romano. Come per gli autovelox, anche in questo caso l’impressione è che le amministrazioni comunali, assillate dalla necessità di far cassa, non trovino altra strada che la multa facile e, spesso, selvaggia.
Lucia Esposito, Libero 24/2/2010