La Stampa 25/2/2010, pagina 36, 25 febbraio 2010
LETTERA DI IERVOLINO ALLA STAMPA (+
risposta) -
Caro Sorgi, mi dispiace ma Lei continua ad essere non informato. Il Segretario del mio Partito, che allora era Veltroni, mi chiese espressamente e con forza di non dimettermi da Sindaco proprio perché nessuna ombra aveva neanche lontanamente coinvolto il mio operato. All’incontro a Roma erano presenti oltre che Veltroni anche Franceschini, Vice Segretario, Nicolais , allora Ministro di Napoli, e l’allora segretario regionale per la Campania Iannuzzi.
I testimoni quindi non mancano e le agenzie in tal senso sono numerose, questo è il link di una delle pagine dei quotidiani dell’epoca:
http://www.claudiocaprara.it/post/2111692.html
Visti i «problemi seri» che ci sono in città non vorrei perdere altro tempo ma, per il futuro, La prego di informarsi bene prima di scrivere.
Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli
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Il 17 dicembre 2008 a Napoli, per ordine della Procura della Repubblica, vennero arrestati due assessori, Felice Laudadio e Ferdinando Mezza, e due ex assessori, Giuseppe Gambale e Enrico Cardillo, coinvolti in indagini per corruzione legate alla ditta Global service di Alfredo Romeo. Per loro, attualmente sotto processo, sono state chieste di recente pene dai sei ai dieci anni di carcere. Poco tempo prima, un quinto componente della giunta guidata dal sindaco Iervolino, Giorgio Nugnes, si era suicidato per timore di dover rispondere di accuse simili. Di fronte al caso, dapprima il segretario del Pd di Napoli Nicolais e quello regionale Iannuzzi, poi tutto il vertice nazionale del partito, da Violante a D’Alema, da Finocchiaro a Follini, si espressero per un «azzeramento» della giunta, sindaco compreso. Iervolino fu convocata a Roma e davanti al segretario Veltroni si rifiutò di dimettersi. «Ho comunicato con orgoglio al mio segretario che ho intenzione di andare avanti», disse all’uscita dall’incontro. Veltroni dovette prendere atto che non c’era verso di convincerla anche perché Iervolino minacciò di rendere pubblica una registrazione fatta di nascosto, e contenente dettagli imbarazzanti, di un incontro avuto con il segretario provinciale Nicolais. Malgrado le forti riserve espresse da molti altri dirigenti del partito, la Iervolino rimpastò la giunta e il 5 gennaio 2009 la ripresentò al consiglio. Nicolais a quel punto si dimise e Veltroni inviò a Napoli come commissario il piemontese Morando. Anche Fioroni e Rosi Bindi, provenienti dalla ex Margherita e quindi più vicini a Iervolino, si schierarono contro il sindaco. Violante chiese che il Pd esprimesse pubblicamente il suo dissenso dalla condotta del sindaco. La quale, legittimamente, oltre che «orgogliosamente», non essendo coinvolta in prima persona nell’inchiesta che riguardava ben quattro tra membri ed ex membri della sua giunta, e non considerandosi neppure lambita dal discredito che aveva investito la sua amministrazione, confermò di voler restare al suo posto anche contro la volontà del vertice del partito. Qualche tempo dopo anche Veltroni lasciò la guida del Pd. Senza entrare nei dettagli, spiegò che il partito era diventato ingovernabile a causa del correntismo esasperato e dello strapotere locale, che gli avevano impedito di procedere a una drastica opera di rinnovamento del suo partito.
M.So.