Frammenti, 24 febbraio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BAGNASCO, ANGELO"
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[...] anche l’arcivescovo Angelo Bagnasco durante la messa per i defunti in cattedrale, il 2 novembre, ha parlato di chi muore solo e rimane abbandonato all’obitorio
Erika Dellacasa, Corriere della Sera 9/11/2006
2007
Il nuovo presidente della Cei, ossia il nuovo capo dei vescovi italiani, è Angelo Bagnasco, 64 anni, già arcivescovo di Genova. Camillo Ruini, 76 anni, ha lasciato l’incarico martedì 6 marzo dopo sedici anni di governo. In questo periodo, non solo è scomparso il partito dei cattolici, cioè la Dc, ma gli stessi cattolici sono divenuti minoranza nella società italiana. Ruini ha gestito la difficile transizione col seguente motto: «Meglio criticati che irrilevanti». Bagnasco non sarà da meno: ha già detto che ci vuole non il "multiculturalismo", ma l’"interculturalismo" (con te musulmano dialogo, ma non tutto quello che sostieni mi sta bene). Sui Dico e gli omosessuali: «no a forme non coerenti con la verità dell’amore umano»
Fonti varie. Settimana Vanity 5-12/3/2007
le ultime uscite del successore di Camillo Ruini, l’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, hanno sorpreso quanti nell’Unione accreditavano un inizio di disgelo col governo; e speravano in un minore protagonismo dei vescovi nella politica italiana. A colpire non sono tanto i titoli irridenti che i giornali dell’estrema sinistra hanno dedicato alla discutibile esternazione di Bagnasco su coppie di fatto, incesto e pedofilia.
Massimo Franco Corriere della Sera, 4/4/2007
Il giorno dopo il concerto di San Giovanni del Primo maggio l’Osservatore romano se ne è uscito con un titolo spropositato, che accusava addirittura di terrorismo il presentatore Andrea Rivera (che ha attaccato dal palco la Chiesa con queste frasi: «Mi dispiace che la Chiesa non abbia concesso i funerali a Welby dopo averli concessi a Pinochet, a Franco, e a uno della Banda della Magliana. Del resto, Cristo sulla croce accanto non aveva malati, ma ladroni». E: «Il Papa ha detto di essere contrario all’evoluzionismo, ha ragione, la Chiesa non si è mai evoluta»). Il nervosismo delle gerarchie - criticato persino da un innamorato del Papa come Giuliano Ferrara - è stato anche provocato dall’apparizione di numerose scritte minacciose contro il presidente della Cei, Angelo Bagnasco (da ultimo a Napoli). Alla curia di Genova è poi stata recapitata una busta contenente un bossolo e una foto dello stesso Bagnasco sormontata da una svastica
Fonti varie. Settimana Vanity 30/4-7/5 2007.
2008
Ieri anche il cardinal Angelo Bagnasco ha portato all’attenzione della politica il tema del potere d’acquisto da salari e pensioni. Una questione urgente. Soprattutto nelle città del Nord, Milano in testa
(Corriere della Sera 11 marzo 2008, Rita Querzé).
2009
Sul caso di Eluana Englaro: L’Avvenire, quotidiano cattolico, in fondo fa il suo mestiere. Affida l’editoriale al cardinal Angelo Bagnasco e da lui riceviamo che oggi «l’Italia è più buia. Un grande vuoto aleggia, destinato ad accrescersi nei giorni che seguiranno. E non solo perché Eluana non sarà più tra noi, ma perché la cultura egemone avrà ancora una volta negato la realtà, quella del limite».
(Francesco Paternò, il Manifesto 8/2/2009).
Il cardinale Angelo Bagnasco ha avviato con convinzione una linea di intervento sulla pastorale, accantonando progressivamente l’interventismo che aveva caratterizzato la gestione ruiniana, e culminato con il Family day e il fallimento del referendum sulla legge 40 [...]Bagnasco è considerato il capo fila dei "terzisti" saldi nei principi ma pronti al dialogo, mentre a capo della linea dura c’è sempre Camillo Ruini, che nonostante la pensione ufficiale (conserva un incarico in Cei tutt’altro che secondario, per la verità) resta un punto di riferimento per la Chiesa identitaria e militante
(Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore, 27/2/2009).
Il comitato permanente della Cei si riunirà per definire i dettagli di quel «fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà » voluto dal cardinale Angelo Bagnasco, una «colletta» che «verrà fatta in tutte le diocesi » e «si aggiunge a ciò che c’è già»
(Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 02/03/2009).
Poi lunedì, a poche ore dalla conclusione del viaggio papale in Africa e mentre il presidente della Cei Angelo Bagnasco lamentava l’attacco dei mass media al Pontefice «irriso e offeso» [...]
Giacomo Galeazzi, La Stampa 25/3/2009
[Dopo il caso Boffo] Il cardinale Bagnasco non ha davanti giorni facili. A conti fatti, da qui al Consiglio permanente d’inizio ottobre, spetterà a lui gestire il gestibile. Ovvero comprendere fino a dove il montare delle proteste anti berlusconiane di buona parte dei vescovi italiani a seguito delle vicende di questi giorni potrà essere ascoltato e, insieme, quando e in che modo la Santa Sede, ovvero Bertone in accordo con il Papa, vorrà intervenire per prendere definitivamente in mano le redini d’ogni cosa. [...] La Santa Sede non vuole che i buonissimi rapporti da sempre intessuti con lo stato italiano (le sue istituzioni e chi governa) vengano intaccati e messi in discussione dalla vicenda che ha colpito Boffo. Per questo motivo ogni cosa oggi è nelle mani del cardinale Angelo Bagnasco. Spetta a lui, in quanto presidente della Cei, comprendere questa inclinazione vaticana e tradurla nelle relazioni coi vescovi del paese
(Paolo Rodari, Il Foglio, 04/09/09).
Il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha incontrato per un’ora il leader della Lega Umberto Bossi e il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, malgrado da settimane il Carroccio polemizzi duramente con la Chiesa sui respingimenti degli extracomunitari e persino sulle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia [...]Poche ore prima di ricevere Bossi e Calderoli, il cardinale Bagnasco aveva tuonato contro il «Giornale»: «Boffo è stato oggetto di un inqualificabile attacco mediatico».
(Giacomo Galeazzi, La Stampa, 04/09/09).
Il cardinal Bagnasco, che già aveva respinto lunedì sera le sue prime dimissioni, ha detto di accettare la scelta «con profondo rammarico», di considerare Boffo una «vittima», e gli ha espresso in una nota ufficiale «l’inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico»
(Jacopo Iacoboni, La Stampa, 04/09/09).
La crisi svuota il carrello della spesa, la classe operaia non va in paradiso. Tre milioni di italiani (cioè il 4,4% delle famiglie residenti in Italia) soffre la fame: disoccupati e operai non possono mai concedersi uno sfizio. Mentre in Vaticano il Sinodo dei vescovi discute di Ogm e povertà in Africa, una ricerca del Banco alimentare (presentata ieri in Campidoglio dal presidente Cei, Angelo Bagnasco) rilancia l’allarme-Italia [...] «Con la crisi va rimessa in discussione l’economia di profitto - ammonisce Bagnasco - oppure si rischia il disordine sociale. Servono coordinamento e cambiamenti radicali, ma guai a confondere benessere con felicità» (Giacomo Galeazzi, La stampa 9/10/2009).
Il presidente Cei Angelo Bagnasco boccia la proposta di insegnare negli istituti pubblici la religione musulmana. «L’ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato, si giustifica in base all’articolo 9 del Concordato: è parte integrante della nostra storia e cultura - afferma il capo della Chiesa italiana -. La conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile». Quindi, «non è una catechesi confessionale, bensì una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola». L’ora di religione ipotizzata «non corrisponde a questa ragionevole e riconosciuta motivazione» (Giacomo Galeazzi, La stampa 19/10/2009).
una tensione che risale al 25 marzo 2007, quando il cardinale Tarcisio Bertone scrisse una lettera al neoeletto presidente della Cei [...]Il segretario di Stato rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva gestito in modo autonomo. [...] Al di là dello stile più «pastorale» di Bagnasco, rispetto alla Chiesa che «parla a voce alta» di Ruini, tutto risale ad allora: chi tiene i rapporti con il mondo politico? Ogni intervento dalla Cei, o da Avvenire , faceva storcere il naso a chi sostiene la linea «istituzionale» di Bertone. Del resto, tra i vescovi, si racconta che all’inizio il cardinale Bertone desiderava non ci fosse più la «prolusione» del presidente Cei al consiglio e all’assemblea, discorso che ha grande rilevanza politica. Bagnasco l’ha mantenuto.
Vittorio Messori, Corriere della Sera 6/9/2009
L’apertura del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente di Iustitia et Pax, all’ipotesi di un’ora di religione musulmana nelle scuole italiane [...]Subito c’è stato il cardinale Georges Cottier, teologo emerito della Casa pontificia, che in qualche modo ha fatto sua l’apertura di Martino. Mentre meno favorevoli sono stati il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto.
Il Foglio, 20/10/2009
Sui controlli in nome del Natale che hanno fatto indignare la politica e i cattolici, il presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, di nuovo ha spiegato che "la Chiesa ha nel suo dna più profondo, sull’esempio della luce di Gesù Cristo, il tema dell’accoglienza, del dialogo. Questo non significa, assolutamente, andare contro la sicurezza, altro diritto e dovere di tutti cittadini".
Sandro De Riccardis, la Repubblica 20/11/09
2010
le parole pronunciate lunedì scorso dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei quando, al termine della sua prolusione al Consiglio permanente del vescovi italiani, ha parlato del suo «sogno» di una nuova classe di politici cattolici, [...] le parole del cardinale Bagnasco, che lunedì scorso ha parlato del suo «sogno a occhi aperti» di una «generazione nuova» di italiani e di credenti «che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico».
Andrea Tornielli, il Giornale 30/1/2010
Anche monsignore Angelo Bagnasco è molto colpito da questa vicenda(cadso Boffo). Ma il presidente della Conferenza episcopale italiana resta defilato. Il che - precisano i suoi collaboratori - non significa certo avere gli occhi chiusi su quel che accade.
Marco Ansaldo, Orazio La Rocca, la Repubblica, 4/2/2010
C’è chi si è spinto ad indicare come ipotetico "ispiratore" dell’iniziativa ai danni di Boffo il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, su "mandato" del cardinale segretario di Stato Bertone. Come dire: una manovra tutta ecclesial-vaticana ordita per colpire il direttore di Avvenire e, indirettamente, indebolire l’alleanza fra i cardinali Angelo Bagnasco e Camillo Ruini, suo predecessore alla Cei: in sostanza i due più importanti esponenti del governo centrale della Chiesa italiana.
Marco Ansaldo e Orazio La Rocca, la Repubblica 5/2/2010
Il cardinal Bagnasco, generale di corpo d’armata, ex ordinario militare, insegnante di «metafisica e ateismo contemporaneo», arcivescovo di Genova che alla guida della Cei fu preferito a Scola e Tettamanzi, si è formato alla scuola del cardinale Giuseppe Siri, grande protagonista conservatore della storia ecclesiastica di mezzo secolo. Stesse genovesi umili origini, stessa eleganza e stile oratorio ricercato, Bagnasco non è tuttavia accreditato della principesca autorevolezza della grande eminenza scelta a modello. Quello trattava con i grandi leader della Prima Repubblica, questo, al massimo, s’intratteneva con Claudio Scajola, democristiano ligure di quarta. Si dice, anzi, che fu scelto alla Cei con un patto tra Ruini e Tarcisio Bertone proprio come uomo tranquillo e fidato per delimitare l’interventismo politico dell’episcopato, a favore del ruolo della Segreteria di Stato, aspirante all’esclusiva cabina di regia politica. Ma, pur in una prospettiva ecclesiastica che non considera il locale e il contingente, ma l’orbe terracqueo e l’eternità, non è andata proprio così
(ALBERTO STATERA, la Repubblica 9/2/2010).
Bisogna rileggere con attenzione le parole pronunciate lunedì scorso dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei quando, al termine della sua prolusione al Consiglio permanente del vescovi italiani, ha parlato del suo «sogno» di una nuova classe di politici cattolici, per comprendere quanto tesi siano in questo momento i rapporti tra l’Udc di Pier Ferdinando Casini e i vertici della Conferenza episcopale. Uno dei nodi venuti al pettine è il sostegno del partito di Casini al candidato del centrosinistra per la Regione Liguria, Claudio Burlando, già presidente uscente. Un apparentamento che arriva in una regione del cui capoluogo è arcivescovo lo stesso Bagnasco, al quale il testimone è stato passato nel 2006 dal cardinale Tarcisio Bertone, chiamato in Vaticano quale «primo ministro» di Benedetto XVI. Si tratta, insomma, della città (e della regione) che ha avuto e ha per vescovi metropoliti i due porporati più in vista e più esposti per ragioni d’ufficio nel rapporto con la politica italiana
(Andrea Tornielli, il Giornale 30/1/2010, pagine 1 e 11).
Secondo autorevoli indiscrezioni accadde anche nella primavera scorsa a Castelgandolfo, quando il Papa ricevette un gruppo di cardinali in cui spiccavano i nomi dell’ex presidente della Cei, Camillo Ruini, del suo successore Angelo Bagnasco, del patriarca di Venezia Angelo Scola e dell’arcivescovo di Vienna, Christoph Schonborn. Davanti al Papa sollevarono il caso Bertone. E si sentirono rispondere «Non chiedetemi questo, ma parlatemi d’altro».
Franco Bechis, Libero 11/2/2010
Fu Bertone stesso a volere Bagnasco alla Cei, preferendolo ad Angelo Scola, Patriarca di Venezia sponsorizzato da Ruini, forse credendo di poter contare sulla disciplina del Generale Ordinario Militare. Poi forse se ne pentì, quando il governo di 200 vescovi impose al capo dell’Episcopato di far sentire la sua voce alta e forte, persino andando dal Papa a denunciare che dalla Segreteria di Stato si ponevano intralci al suo lavoro. Ma attenti agli stereotipi. Bertone non è il camerlengo di angeli e demoni, Bagnasco non è il Che Guevara dei Sacri Palazzi
ALBERTO STATERA, la Repubblica 12/2/2010
Bertone fece muro contro l’ipotesi Angelo Scola, considerato troppo autorevole e in continuità con Ruini. Si scelse invece Angelo Bagnasco, in sintonia con Ruini ma considerato illusoriamente da Bertone più malleabile. Ma l’immaginario idillio tra Bertone e Bagnasco si bruciò subito, con la lettera che il primo scrisse in occasione dell’insediamento del nuovo presidente della Cei, il 25 marzo del 2007.
Nicoletta Tiliacos, Il Foglio 13/02/2010
Il cardinale Bertone che confidò a un politico amico e molto ciarliero: "Il mio più grande sbaglio è stato di mettere il cardinale Angelo Bagnasco a capo della Cei, al posto di Ruini" [...]L’antagonismo tra segreteria di Stato e Conferenze episcopali è un classico della storia recente della Chiesa. Appena Bertone fu nominato segretario di Stato, nel settembre 2006, non fece mistero di voler assoggettare la Cei alla sua guida. Manovrò perché il successore del cardinale Ruini fosse un vescovo di seconda fila, docile ai dettami d’oltre Tevere. Poi ripiegò su Bagnasco, e appena questo s’insediò, il 25 marzo 2007, gli scrisse nero su bianco, in una lettera pubblica, che il vero capo sarebbe stato comunque lui, Bertone, specie "per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche". La Cei si ribellò e da allora in avanti legge ogni atto di Bertone con il sospetto che celi questa sua pretesa di comando (Sandro Magister, L’espresso 18/2/2010).