NATALIA ASPESI, la Repubblica 24/2/2010, 24 febbraio 2010
GUCCI ARTIGIANI DEL LUSSO
La moda, degradata dall´infausto abbigliamento da televoto del Festival di Sanremo, si affida da oggi alle imbronciate passerelle milanesi nella speranza di recuperare fortuna, estro ed eleganza per il grande popolo internazionale del lusso; quello che, appassionato di made in Italy, per sua fortuna nulla sa degli scafandri luccicanti della Clerici né degli sbrindelli giovanilistici di Arisa. Pare venuta da chissà quale luogo privilegiato Frida Giannini, direttore creativo della Gucci, i cui modelli "non sexy ma sensuali", per il prossimo oscuro inverno, sfileranno sabato.
Trentotto anni, romana, di bellezza delicata, veste con una raffinatezza sideralmente lontana dalla pacchianeria televisiva, veste ovviamente in puro stile Gucci, da lei continuamente rinnovato nei particolari sino all´audacia, che nei decenni ha incantato il mondo del privilegio e della notorietà, Grace Kelly ed Audrey Hepburn, Francis Ford Coppola e Samuel Beckett, Jackie Onassis e Carlo d´Inghilterra. Cosa è il lusso oggi, in tempi di crisi? « affidarsi alla storia esemplare di un marchio, è soprattutto privilegiare ciò che è fatto a mano. In questo senso Gucci non ha mai abbandonato la tradizione della grande artigianalità fiorentina, che si tramanda di padre in figlio».
E su questa eccellenza punta l´eterea direttrice artistica del marchio, che ha scelto per la nuova pubblicità sui quotidiani, foto anni ”50 degli artigiani Gucci al lavoro. Adesso esiste l´artigiano viaggiatore, «un nostro laboratorio itinerante, di negozio in negozio, in cui i clienti possono vedere come nasce una delle nostre borse dalle meravigliose mani dell´uomo». Certo costerebbe molto meno produrre nei paesi dell´est, ma come aveva detto Aldo Gucci, figlio del fondatore Guccio Gucci, «La qualità si ricorda molto tempo dopo che si è dimenticato il prezzo». Oggi, dopo i torvi eventi che hanno segnato la famiglia, non c´è più un solo suo erede nell´azienda, che appartiene al gruppo francese Pinault-Prentemps-Redoute. Ma quel nome è tra i più nobili dell´industria mondiale del lusso, e l´anno prossimo, nel 2011, si festeggeranno i novant´anni del primo negozio Gucci, aperto a Firenze dal capostipite Guccio. «Inaugureremo un museo in un palazzo adiacente a Palazzo Vecchio, cureremo un nuovo libro. Da gennaio la casa d´aste Christie´s sarà a disposizione dei collezionisti del vintage Gucci per certificarlo. Come sponsor della Film Foundation di Scorsese, presenteremo già quest´anno, due capolavori restaurati del cinema italiano, "Il gattopardo" al Festival di Cannes, "La dolce vita" a quello di Roma».
La moda spesso perde la testa e alla fine degli anni ”90 le signore la persero per una borsa, la Baguette Fendi: subito la Gucci chiamò una delle responsabili di quel successo, la giovane Giannini, per occuparsi degli accessori: regnava non solo nell´azienda, ma in tutto il continente frenetico della moda, il texano Tom Ford, che aveva resuscitato il marchio facendo credere alle donne che bastava strizzarsi in guaine nere molto sfacciate per conquistare il mondo. Due anni dopo il legame tra Ford e la Gucci si spezzava e poco dopo Frida prendeva il suo posto. «Era una eredità pesante, le donne spasimavano per lui e la sua moda che era esplosa nel decennio d´oro della vertigine modaiola; io non volevo farmi intimidire dalla sua autorità e dal suo successo, ma dare al marchio una mia impronta personale, di donna. C´era quell´immenso archivio conservato a Milano, quella specie di paese delle meraviglie dello chic e della raffinatezza che aveva segnato il lusso italiano attraverso i decenni. Ho capito che c´era tanto materiale ancora vivo, ho sentito il dovere di rispettare la grande storia del marchio, e senza mai essere nostalgica, ho rielaborato, attualizzato le sue creazioni più fortunate».
Sono tornate, rinnovate, borse celebri come quella col manico di bamboo e quella di cui si era appassionata Jackie Onassis, i disegni di migliaia di foulard d´epoca rivivono nei nuovi abiti di seta. La prossima sfilata riserva molte sorprese: ma non è un momento difficile per la moda? «Non per il lusso, anzi, questo è un periodo molto interessante, appassionante. Sono rimasta affascinata dalla Cina, dove ancora sono gli uomini a comprare il guardaroba delle loro donne cui affidano i personali sogni erotici. un mercato sempre più grande e raffinato per cui è a quei sogni che penso sia necessario adesso andare incontro».