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 2010  febbraio 24 Mercoledì calendario

L´AMORE PER IL LUSSO I LEGAMI CON I BOSS E QUELL´ARRESTO NEGATO - ROMA

L´avvocato col pallino del business, tutto yacht, società estere, auto di lusso e una passione per il Cavaliere, i calabresi dice di non conoscerli affatto. Ma loro, quelli della ”ndrina di Isola Capo Rizzuto conoscevano bene lui. E con lui - si scopre riga dopo riga, dall´ordinanza del gip dell´inchiesta "Broker" sul riciclaggio - facevano affari in mezzo mondo.
Due richieste di arresto in 21 mesi sono un bel record, per il Senato. Ma ora Nicola Di Girolamo, romano di nascita e di residenza, belga per convenienza elettorale, il sogno di farla franca ancora una volta, magari con un altro stop alla richiesta di arresto per «associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio», scopre che il vento è cambiato. Che il partito lo ha mollato. E il capogruppo Maurizio Gasparri che si era speso per difenderlo ed evitargli l´arresto la prima volta, ora dice che le nuove carte «andranno valutate col dovuto rispetto, va combattuta la corruzione», e poi, «nessuno è intoccabile». Il presidente Marco Follini ha già convocato per oggi alle 13 la giunta per le immunità di Palazzo Madama, anche perché le carte al Senato sono già arrivate in serata.
E sono carte che scottano. Perché qui non viene alla ribalta solo il parlamentare accusato di essere referente per il riciclaggio di 2 miliardi della ”ndrangheta in Francia, Svizzera, Lussemburgo, Singapore, Hong Kong, Emirati arabi. Ma di essere stato proprio eletto col determinante contributo della criminalità. Elezione (più di 25 mila voti) con «aggravante mafiosa», la definiscono gli inquirenti: la famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto avrebbe rastrellato in Germania tra gli immigrati di Stoccarda le schede in bianco per scrivere il nome dell´esponente Pdl nella circoscrizione Europa. Era il 2008, e l´avvocato «diveniva così un diretto esponente (della ”ndrangheta, ndr) all´interno del Parlamento». Dalla prima richiesta di arresto che lo raggiunge appena eletto, lo salva un anno fa un escamotage d´aula, l´ordine del giorno di quel Sergio Di Gregorio, unico a difenderlo a spada tratta, ancora ieri sera («Chiarirà ogni vicenda»). Non fosse altro perché Di Girolamo è vicepresidente della "sua" fondazione "Italiani nel mondo".
Intoccabile Di Girolamo - pidiellino, classe ´60, sposato, due figlie, pizzetto sale e pepe - si era sentito fino a ieri. «Stanno cercando di mettermi sulla croce. roba da fantascienza. Mi sento paracadutato in territorio di guerra. Mi sento nel frullatore» abbozzava in serata preannunciando per stamattina una conferenza stampa. «Sono stato in Calabria durante la campagna elettorale, a Pasqua, una sola volta. A Stoccarda ho preso gli stessi voti raccolti in altre città europee. E poi, il telefono. Io sì e no so accendere il cellulare».
E invece lo usa, il telefono, il senatore. Pur se con circospezione, come annotano i magistrati nell´ordinanza: il suo nome compare soprattutto nelle intercettazioni che raccontano come il sodalizio criminale tenta di far rientrare i capitali dall´estero e di investirli. Nella scarna autobiografia inviata al Senato per la Navicella di inzio legislatura, Di Girolamo ricorda solo di essere presidente della Fondazione "Porfili" e del collegio sindacale della onlus "Nicolas Foundation". I magistrati scoprono tanto altro. Socio e fondatore dello studio "Di Girolamo-Straffi & Associati" di Roma, vicepresidente dell´associazione Promozione Tecnologie e sviluppo di Roma, vicepresidente del Consiglio direttivo Europartners, sindaco del gruppo Net spa, di Assisi Project spa. Le telefonate tra lui e i soci in affari, scrivono gli investigatori, «sono criptiche» e rimandano a successivi incontri, come quelle con Fabrizio Rubini, arrestato nel 2005 con l´accusa di omicidio, e socio di Di Girolamo in varie società (Wbc srl, Emmemarine srl, Progetto ristorazione). Ma socio Di Girolamo risulta essere soprattutto di Marco Toseroni. A loro, si legge nell´ordinanza, risulterebbero «riferibili direttamente i conti esteri accesi presso la Standard Chartered Bank per 1 milioni 150 mila, nel 2007. Somma utilizzata per l´acquisto di autovetture di lusso e di grossa cilindrata e di imbarcazioni che venivano date in uso ai membri dell´associazione». Quali? La Bmw X5 era in uso al senatore, a lui e al socio Mokbel la Ferrari F430, come pure la Jaguar E, al solo Di Girolamo l´AudiA8. Amante del mare, l´avvocato-imprenditore ha preferito riservarsi l´utilizzo dei gioielli da diporto, la Ferretti 45 Fly e la Ferretti 550.
Quando nel 2008 il suo seggio ha iniziato a traballare, l´intraprendente senatore ha pensato di disegnarsi una leggina su misura, per sanare l´anomala elezione all´estero. Ma quella legge ad personam, almeno quella, non è passata.