Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/2/2010, 25 febbraio 2010
Riforma stato sociale Di Roberto Giardina BERLINO – Sull´ultima copertina di ”Spiegel”, il più autorevole settimanale tedesco, appare come un personaggio dei fumetti, il verde e muscoloso Hulk che rappresenta il liberale Guido Westerwelle, l´elegante vicecancelliere e ministro degli Esteri che crea problemi a Angela Merkel e alla coalizione, e divide il paese
Riforma stato sociale Di Roberto Giardina BERLINO – Sull´ultima copertina di ”Spiegel”, il più autorevole settimanale tedesco, appare come un personaggio dei fumetti, il verde e muscoloso Hulk che rappresenta il liberale Guido Westerwelle, l´elegante vicecancelliere e ministro degli Esteri che crea problemi a Angela Merkel e alla coalizione, e divide il paese. Chiede una riforma radicale dell´assistenza sociale. E’ convinto infatti che garantire a tutti la sicurezza, al di là dei propri meriti, conduce una società alla decadenza, come avvenne per l´Impero romano. Giusto aiutare chi ha bisogno, aggiunge, ma bisogna anche stangare chi sfrutta lo Stato. Ma, per il momento, la battaglia gli costa cara: il suo partito, l´FDP, è crollato all´8 per cento, quasi la metà di quanto aveva raggiunto al voto dello scorso settembre. E Angela è sempre più inquieta. In Germania ci sono ormai famiglie in cui, da tre generazioni, nessuno lavora, e si accontenta di quanto passa l´assistenza pubblica, che, spesso, più risorse di quante ne riceve chi svolge un lavoro non qualificato. Qui in Germania non occorre nemmeno fingersi invalido, come in Italia, per poter sopravvivere. Ci pensa lo Stato. L´assegno sociale, il cosiddetto Hartz IV, da non confondere con il sussidio di disoccupazione, ammonta a 347 euro, più casa, luce, acqua, gas, assistenza sanitaria. Un esempio: padre, madre e due figli, ricevono in casi particolari fino a 1600 euro al mese, più alloggio e spese connesse. Se il capofamiglia andasse a lavorare, arriverebbe intorno ai duemila euro, ma dovrebbe pagare le spese di trasporto per raggiungere il psoto di lavoro, la colazione fuori casa e anche l´affitto, e tutto il resto. Arno Dübel è apparso in prima pagina con un titolo cubitale sulla ”Bild”: è il più sfacciato del paese. Pur avendo 54 anni, non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua. Dal 1974, si mantiene grazie all´assegno sociale, il minimo vitale a cui tutti hanno diritto. Anche gli asociali, si rammarica il quotidiano. Arno ha tramutato la disoccupazione nella sua occupazione, se perdonate l´assonanza e il gioco di parole. Compare regolarmente in tv, viene intervistato da riviste e giornali, e si lascia retribuire, come è giusto. Per organizzare il suo lavoro di disoccupato si è preso una sorta di manager. Quindi, sia pure alla buona, è diventato un datore di lavoro. In 36 anni è costato allo Stato tedesco circa 300mila euro. ”Lavorare mi stanca, chi lavora è un idiota”, ha spiegato la sua filosofia di vita. E´un caso limite, ovvio. Molti non si danno da fare, e molti altri non trovano alcuna occupazione, soprattutto nella ex Germania Est. La reazione di Westerwelle è stata provocata da una sentenza della Corte Costituzionale che ha valutato troppo esiguo l´assegno per i bambini, che non è in grado di garantire loro un futuro diverso da quello dei genitori. Si dovrà decidere un aumento entro l´anno. Ma le casse sono vuote, e ciò significa rinunciare alla promessa dei liberali di abbassare le tasse. E´ triste essere poveri in un paese ricco. In Germania è povero chi è costretto a vivere con meno di 781 euro al mese, il doppio dell´assegno Hartz. E sono in 8 milioni e 600mila, il 15 % della popolazione. I bambini che vivono sulla soglia di povertà sono a Berlino quasi il 30 %, nel paese´circa 2 milioni e 600mila, circa il 10,2 contro il 2,4 della vicina Danimarca. Secondo gli oculati burocrati di Hartz IV, un bambino costa al giorno 3,11 euro per il vitto, 25,07 euro al mese per i vestiti, 11,51 euro per i mezzi pubblici. Nel conto ben 62 cent sono destinati ai giocattoli. Un terzo dei bambini poveri è figlio di emigranti.