Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 24/2/2010;, 24 febbraio 2010
IL FATTO DI IERI - 24 FEBBRAIO 1949
Ci fu un tempo in cui gli italiani erano affamati di un tetto e di un lavoro. Erano gli anni del dopoguerra e a cercare di dare una risposta a milioni di cittadini ci pensò un giovane Fanfani, allora ministro del Lavoro, artefice del celebre Piano INA-Casa, diventato legge il 24 febbraio ”49. Un progetto settennale da 15 miliardi di lire l’anno, concepito inizialmente in termini di assistenza ai disoccupati e di prelievo sui salari, che molti vedranno come un formidabile volano di consensi e di voti da parte della Dc. Frutto di un keynesismo sui generis e di un solidarismo cattolico, il piano Fanfani, con 2 milioni di vani e 355 mila alloggi realizzati in poco più di dieci anni, fu comunque uno dei grandi successi della Ricostruzione, destinato a dare a ingegneri e architetti una chance professionale e a cambiare vita e urbanistica del paese. Con qualche esempio interessante come il complesso di Forte Guezzi a Genova o il quartiere Harar di Milano. Sia pur con qualche strappo speculativo, siamo ancora lontani dal sacco delle città e dalle tangenti dei palazzinari. Per questo bisognerà attendere tempi futuri. Dall’abusivismo selvaggio anni ”60 agli scempi dei giorni d’oggi, corruzione compresa.