24 febbraio 2010
Antonino Correnti, 63 anni. Originario di Enna ma residente nel Comasco, artigiano specializzato nella fornitura e posa di pavimenti e parquet, separato da quindici anni dalla moglie che gli aveva dato due maschi e una femmina, da dodici anni viveva nella frazione di Visino con la convivente Lina Ruggero, bidella nell’asilo del paese
Antonino Correnti, 63 anni. Originario di Enna ma residente nel Comasco, artigiano specializzato nella fornitura e posa di pavimenti e parquet, separato da quindici anni dalla moglie che gli aveva dato due maschi e una femmina, da dodici anni viveva nella frazione di Visino con la convivente Lina Ruggero, bidella nell’asilo del paese. Tifoso della Juve, «brava persona, gran lavoratore», era spesso in lite col convivente dell’ex moglie Carlo D’Elia, 57 anni, che l’accusava di avergli soffiato parecchi clienti (facevano lo stesso mestiere) e inoltre ce l’aveva con lui perché a suo dire non versava gli alimenti al figlio disabile, rimasto a vivere con la madre. L’altro mattina D’Elia aspettò che Correnti uscisse di casa per andare a lavorare, tra i due subito scoppiò una discussione e allora lui, tirata fuori dalla giacca una pistola calibro 7,65, prima gli suonò il calcio sulla testa, poi gli sparò un colpo dritto in faccia. Verso le 7 di mattina di martedì 23 febbraio nel parcheggio tra la chiesa e il cimitero di Visino a Valbrona in provincia di Como.