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 2010  febbraio 23 Martedì calendario

LA CAMPANIA ADDOMESTICA L’AUTOVELOX: NON PU FARE MULTE - L’ autovelox? Sì, ma a condizione che non faccia le multe

LA CAMPANIA ADDOMESTICA L’AUTOVELOX: NON PU FARE MULTE - L’ autovelox? Sì, ma a condizione che non faccia le multe. L’aspirazione di qualche decina di milioni di automobilisti italiani è diventata legge. Ci ha pensato la Regione Campania, scossa da inchieste ed emergenze a ciclo continuo, divisa da una campagna elettorale torrida come e più che altrove, ma unitissima quando si parla di «interesse» dei cittadini. Quando l’estate scorsa l’opposizione promosse la «Regolamentazione ed uso degli apparecchi di misurazione della velocità», la legge passò all’unanimità dei consiglieri in un tripudio di mani alzate. Forse perché finalmente metteva ordine nella giungla dei laser stradali, in cui l’ingegno di arcigni persecutori aveva inventato «pali per la sopraelevazione » e «vari dispositiviper la mimetizzazione e l’occultamento dei misuratori», escamotage che la nuova legge vieta tout-court promuovendo invece «l’uso consapevole degli apparecchi in questione ». Uso consapevole che si riassume nell’articolo 2: «Non è consentito l’uso repressivo dell’autovelox». Sul punto, però, ora dovrà esprimersi la Corte costituzionale. • A NAPOLI L’AUTOVELOX NON SAR REPRESSIVO - Autovelox sì, ma con misura. La guerra al superamento dei limiti di velocità si faccia pure con i laser, ma con un limite chiaro: che non sia «repressione», ma trasparente «prevenzione», niente più multe selvagge ma educata persuasione. Basta agli agguati dietro le curve, dentro la vegetazione, appesi al palo della luce, dove sembra di capire (leggendo i commi) che le polizie campane si divertono a installare macchinette spolpa-automobilisti. La legge regionale 10/2009, approvata l’estate scorsa dal Consiglio della Campania all’unanimità,traccia per la prima volta le linee guida (anzi, le «Finalità» come titola pomposamente all’articolo 2) dell’«uso consapevole » del laser meno amato dai patentati: «Ai fini del corretto utilizzo, gli apparecchi di misurazione della velocità devono essere impiegati esclusivamente a scopo preventivo e per indurre una maggiore consapevolezza dell’uso dei mezzi di trasporto ». Se non fosse ancora abbastanza chiaro il concetto, il legislatore campano indugia in un ultimo, lapidario comma: «Non è consentito l’uso repressivo di tali apparecchi». E se l’equazione semantica repressione= sanzione ha ancora un significato, sembra di capire che la Campania sia l’unica regione "de-autovelocizzata" per legge propria. Eppure il proponente di quella legge, forse una delle poche di cui gli italiani non farebbero a meno, non la pensa esattamente così: «L’idea – dice il consigliere Paolo Romano (Pdl), capogruppo dell’opposizione – è di dare una regola alle amministrazioni locali della Campania su un tema, anzi, su un nervo scoperto: gli autovelox non servono a fare cassa ma a sviluppare la coscienza civica e civile di chi guida un mezzo a motore». Quindi, come recita la norma, «per assicurare il perseguimento ottimale delle finalità di cui alla presente legge, tutti gli apparecchi devono essere installati esclusivamente a livello stradale, con esclusione di pali per la sopraelevazione» e di altri mezzi «per la mimetizzazione e l’occultamento».  lecito sospettare che così si ottiene l’unico risultato di far rallentare gli Alonso del Golfo solo nei trecento metri di rettilineo annunciato e pro-tetto? Non secondo il consigliere Romani: «Noi dobbiamo educare gli automobilisti a comportarsi bene, e non invece a essere rapinati da amministrazioni voraci e con bilanci in dissesto». Nel coro di consensi alla norma salva-(curve)paraboliche, l’unica voce dissonanteè quella dell’ufficio legale della Presidenza del Consiglio, che ha proposto ricorso direttamente alla Corte costituzionale: invasione di campo, si ipotizza, considerato che in materia di trasporti la competenza legislativa esclusiva è dello Stato, senza spiragli per la concorrenza delle regioni. L’udienza si terrà a fine aprile, ma al consiglio regionale – che ha già dato mandato all’avvocatura di difendere la propria legge davanti alla Consulta ”non si scompongono: « solo una questione tecnica molto specifica sulle distanze della cartellonistica, il principio della non-repressività dell’autovelox non è in discussione ».