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 2010  febbraio 23 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ANGIUS

GAVINO"

[Gian Maria Fara], ”Un uomo dal passato socialdemocratico e oggi con moltissimi amici di sinistra, di centro, di destra. Perché - sostiene Mastella – ”come molti studiosi non guarda in faccia nessuno e non fa scelte di campo”. Che potrebbe essere però anche un modo elegante per definirlo un abile navigatore. Del resto basta dare uno sguardo ai nomi del consiglio direttivo dell’Eurispes: da Gianni Alemanno a Gavino Angius, a Irene Pivetti, a Vincenzo Scotti, a Renzo Foa. Alcuni dei quali, in ordine sparso, graditi commensali alla consueta cena di mezza estate”.
(Maria Stella Conte, ”la Repubblica” 19/3/2002)

Il primo luglio è stato eletto il nuovo capogruppo Ds al Senato (il precedente, Cesare Salvi, è diventato ministro del lavoro). Per la prima volta nella storia del Pci, poi Pds e ora DS, non c’era un candidato unico ma due: Gavino Angius 58 voti e Enrico Morando, 31 voti. I sette senatori della sinistra hanno votato scheda bianca.

Fonte: Nedo Canetti, líUnit࿡ 02/07/1999

"Devo confessare di rimanere sempre colpito ogni volta volta che il Papa, avverto la dimensione elevata del suo magistero, per usare un termine della sinistra, i pensieri lunghi"
Fonte: Gavino Angius sull’’Unità” di sabato 21 agosto

"Forse mancherà qualche numero ma credo che la maggioranza continuerà ad esistere. Sopravviveremo"
Fonte: Gavino Angius sull’’Unità” di sabato 17 luglio

"Il premier uscente sarà il nostro candidato. Mi sembra logico, naturale. Non so che cosa voglia fare Veltroni, ma un diessino alle primarie basta e avanza"
Fonte: Gavino Angius sul ”Giornale” di lunedì 8 febbraio 1999.

"Auto blu e assessori in carriera sono il nostro muro di Berlino"
Fonte: Gavino Angius sulla ”Repubblica” di venerdì 2 luglio 1999

"Il partito non è una bocciofila di Trastevere, dalla quale entrare e uscire"
Fonte: Gavino Angius sulla ”Repubblica” di venerdì 5 febbraio 1999

"Lo status di parlamentare europeo non è titolo nobiliare"
Fonte: Gavino Angius sul ”Messaggero” di venerdì 29 gennaio 1999

[Stefano Folli nominato direttore del Corriere] Gavino Angius si dice perplesso per le «reazioni e gli atteggiamenti allarmati» seguiti alla nomina di Folli.
Fonte: n. a. ”l’Unità” 31/5/2003

«Sulla legge elettorale la maggioranza ha non solo il diritto ma il dovere di andare avanti, anche da sola!», tuona Gavino Angius.
Fonte: Corriere della Sera 04/10/2005, pag.1-6 Gian Antonio Stella

La nuova alleanza tra Sdi e Radicali ha scelto l’attacco al Concordato come cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Qualche settimana fa Gavino Angius, dei Ds, ha parlato del riaffacciarsi in Italia di una ”questione vaticana”. L’uomo politico sardo, probabilmente, voleva riallacciarsi alla tematica sviluppata dal suo illustre conterraneo Antonio Gramsci, che nei quaderni del carcere aveva a lungo ragionato sulla questione romana. Il senso fondamentale del ragionamento di Gramsci, però, era sostanzialmente opposto a quello del suo preteso epigono. La questione romana, per Gramsci, consisteva nel problema dell’esclusione dallo Stato e dalla vicenda politica delle masse cattoliche, soprattutto rurali, che interpretava, da comunista, come fattore di indebolimento della partecipazione popolare al processo rivoluzionario. L’obiettivo di Gramsci era l’inclusione dei cattolici nello Stato, per Angius quello dell’esclusione della gerarchia cattolica dal dibattito politico, che è quasi il contrario. Non è questo l’unico caso in cui, con l’andar del tempo, le posizioni politiche e ideologiche sui temi del rapporto tra Chiesa e Stato, religione e politica, fede e ragione hanno subito una modificazione che spesso ha avuto il senso di un capovolgimento.
Fonte: Il Foglio 12/11/2005, pag.IV Sergio Soave

[Su Guglielmo Epifani durante la scalata Unipol-Bnl] Gavino Angius gli ha riconosciuto, lo scorso dicembre: «Epifani ha più elementi di me per giudicare» (intervista a Repubblica).
Fonte: Libero 08/01/2006, pag.1-5 Renato Farina

Berlusconi sorride. Sforna chiacchiere da bar sport, ma diverte o almeno rilassa. Nel ’96 fece una campagna rancorosa, livida, e perse: imparata la lezione, ha vinto. Oggi la lotta è impari. Il centro-sinistra è una parata di sguardi dolenti, fronti corrugate, musi lunghi. Si pensi ai big della Quercia, Fassino, D’Alema, Luciano Violante, Gavino Angius: quale italiano che non sia ultra-politicizzato può aver voglia di invitarli a una festicciola?
Fonte: Claudio Rinaldi la Repubblica, 23/02/2002

E a incarichi di prestigio sono candidati i diessini Gavino Angius, Livia Turco e Anna Finocchiaro. Si parla di dicasteri come Giustizia, Sanità: tali, insomma, da richiedere un impegno e una presenza costante. Un problema per l’Unione al Senato».
Fonte: Corriere della Sera, 30/4/2006

Il Senato e la Camera, hanno detto in diverse occasioni due figure agli antipodi come Gavino Angius e Filippo Mancuso, si sono trasformate «in una succursale dello studio Previti».
Fonte: Filippo Ceccarelli, La Repubblica 05/05/2006

Giovedì 25, poi, Palazzo Madama si è ripopolato presto, alle 9,30. Presidenza affidata a un altro vice, il diessino Gavino Angius. Il senatore Enrico Pianetta, di Forza Italia, ha rammentato che il successivo 27 gennaio sarebbe ricorsa «la Giornata della Memoria», e cioè «un momento importante per ricordare». Il vicepresidente Angius, fra battimani scroscianti, si è associato alle parole del collega Pianetta.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 1/2/2007, pagina 1

La guerra arriverà al calor bianco durante il congresso nazionale dei Ds, previsto per aprile a Firenze. Se non ci sarà un terremoto, il vincitore risulterà Piero Fassino. E il Partito democratico, per ora un pallido fantasma, diventerà subito una prospettiva più vicina e concreta. A perdere saranno le altre due mozioni, la seconda di Fabio Mussi e la terza di Gavino Angius. Però il vero sconfitto sarà il ministro dell’Università, baffuto, spiccio, uso a parlare chiaro e, dunque, simpatico.
Fonte: L’Espresso 15/03/2007, pag.71 Giampaolo Pansa

A Bologna Fassino sta sull’87 per cento, Mussi al 4,3, Angius al 7,3, «ma è un successone, perché noi un mese e mezzo fa non esistevamo». […]«Il nostro congresso ormai è un votificio», dice Angius.
Fonte: Antonella Rampino, La Stampa 15/3/2007

[Fabio Mussi] intanto si perde qualche esponente che non se la sente di abbandonare: l’ex portavoce dello stesso Correntone, Vincenzo Vita insieme ad un gruppetto di amministratori in Calabria, Piemonte e Basilicata. Ma forse si ritroverà accanto il primo firmatario della terza mozione, vale a dire Gavino Angius. Che non ha ancora deciso, ma che potrebbe portare fuori della Quercia e, quindi, del futuro Pd, metà della sua corrente, mentre l’altra resterebbe, insieme a Massimo Brutti. E che ha impostato gran parte del suo intervento in un attacco ai cattolici, a partire dai Dico: «Non sono credente, ma non mi considero portatore di una morale inferiore».
Fonte: Roberto Zuccolini, Corriere della Sera 21/4/2007

«Cerchi Angius?», ti chiedono all’ufficio stampa dell’Ulivo. Tutti cercano Gavino Angius: i cronisti politici per capire, i portaborse per regolarsi, i capi e i capetti del futuro Partito democratico per dire che gli dispiace, non se l’aspettavano, dopo Mussi un altro compagno di rango che si ferma, saluta, se ne va. La cosa sorprendente è che in tutti i ragionamenti si parli spesso solo di Mussi e di Angius e si affronti insomma la faccenda come se questa scissione, questa storia di lacrime e addii, non riguardi almeno altri dieci senatori e oltre ventidue deputati.
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 25/4/2007

Gavino Angius, il co-leader della Sinistra democratica, sembrava contrario, ma ora, oltre a dire la sua ammirazione per i socialisti di Enrico Boselli che «hanno resistito alla bufera», si mostra disposto a percorrere «una strada insieme a Prc e Pdci per una grande forza plurale». Peppino Caldarola si agita sulla sedia. «Se Angius mi avesse dato retta, seconda e terza mozione assieme a Firenze avrebbero preso il 40 per cento...».
Fonte: Monica Guerzoni, Corriere della Sera 6/5/2007

Il progetto [la nuova costituente socialista] raccoglie già l’adesione di Gavino Angius (Sinistra democratica), del presidente onorario dell’Arcigay Franco Grillini (Sd) e del senatore ex ds Roberto Barbieri.
Fonte: Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera 15/7/2007

E tuttavia, nel caso dei giovani con lavori precari, c’è un nesso logico che la sinistra – con qualche rara eccezione, come il senatore Gavino Angius – fatica ad accettare. Il maggior ostacolo che questi giovani (ma anche molti purtroppo non più giovani) hanno di fronte a sé è la rigidità dei contratti a tempo indeterminato, in particolare il fatto che licenziare un lavoratore con un posto fisso è spesso impossibile.
Fonte: Francesco Giavazzi, Corriere della Sera 26/8/2007

Per la prima volta, dopo quindici anni, non ci sono scissioni, addii e lacrime. Ma si ritrovano quasi tutti insieme. Bobo Craxi, Gianni De Michelis, Ugo Intini e Rino Formica portano con sé nel neonato Partito socialista (simbolo quadrato, sfondo rosso e una rosa) anche qualche pezzo da novanta dei Ds: non solo Lanfranco Turci, già compagno di strada nella Rosa nel Pugno, ma anche Gavino Angius e Roberto Barbieri.
Fonte: Gianna Fregonara, Corriere della Sera 6/10/2007

[Sulle difficoltà del governo Prodi]«La colpa di questa situazione - aggiunge Gavino Angius - è degli strateghi del Pd, di Veltroni che con il nuovo partito doveva stabilizzare il quadro politico e invece ci troviamo con la m... fino al collo. Il rischio è avere una crisi al buio e tutte le opzioni sono possibili, anche il precipitare verso le urne, con il risultato che a vincere sarà Berlusconi. Una grande opera d’arte dei lungimiranti strateghi di Santa Anastasia».
Fonte: Amedeo La Mattina, La Stampa 21/12/07

[Lino Jannuzzi sui politici] Quelli di oggi? «Bazzecole. Da questa parte, c’è Berlusconi. A sinistra, zero. Al Senato è emersa da poco Anna Finocchiaro. Prima, c’era solo Gavino Angius capace di parlare. Per il resto, molte brave persone - non tutte, sia chiaro - ma al di sotto della sufficienza».
Fonte: Il Giornale 7 aprile 2008, Giancarlo Perna

Qui, tra queste sterpaglie, i ragazzi della Federazione giovanile comunista, quei «khomeinisti» tra i quali militava l´attuale sindaco uscente Leonardo Domenici, piantarono nel 1989 la tenda rossa che indusse il segretario del Pds Achille Occhetto a bloccare la speculazione immobiliare della Fondiaria sulla piana fiorentina del Castello. «Sento puzza di bruciato», disse nella notte tra il 26 e il 27 giugno di quell´anno di disgrazia in una telefonata al segretario provinciale Paolo Cantelli, che si schiantò sulla sedia. E un´intera classe dirigente locale comunista, forse l´avanguardia di quella definita oggi «sinistra immobiliare», fu di fatto segata in una notte, nonostante i riti consolatori di Fabio Mussi e Gavino Angius, spediti a Firenze a trattare i reprobi.
Fonte: Alberto Statera, la Repubblica 5/12/2008

[Arturo Parisi] crebbe nella famosa parrocchia San Giuseppe di Sassari, che annoverava tra i suoi parrocchiani due futuri presidenti della Repubblica (Antonio Segni e Francesco Cossiga), l’uomo che avrebbe guidato il Pci (Enrico Berlinguer), un ministro dell’Interno in nuce (Beppe Pisanu), Luigi Manconi, Gavino Angius...
Fonte: Barbara Romano, Libero 1/2/2009