Varie, 23 febbraio 2010
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Panizza Vladimiro
• Fornaci di Fagnano Olona (Varese) 15 gennaio 1945, Cassano Magnago (Varese) 21 giugno 2002. Ciclista. «In oltre 25 stagioni il piccolo Miro ha saputo regalare grandi emozioni, ma ha avuto il torto di nascere in un momento sbagliato, in un periodo, nel ciclismo degli anni Sessanta, dove i grandi comandavano e i gregari lavoravano. Eppure Miro Panizza da Fornaci di Fagnano Olona, varesino, nel 1967, anno del debutto tra i ”prof” aveva mostrato le sue caratteristiche di scalatore nella tappa del Giro conclusasi alla Tre Cime di Lavaredo. Aveva vinto Gimondi, precedendo di pochi secondi Merckx e Motta. Poiché c’erano state spinte davvero scandalose, Sergio Zavoli al ”Processo alla tappa” aveva indotto Torriani ad annullare la frazione. Il solo che aveva raggiunto il traguardo con le proprie gambe, piazzandosi alle spalle dei ”tre mostri” era stato proprio Panizza. Tra le lacrime invocava giustizia, ma non poteva andare contro i ”grandi del momento”. Così dovette accontentarsi degli elogi del ”Processo alla tappa”. Lottando e brontolando, Panizza ha partecipato al Giro (ne ha collezionati 18) e al Tour, ed è riuscito a cogliere qualche importante vittoria (Romagna, Milano-Torino, Midi Libre, Etna e Friuli). riuscito anche a far tremare Bernard Hinault sulle strade del Giro ”80 quando Miro visse sei giorni in maglia rosa prima di concludere al secondo posto. E al Mondiale di Sallanches ”80, vinto da uno scatenato Hinault su Baronchelli, finì quarto. In un’epoca di straordinari campioni, è riuscito a ritagliarsi una fetta di popolarità. Che non gli è servita a restare nell’ambiente: si era rifugiato a collaborare con gli organizzatori svizzeri, che lo stimavano e lo apprezzavano» (Gianfranco Josti, ”Corriere della Sera” 22/6/2002). è stato uno dei ciclisti italiani più famosi degli anni 70-80, sulla bici sembrava non invecchiare mai. Fisico tarchiato e solido, era l’emblema del corridore tenace, spesso fra i primi, raramente primo. Carriera esemplare, è stato capace di raccogliere una lunga serie di piazzamenti nei 18 Giri d´Italia a cui si è iscritto: il risultato migliore è stato il secondo posto ottenuto a 35 anni, ormai smesso per meriti sportivi il ruolo di gregario. Quell’anno arrivò alle spalle di Bernard Hinault: era l’edizione del 1980 e avrebbe indossato la maglia rosa per sei tappe prima della devastante azione sulle Alpi del bretone. Durerà al Giro fino ai 40 anni con due soli ritiri e due tappe vinte in tutto (nel ”75 e nel ”78). Quattro i suoi Tour de France: fu quarto nel ”74 dietro Merckx, Poulidor e Lopez Carril. La sola gara a tappe che vinse, a dimostrazione di una grande forza priva del lampo del campione, fu il Midi-Libre del 1977. Tre volte azzurro ai mondiali, disputò la più bella prova iridata sempre nel 1980 a Sallanches, su un percorso micidiale: finì quarto e ancora alle spalle di Hinault. Nella sua lunghissima carriera da professionista, ha indossato le casacche gloriose della Bianchi e della Gis, in questa squadra in qualità di luogotenente fedelissimo di Francesco Moser, il capitano che saliva a fatica e che chiedeva a ”Miro” un traino per non perdere i secondi guadagnati nelle cronometro» (’la Repubblica” 22/6/2002).