Frammenti, 19 febbraio 2010
Tags : Giulio Andreotti
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ANDREOTTI
GIULIO"
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2009
Il condono del 1991, quando presidente del Consiglio era Giulio Andreotti, diede ”solo” 6500 miliardi di gettito (Maurizio Stefanini, Libero 24/09/2009)
Chi ha raggiunto e superato la mezza età ricorda ancora le domeniche a piedi nel 1975, l’aumento dei giorni lavorativi, Giulio Andreotti costretto ad abolire la festività dell’Epifania. Un attacco alla Befana in nome della produttività, che ancor oggi lo fa sentire in colpa (STEFANO CINGOLANI, IL FOGLIO 11/6/2009)
La Banca Rasini, con un solo sportello a Milano in piazza dei Mercanti, era alternativamente definita «Vatican bank», «Sportello della mafia» o «Banca di Andreotti» (Alberto Statera per "la Repubblica", rilanciato da Dagospia il 3.6.9 2009)
A Giulio Andreotti è riuscito una specie di miracolo: si è seduto sulla poltrona di premier il 17 febbraio del 1972 (Andreotti I, dunque); si è alzato (temporaneamente, certo) il 26 febbraio. In quell´occasione nemmeno un mese durò la fatica, neanche il tempo per l´indennità piena da ritirare alla cassa. Se invece conta il risultato finale, i sette governi composti sono valsi ad Andreotti 2226 giorni al potere. Terza posizione assoluta, appena un passo dietro De Gasperi (A.Cap., la Repubblica 8/9/2009)
«’Mi confessavo quando ero ragazzino. Da piccolo certamente lo facevo con una certa regolarità, come facevamo un po’ tutti quanti in ambiente cattolico”. Questo significa che da grande non lo fa più? ”Lasciamo perdere”. un no? ”Diciamo che ognuno si deve fare i fatti suoi su questo”» (Giulio Andreotti intervistato da Giacomo Galeazzi). (varie giugno 2009)
certificato dai documenti giudiziari che Cosa nostra volesse uccidere Claudio Martelli, Calogero Mannino, Carlo Vizzini e persino Giulio Andreotti. Per alcuni di loro il progetto era diventato già esecutivo. Ma ad un certo punto Totò Riina cambiò strategia e tornò a cercare di colpire i magistrati (Francesco La Licata, La stampa 19/10/2009)
2008
E il malore di Giulio Andreotti? «Il panico. Avevo paura di toccarlo e scoprire che non si muoveva più. Poi, rivedendolo, ho riso come una pazza. Per settimane i collaboratori mi hanno chiamato "Presidente, presidente!"». (Paola Perego aproposito di Questa domenica) (Andrea Scanzi, la Stampa 20/12/2008)
«Ero un lavativo»: così si definisce Giulio Andreotti, ricordando i tempi del quarto ginnasio al liceo Tasso, quando si beccò una bocciatura: «Quell’anno la scuola non era in cima ai miei pensieri, pensavo solo a giocare a pallone». Però, una volta davanti ai quadri, la sentenza «respinto» gli bruciò parecchio: «La presi male, anche se la bocciatura in fondo me l’ero meritata tutta». Comunque quella ferita gli insegnò molto: «Imparai a reagire, feci due anni in uno e recuperai l’anno». (Donatella Marino e Antonella Piperno, Panorama, 11 dicembre 2008)
Ha visto il film Il divo? Presenta il suo amico Giulio Andreotti come un uomo che vive solo per il potere, implicato in omicidi, attentati e scandali, che non muove un dito per salvare Aldo Moro. «Ma non è vero, non è vero! Giulio non va a messa tutti i giorni per routine. Ci va perché non può vivere senza il rapporto quotidiano con Gesù vivo e vero presente nell’eucaristia. Se non fosse così, lo rinnegherei. Come un marito che dice alla sua sposa: ”Vattene!”». Però nel 1978 firmò la legge sull’aborto. «Purtroppo! E Tina Anselmi no? E Francesco Bonifacio, Tommaso Morlino, Filippo Maria Pandolfi no? Tutti dc. E Giovanni Leone, il capo dello Stato che la controfirmò? Pure lui democristiano. Sottoscrissero in sei il via libera a un delitto che la Chiesa definisce ”abominevole”. terribile» (Francesco Angelicchio, primo italiano dell’Opus Dei). (Il Giornale 14 settembre 2008, Stefano Lorenzetto)
Pennichella è termine che ha origini romanesche. «Viene dal verbo pendere. – spiegò una volta Giulio Andreotti che è riuscito a rispettare il sacro rito persino negli anni delle sue sette presidenze del Consiglio – in romanesco: pennere, cioè pendere il capo sul divano, perché la pennichella si fa lì sopra. Deve durare 25-30 minuti, non di più, per non alterare il ciclo del sonno. Se non la fai, la giornata prende una piega differente». (Libero 17 luglio 2008, Mattias Mainiero)
Andreotti (interpretato da Toni Servillo, protagonista anche in Gomorra) ha definito il film Il Divo «una mascalzonata». Tullio Kezich: «Se è vero che cominciare con quella serie di ammazzamenti da mettere in conto a un ”Grande vecchio” presto identificato è alquanto proditorio (e aggiungiamo pure qualche ulteriore grossolanità polemica), è altrettanto vero che in capo a un paio d’ore la veemenza dell’accusa si è dissolta nella contemplazione di una personalità fondente lucidità, umorismo e astuzia nel crogiolo dell’intelligenza. Per cui mi consenta di osservare che stavolta lei ha sbagliato la mossa. Non doveva cadere nella trappola di assistere al film in compagnia di abili giornalisti interessati a cavarne uno scoop. Doveva fare come Fellini, che quando gli chiedevano come giudicava l’ultimo dei tanti libelli usciti su di lui rispondeva: ”Me ne hanno parlato, lo leggerò...”». ( Tullio Kezich, Corriere della Sera 24/5 2008);
2007
Suonerie dei cellulari di alcuni vip. Il senatore Giulio Andreotti ha l’Inno alla gioia di Beethoven (Davide Desario, Il Messaggero 1/8/2007)
Il record italiano per guida di esecutivi spetta ad Alcide De Gasperi. Segue Giulio Andreotti con 7 (Il Sole 24 Ore 09/02/2007)
Sulla Navicella parlamentare Giulio Andreotti ricorda di avere una laurea della Sorbona, una della Loyola University di Chicago, una degli atenei di Salamanca, di La Plata, della Notre Dame University di South Bend, Indiana (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 6/5/2007).
Dalle dichiarazioni dei redditi dei politici italiani risulta che il senatore a vita più ricco è Sergio Pininfarina con 1.007.004 euro l’anno, seguito da Carlo Azeglio Ciampi con 752.389 euro. Terzo Giulio Andreotti con 505.792 euro (La Stampa 18/4/2007)
2005
Il più grande nemico della Befana fu Giulio Andreotti, che nel 1977 la tolse dal calendatio delle festività ( Onda tv 31/12/2005)
C’era però chi, come Giulio Andreotti, fin dal 1945 aveva manifestato la massima preveggenza sulla presenza femminile al governo: «una o due donne avrebbero dato un colorito di vera novità democratica al ministero ma sei donne avrebbero rappresentato un spinta decisa verso il matriarcato» (Mirella Serri, La Stampa 31/1/2005)
2004
Giulia Bongiorno, 38 anni, è stata l’avvocato di Giulio Andreotti e ora difende Sergio Cragnotti. Ogni tanto vede ancora Andreotti: «Il suo ufficio è qui vicino: 114 passi, due minuti e venti». Ricorda che anche il senatore è molto puntuale: «Una volta siamo stati insieme a una cena e siamo arrivati così in anticipo che la padrona di casa si stava ancora infilando i collant». (Paola Jacobbi, "Vanity Fair" 25/3/2004)
Giulio Andreotti appunta in data 6 marzo 1978: «Stanotte ho sognato Togliatti. Vestiva di grigio. Gli ho chiesto come stesse e mi ha risposto: ”Lassù non mi hanno trattato male”». (Filippo Ceccarelli La Stampa, 11/08/2004)
Giulio Andreotti: «Di bugie ne ho dette tante che non me le ricordo! Però racconto volentieri questa: da ragazzo, quando ereditai da nonna un castagneto e un uliveto, i contadini venivano a casa mia solo per portarmi la cartella delle tasse. Mai visto un goccio d’olio, mai vista una castagna. Alla fine, ma solo per liberarmi delle spese, quei poderi glieli regalai. E anni dopo, al mio primo comizio, mi ritrovai a lodare la socialità dei nostri contadini! Che poi proprio una bugia non era, al tempo non c’era da mangiare per padroni e contadini». Se può evitare di dir bugie? «A Roma c’è la Bocca della Verità. Io la mano non ce l’ho messa mai! In compenso tengo a mente una norma di De Gasperi: prometti un pò meno di quello che sei sicuro di mantenere. Lui faceva l’esempio del mercato: se sai che ci tornerai a vendere, non ti puoi presentare con merce scadente. A proposito di bugie, mi viene in mente una frase spiritosa di Mario Melloni su un presidente del Consiglio: ”Diventava rosso quando diceva la verità”». (Roberta Mercuri MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2004)
2003
Il senatore a vita Giulio Andreotti è appassionato di gelato di riso (Chiara Pellegrini, "Libero" 6/8/2003)
Paolo Guzzanti (FI), che tiene sempre la suoneria abbassata, rivela l’imbarazzo di Giulio Andreotti quando il telefono del senatore a vita, squillando, diffonde ”marce di cavalleria” inserite a tradimento nell’apparecchio dai suoi nipotini (TeleCamere (Raitre), 22/06/2003)
Giulio Andreotti La politica fa venire l’emicrania? Provate a chiederlo ad Andreotti. Il senatore, nel bene e nel male protagonista della vita politica italiana degli ultimi 40 anni, è un vero esperto e come tale è stato invitato a far parte dell’Accademia del Mal di Testa. (Severino Colombo Macchina del Tempo, ottobre 2003)
2002
Giulio Andreotti, governante con problemi di schiena e di emicrania, si faceva fare massaggi. Maria Laura Rodotà La Stampa, 10/07/2002
2001
Anagramma di Giulio Andreotti: un gelido Totò Riina (pubblicato sull’’Espresso” ai tempi dell’incriminazione per associazione mafiosa) (Stefano Bartezzaghi, "Lezioni di enigmistica", Einaudi 2001)
Giulio Andreotti frequenta la parrocchia di San Lorenzo in Lucina, a Roma. (Sara Gandolfi su Sette del Corriere della Sera dell’8/3/2001)
Andreotti soffre di mal di testa (Roberto Gervaso, "Salute!", Mondadori, 2001)
Giulio Andreotti «arrivava prestissimo. Lo cercavano in molti assai prima delle 8, conoscendo i suoi orari. Spesso ci chiedeva di non essere contattato, ci indicava lui stesso le "bugie" da raccontare ai postulanti: "Dite che sono a un funerale e che prima delle 10 non potete rintracciarmi"» (Giorgio Pizzi, responsabile del "centralino riservato di Palazzo Chigi", la cosiddetta "batteria") (Rita Sala su Il Messaggero del 27/08/01)