Gente, 23 febbraio 2010, 23 febbraio 2010
Natasha Stefanenko racconta di aver trascorso l’infanzia in una località russa denominata Swerdlovsk-45
Natasha Stefanenko racconta di aver trascorso l’infanzia in una località russa denominata Swerdlovsk-45. Fondata nel 1947, immersa nei boschi dei Monti Urali a 1.500 chilometri da Mosca, era un avamposto scientifico-militare sovietico. Fino al 1992 non è esistita nelle mappe. Una città delimitata da filo spinato e pattugliata da guardie armate 24 ore la giorno. Agli stranieri era proibito entrare e gli abitanti avevano un pass da esibire alle guardie. Il villaggio era segreto. La città esiste ancora e si chiama Lesnoy. All’epoca contava 25 mila abitanti, oggi il doppio. Lei non ci è più tornata.