Antonella Amendola, Oggi, 24/2/2010, 24 febbraio 2010
CHRISTIAN DE SICA
Nell’ultimo film di Pupi Avati "Il figlio più piccolo" (nelle sale dal 19 dicembre) interpreta Luciano Baietti un furbetto del quartierino, un padre mascalzone e truffaldino. "Luciano Baietti è un padre indegno. Abbandona la moglie che gli ha dato due figli, interpretata da Laura Morante, nel giorno in cui la sposa. Le porta via due appartamenti e non si fa più vedere". Christian De Sica e Pupi Avati si vogliono bene da trent’anni da quando fecero insieme "Bordella", film grottesco che contestava gli americani. "Pupi è l’ultimo maestro di un grande cinema che va scomparendo". Ha chiesto a De Sica di non essere De Sica per questo suo ultimo film. Di suo padre Vittorio racconta: "Era un uomo semplice. Mamma gli chiedeva -Com’è Sofia Loren?-. Lui la zittiva: -Mari ti prego-. Non voleva mai parlare del suo lavoro. Era un borghese grande grande, ma anche piccolo piccolo, visto che s’infilava le pantofole e guardava la televisione". Da piccolo Christian era somaro in aritmetica. Il papà si metteva al pianoforte e inventava canzoncine con le tabelline. Quando Christian nacque il padre aveva 50 anni ed ebbe sempre il complesso dell’età: "Un giorno ci fece vedere una coppa e ci disse che l’aveva vinta allo sci nautico". Christian e il fratello non avevano il cognome De Sica, ma quello della madre Mercader perchè il padre era già sposato. Ma "al Collegio Nazzareno quando facevano l’appello ci chiamavano De Sica". Quando compì 18 anni nel ’68 i suoi genitori si sposarono e per quel matrimonio presero tutti la cittadinanza francese. Il rito civile si svolse in un paesino vicino a Parigi. Testimoni Roberto Rossellini e l’avvocato Badanter. Poco dopo in Italia arrivò il divorzio, "ma quello scherzo del cambio di nazionalità ci costò una fortuna". Scoprì la verità sulla prima famiglia di suo padre perchè una ragazza chiamò lui e il fratello e chiese di incontrarli. Era Emy, la sorella maggiore. "Pensai che papà fosse un vigliacco. Faceva una vita pazzesca: cenava due volte, dormiva in due letti, aveva un doppio guardaroba". Aveva una dipendenza dal gioco. Una volta sul lungomare di Montecarlo Onassis gli disse: "Tanti di questi palazzi, De Sica, sono stati costruiti con i soldi che lei ha perso la gioco". Christian gli prestò 600 mila lire, il compenso di uno spettacolo a Montecarlo. Il padre gli ha insegnato l’educazione e l’umiltà: "La prima volta che andai a casa di Carlo Verdone e vidi che rispondeva scanzonato ai suoi ci rimasi di stucco". Di sé dice di essere un padre amorevole, che insegna ai suoi figli l’onestà. La figlia Maria Rosa ama l’arte, ha un fidanzato e non è sempre docile. Brando, che ha studiato cinema in America, è assistente alla regia di Pupi Avati. E’ creativo ma fragile. "Gli sto vicino perché è esposto all’invidia. Non vorrei mai che patisse quanto ho patito io per entrare nel mondo dello spettacolo. Quando io ho cominciato avevo i debiti di papà da pagare e proprio chi aveva ricevuto del bene da lui mi sbatteva la porta in faccia".