Frammenti, 16 febbraio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "VERDINI
DENIS"
[...] Sutor Mantellassi, un negozio dove si vendono scarpe acquistabili solo contraendo un mutuo (non ha putroppo tra i clienti Massimo D’Alema, ma l’arciduca Denis Verdini, il capo di Forza Italia sì). [...] Il segno del comando a Firenze è vecchissimo: « una gerontocrazia più che un’aristocrazia che fa solo cooptazione tra i più fidati e più utili». Così parla Verdini che - prim’ancora che politico, di scuola spadoliniana - è innanzitutto un banchiere. Suo è lo scandaglio che ci permette di decifrare la specificità di una tra le più provinciali città d’Italia: «Soldi che sono di nessuno girano a Firenze». [...] A differenza del restante impero di Emilia Romagna, Umbria e parte di Liguria, almeno in Toscana, con Verdini, Berlusconi che conobbe l’onta di essere diffidato dal vicinato quando tentò un acquisto in zona Chianti, ha un protagonista presente nella ribalta di Roma. Ha tanta voce in capitolo Verdini, tanta da avere sulla coscienza la carriera di due assi del giornalismo: Stefano Folli cui affidò la benedizione di Silvio Berlusconi portandolo alla direzione del ”Corriere della Sera” e poi Riccardo Berti, direttamente trasportato dall’ufficio stampa del premier alla conduzione di ”Batti & Ribatti” su Raiuno. (Pietrangelo Buttafuoco Panorama, 17/03/2005)
"Bisogna eliminare le mele marce" (Denis Verdini, coordinatore della Toscana di Forza Italia). "Anche le pere" (Pietro Fazzi, sindaco di Lucca) (Antonello Caporale, la Repubblica 3/2/2006)
Verdini è un fantasista elettorale mica male, e sa trattare sulle liste, cosa che al Cav. non riesce perché ha la sindrome del dire sì a tutti. (Il Foglio 12/05/2007, pag.2 Giuliano Ferrara)
GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni): [...] TOSCANA: CAMERA
PDL (15): Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Paolo Bonaiuti, Elio Vito, Riccardo Migliori, Denis Verdini [...] (La Stampa 16/4/2008)
Nei giorni prima e dopo il voto del 13 l’hanno ribattezzato manuale Verdini, dal nome del nuovo coordinatore di Forza Italia che per conto di Berlusconi si è incaricato di gestire le trattative con An, determinare i pesi dei due partiti (quello azzurro e quello di Fini) nella definizione delle candidature, allargare quindi numeri e formule algebriche anche alla composizione del governo nato ieri pomeriggio, ovviamente legando i numeri ai voti presi da ciascuno dei partiti della coalizione. Se la Gelmini è andata all’Istruzione o La Russa alla Difesa è anche merito di questi numeretti. In tutto una mezza dozzina di cartelle con tanto di peso specifico, in termini matematici, per ciascun partito. [...] Ma il metodo seguito, sul quale nessuno aveva dubbio, e che ha causato per alcuni giorni ampi dibattiti e molti articoli sul totoministri, forse si capisce meglio oggi, anche grazie a questi punteggi. Che in Forza Italia, sottovoce, chiamano manuale Verdini. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera 9/5/2008)
Poi ci sono i fratelli Fratini, Corrado e Marcello, che facevano jeans in Toscana, area privilegiata di Denis Verdini, neocoordinatore nazionale di Forza Italia, l´uomo che fa venire il morbillo a Fabrizio Cicchitto, l´antico trotskista della sinistra lombardiana che, iscritto alla Loggia P2 come l´attuale capo Berlusconi, criticava Berlinguer da sinistra e che purtroppo tutte le sere ci tocca subire nei telegiornali nazionali. Ma ancora per poco, finchè il suo capo toscano, con ottimi agganci di tutti i tipi a cominciare da quelli veri massonici, non metterà all´incasso il ruolo appena assunto al posto dell´ecumenico Sandro Bondi e quello svolto con Ermolli e altri nella leva dei coscritti Alitalia. (Alberto Statera, la Repubblica 30/8/2008, pagina 9)
Berlusconi non cambierebbe «una sola parola, un solo aggettivo di quel discorso»: «L’avventura continua, ci sono nuovi traguardi per costruire un Paese libero nel quale tutti vivano nel benessere. Viva Forza Italia, viva il Pdl, viva l’Italia». «Un discorso alto e nobile», chiosa Paolo Bonaiuti. «Altro che partito di plastica – commenta il coordinatore Denis Verdini – siamo magnifiche farfalle che volano verso il futuro». (Alessandro Trocino, Corriere della Sera 22/11/2008)
Lei (Mariastella Gelmini) ha fatto parte dei sette saggi che hanno selezionato i candidati alle ultime elezioni… «C’erano Bondi, Denis Verdini, Cicchitto. Selezionavamo i curricula dei candidati». (Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 1/12/2008)
Saranno tre i coordinatori che guideranno il Partito delle libertà, dove naturalmente è prevista la figura del presidente, che sarà Silvio Berlusconi. L’intesa è stata raggiunta ieri sera in un incontro riservato alla Camera fra Denis Verdini e Ignazio La Russa, che hanno anche dato il via libera definitivo allo Statuto del Pdl. [...] L’intesa potrebbe essere formalizzata oggi in un incontro a Palazzo Grazioli, non si sa se alla presenza del premier Silvio Berlusconi. In ogni caso, sia La Russa sia Verdini hanno assicurato la solidità dell’accordo raggiunto: «E’ stata raggiunta l’intesa per la quale lavoravamo», hanno spiegato. (Corriere della Sera 29/1/2009)
(Sui pianisti in Parlamento) Inutile rimarcare quanto poco ha funzionato il complesso e ridondante complesso di sanzioni, richiami, richiami formali, deplorazioni, multe ed espulsioni. In pratica sono stati cacciati e sospesi pochissimi parlamentari, ma di tutti i partiti: l´ottantenne leghista Rossi, il ds Olivieri, il popolar tirolese Widmann, il berlusconiano Verdini. Ognuno di loro, in linea di massima, è stato poi discolpato se non apertamente difeso dal suo gruppo. (Filippo Ceccarelli, ? 29/01/2009 ?)
I dirigenti locali del partito [a Firenze] sono d’accordo, e se restasse fermo il cortese diniego di Bonaiuti a correre, il Cavaliere valuterà diciamo senza ostilità il possibile imprimatur a Galli, per il quale si è speso Denis Verdini, l’uomo di tutte le candidature forziste degli ultimi anni. (Jacobo Iacoboni, la Stampa 02/03/2009)
Battute parlamentari: «La voluminosa biografia di von Verdini racconta che un giorno il centrodestra italiano passò dal Parteienstaat teorizzato da Hans Kelsen al Gazebostaat...». Evocato al cospetto dei gonfi arancini di riso della buvette di Montecitorio, il von Verdini (per la storia contemporanea di nome fa Denis), ultimo coordinatore dell’età di mezzo di Forza Italia, prossimo triumviro con Sandro Bondi (sì, a volte ritornano) e Ignazio La Russa dell’età del partito unico, il Popolo della libertà che il 27 marzo prossimo alla Nuova Fiera di Roma celebra il congresso fondativo. [...] Così agli azzurri andranno due coordinatori (Bondi e Verdini) e uno al partito di Fini (La Russa). (Mario Sechi, Panorama, 19 marzo 2009)
"Li metteremo in testa di lista, ministri e presidenti di regione, alle spalle di Berlusconi che sarà al primo posto in tutte le circoscrizioni", annuncia l’uomo dell’organizzazione di Forza Italia Denis Verdini, che sta per diventare coordinatore del Pdl, insieme a Ignazio La Russa e Sandro Bondi. [...] L’unico a restare in piedi (almeno per ora) è il toscano Verdini, regista dell’operazione, che si è sbarazzato di qualche concorrente. (Marco Damilano, L’Espresso, 26 marzo 2009)
Con un asse di fatto tra Verdini e La Russa che, in via dell’Umiltà, trova una rappresentazione anche fisica: al quinto piano, appunto, ci sono gli uffici affiancati del ministro siculo-milanese e del coordinatore toscano. Mentre Bondi sta, da solo, al piano di sotto. [...] La Russa, è vero, è un maestro spregiudicato e riconosciuto della trattativa politica. Ma Denis Verdini, come raccontano i suoi amici, è «furbo come un gatto». E se ha lasciato spazio al collega, non è certo per ingenuità o quieto vivere: il fare asse con un garante del calibro del reggente di An, rende ferrea la sua presa sul partito, mettendolo al riparo da qualsiasi gioco di sponda. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera 13/6/2009)
Persino a Firenze le primarie che incoronarono Matteo Renzi, nuovo sindacoragazzo, si narra che furono gonfiate dalle truppe berlusconiane di Denis Verdini. E, per di più, gratis. (Alberto Statera, la Repubblica 16/7/2009)
Tra quelli che non inviterebbero Mariastella Gelmini al ballo della scuola Giulio Tremonti (anche se quando lui taglia i fondi, lei sbatte i tacchi e decurta i docenti) e Denis Verdini (lui scherzoso le dice davanti a tutti che è sexy, lei, che non trova la cosa appropriata al suo rango, si sforza di sorridere, Verdini è potente e lei lo sa bene). (Roberto Di Caro e Denise Pardo, L’Espresso, 24 settembre 2009)
Qualche settimana più tardi a Gubbio, per una curiosa coincidenza, anche il presidente della Camera, minacciato da Feltri con un dossier a luci rosse, ha detto testualmente: «A differenza di altri, io non mi diletto con grembiulini e compassi». Un’allusione che fatto pensare a massoni vecchi (Fabrizio Cicchitto) e nuovi (Denis Verdini?) vicini a Silvio Berlusconi, a sua volta ex incappucciato della loggia affaristica di Licio Gelli.
Frasi che hanno fatto tornare d’attualità quello che Francesco Cossiga confidò al nostro quotidiano nell’ottobre scorso: «Per la prima volta in questo paese ci sono solo due ministri cattolici di peso, Gelmini e Scajola. Nella maggioranza ci sono eminenti figure della massoneria, ma di più non dico». (Fabrizio D’Esposito, il Riformista 18/09/2009)
Tra fine 2007 e inizio 2008, infatti, De Vito Piscicelli mette in contatto prima Vincenzo Di Nardo e poi Riccardo Fusi (legale rappresentante e presidente del Cda di Btp) proprio con Angelo Balducci e con Fabio De Santis. Così Di Nardo e Fusi avrebbero avuto la preventiva assicurazione dell’assegnazione di diversi appalti. Ma De Vito Piscicelli si offriva soprattutto di fare in modo che la Btp partecipasse alla ”spartizione dell’enorme torta dei 465 milioni di euro stanziati per la realizzazione di ulteriori diciassette opere ” relative al 150° dell’Unità d’Italia, oltre ad aver già tentato di sbloccare la situazione per il lavori della Scuola Marescialli nell’area di Castello a Firenze, appalto per discutere del quale Fusi incontra il suo amico Verdini, coordinatore Pdl - sul quale si concentrano voci di un possibile coinvolgimento giudiziario - , e il ministro Matteoli. (G. Cal., Il Fatto Quotidiano 14/2/2010)
Chiuso ad Arcore e con una buona dose di rabbia anche per quel clima da tangentopoli che riempie i giornali per le disinvolte chiacchierate di uno dei coordinatori del Pdl (Denis Verdini) e per l’astuzia di un ”allegro” consigliere comunale del Pdl (Mirko Pennisi), il Cavaliere si è detto «sorpreso» per la leggerezza con la quale fidati collaboratori hanno infilato il governo e la maggioranza «in un tunnel di rapporti dove ora sguazza la magistratura». (Marco Conti, Il Messaggero 16/2/2010)
Gli appalti dell’Enac
La lettura delle intercettazioni conferma l’aiuto di Denis Verdini al suo amico Riccardo Fusi. Il 16 settembre 2009 lo chiama «e gli passa al telefono Vito Riggio, l’attuale presidente dell’Enac».
Riggio: «Vediamoci... io dunque... se per caso siete a tiro magari nel pomeriggio che la mattina c’ho un po’ di casino». Fusi: «Va bene, a che ora?». Riggio: «Diciamo dopo le 5... ci possiamo vedere anche in centro, 5 e mezza al Caffè Farnese». Fusi: «D’accordo». Annotano gli investigatori: «Dopo circa 20 minuti l’onorevole Verdini richiama Fusi per dirgli che con Riggio ha parlato molto chiaro, facendo riferimento alle sue sollecitazioni per far ottenere al Fusi qualche appalto». Fusi: «C’è possibilità?». Verdini: «Non di quelle lì perché... insomma... quelle due cose sono state fatte... però c’è tante altre... non quelle cose...». Fusi: «Va bene...». Verdini: «Però mi ha detto che si mette a disposizione... ti spiega... per grandi progetti per il futuro... per cui...». Fusi: «Domani alle 17.30...». Verdini: «Perfetto, ciao». (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 16/02/2010)
Intanto l’inchiesta sugli appalti per il G8 della Maddalena si allarga. stato iscritto nel registro degli indagati il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini [per il reato di concorso in corruzione], come dichiarato dallo stesso onorevole in una nota di ieri sera. «Dopo aver letto che il mio nome compariva per fatti marginali nell’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze in merito agli appalti per le opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile, e dopo aver saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi, è un mio carissimo amico da molti anni, ho chiesto al mio avvocato di verificare i fatti presso la magistratura», ha dichiarato Verdini. «In questo modo ho appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di concorso in corruzione». (Lastampa.it 16/02/2010)
FIRENZE - Denis Verdini, coordinatore del Pdl, è indagato dalla procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti, imprenditori e Protezione Civile. Lo ha reso noto lo stesso Verdini, aggiungendo di aver dimostrato la sua «più totale estraneità all’accusa» durante l’interrogatorio in procura. In serata infatti, Verdini era stato sentito dai magistrati per un’ora e mezzo. Era andato accompagnato dal suo avvocato Marco Rocchi. Le telefonate dell’imprenditore toscano Riccardo Fusi della Baldassini-Tognozzi-Pontello, (indagato per corruzione e anche per associazione per delinquere aggravata dalla finalità mafiosa) con l’onorevole Denis Verdini, oltre a una chiamata al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli vengono riportate in un’informativa dei carabinieri del Ros di Firenze, che consta di oltre ventimila pagine, in parte pubblicate dal Corriere della Sera. L’inchiesta sugli appalti, imprenditori e Protezione Civile coinvolge così anche i politici. Il nome di Verdini compare in molte intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi.
UN’ORA E MEZZO IN PROCURA - L’onorevole del Pdl è stato in procura un’ora e mezza, poi è andato via in auto; la vettura è uscita dal passo carraio della procura, davanti alla quale erano in attesa i giornalisti. Il parlamentare era arrivato negli uffici di viale Lavagnini poco dopo le 18.30, uscendone alle 20.10. Verdini era uscito poi senza fermarsi con i giornalisti su una Toyota Yaris partita a velocità piuttosto spedita. Eccola qua la politica e gli affari. Imprenditori che chiedono, politici che rispondono e qualche volte i confini – i ruoli e gli interessi – sembrano talmente stretti che si fa fatica a distinguerli. A volte fanno fatica a distinguerli loro stessi. Dice «noi» Denis Verdini, indagato per concorso in corruzione, mentre parla della scuola marescialli di Castello con l’amico Riccardo Fusi, presidente della Baldassini e Tognozzi, anche lui indagato per corruzione e associazione a delinquere aggravata dalla finalità mafiosa: «Tranquillo, noi entreremo», dice. Quegli intrecci che l’inchiesta partita da Firenze sta svelando sono documentati dalle immagini dei carabinieri del Ros che per due anni hanno osservato, pedinato, scattato foto. E da migliaia di intercettazioni telefoniche, disposte dal procuratore Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini, che sono finite nelle 20.267 pagine che stanno sconvolgendo l’Italia.
IL COMUNICATO DI VERDINI - In tarda serata Denis Verdini ha poi scritto un comunicato dicendo di essere indagato: «Dopo aver letto che il mio nome compariva per fatti marginali nell’inchiesta condotta dalla procura di Firenze in merito agli appalti per le opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile - scrive l’onorevole Pdl - e dopo aver saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi, è un mio carissimo amico da molti anni, ho chiesto al mio avvocato di verificare i fatti presso la magistratura. In questo modo ho appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione».
«SONO TOTALMENTE ESTRANEO ALLE ACCUSE» - «La vicenda che mi veniva contestata - ha aggiunto il coordinatore del Pdl - riguardava solo ed esclusivamente la segnalazione per la nomina di Fabio De Santis a Provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche. Ho quindi chiesto e ottenuto la disponibilità del procuratore della Repubblica di Firenze ad essere ascoltato quanto prima, cosa che è avvenuta nel pomeriggio di fronte ai pubblici ministeri Giuseppina Mione e Giulio Monferini, titolari dell’inchiesta, ai quali ho fornito serenamente e con la massima trasparenza le informazioni richieste, illustrando le motivazioni del mio intervento come unicamente riconducibili al tentativo di risolvere il problema del danno erariale conseguente all’appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze. Ho quindi dimostrato - ha concluso Verdini - la mia più totale estraneità all’accusa». L’appalto venne vinto nel 2001 dalla Btp alla quale fu però poi tolto e dato, nel 2005, all’Astaldi, dopo che la Baldassini Tognozzi e Pontello aveva rilevato un indice di sismica nei progetti troppo basso. Nel maggio scorso Btp ha vinto il lodo arbitrale promosso e lo Stato ora le deve 34 milioni di euro. I lavori della scuola si sono bloccati e poi recentemente c’è stata l’interruzione del contratto con l’Astaldi.
IL PROCURATORE - Nelle stanze dei magistrati si era tenuto il più stretto riserbo per tutta la giornata. «Non intendo fare i nomi delle persone indagate, di nessuno». Così il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi aveva risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci fossero politici indagati per l’inchiesta sugli appalti per le grandi opere. Quattrocchi aveva poi precisato che «da questo ufficio non esce una virgole, un foglio di carta. Tutto quello che esce non esce da questa procura, ma dai destinatari degli atti che ne fanno un uso di cui io non discuto».
I LEGAMI CON FUSI - Secondo la procura, Riccardo Fusi cercava l’aiuto dell’onorevole Denis Verdini, già esponente di spicco di Forza Italia e ora coordinatore del Popolo della libertà. Le telefonate tra lui e Fusi sono decine. In un’occasione – riferiscono gli investigatori – il deputato si vanta con l’imprenditore fiorentino di aver contribuito a far nominare Provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, uno dei quattro finiti in carcere nei giorni scorsi. Il 3 marzo 2008, Fusi e Verdini parlano del «coinvolgimento in una comune operazione dell’imprenditore parmense Pizzarotti». Il 28 marzo discutono invece di un’operazione bancaria condotta sul Credito cooperativo fiorentino, di cui Verdini è presidente. Anche il direttore generale della banca, Italo Biagini, è indagato nell’inchiesta. La procura lo accusa di aver concesso finanziamenti alla Btp sulla base di documenti falsi. Riguardo al presidente della Btp, Riccardo Fusi, dalle carte dell’ordinanza emerge anche l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli che gli chiede «un riconoscimento economico» di 1,5 mln di euro per averlo accreditato nei confronti di Angelo Balducci e Fabio De Santis, affinchè la sua società venisse favorita negli appalti per le opere previste in vista del 150/o anniversario dell’Unità d’Italia. Il 24 aprile del 2008, parlando della composizione del nuovo governo Berlusconi, a Fusi che chiedeva se poteva stare tranquillo Verdini risponde di sì. Ancora, nell’estate 2008 Fusi sollecita a Verdini un incontro con Matteoli per discutere della scuola Marescialli di Firenze. Il 5 agosto Fusi parla direttamente con Matteoli: gli chiede se «ci si può vedere un minuto». La risposta di Matteoli è negativa perchè il ministro sta per andare in vacanza: «No, io me ne vado stanotte e torno il 27 a Roma».
(Alessandra Bravi, Corriere.it 16 febbraio 2010)