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 2010  febbraio 10 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "AGNES

BIAGIO"

Martedì scorso il governo ha deciso di vendere la Stet, la società finanziaria dell’Iri che si occupa di telecomunicazioni. La Stet va venduta perchè l’Iri ha 25 mila miliardi di debiti e, secondo dati resi noti dalla stessa azienda, a metà dell’anno prossimo non avrà una lira. Inoltre, per un impegno preso con la Comunità europea, il debito deve essere ridotto di 5.000 miliardi almeno entro la fine di quest’anno.
La Stet è una "scatola che contiene altre scatole", cioè una società che possiede altre società. Si può quindi vendere o tutta insieme o un pezzo (una società) per volta. I fautori della "vendita tutta insieme" sono gli attuali manager della società: il presidente Biagio Agnes, l’amministratore delegato Ernesto Pascale, ecc. Costoro sostengono che «le società partecipate o controllate dalla Stet hanno un valore se stanno nel gruppo» (Pascale). (dal pallinato del Foglio dei Fogli, 12/08/1996)

«Biaggie! Biaggie! Sei padre?». Dico: Sì, presidente. «Biaggie! Parlo a un padre! Tengo tre figli, Biaggie! Che faranno, mi chiedo, che faranno?» (Quella volta che Giovanni Leone chiamò Biagio Agnes per chiedergli di assumere uno dei suoi pargoli). (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 8/6/2000)

Pensioni mensili (sottolineiamo: mensili) versate dall’Inps agli ex amministratori Stet-Telecom: Biagio Agnes, ex presidente Stet, 43.372.000 (Panorama, 02/10/1997)

Beppe Grillo parlò male del 144 in televisione e Biagio Agnes, presidente della Stet, che si sentì leso nella sua onorabilità, chiese dieci miliardi di danni. Poi Grillo andò all’assemblea degli azionisti della finanziaria e disse che quella era un’associazione a delinquere di stampo telefonico. Altra richiesta di danni per due miliardi. La prima udienza s’è tenuta a Torino martedì scorso (70 minuti in tutto), all’uscita il comico ha scherzato: «Vado al bar, venite anche voi giornalisti, così faccio un po’ di corruzione a mezzo caffé». «Io e la Stet concilieremo. E per pagare dovrò fare più spettacoli e far ricadere sul contribuente tutti questi costi per bolli, udienze, avvocati; e dire che, dopo quel mio intervento in assemblea me l’avrebbero facilmente messa nel culo dicendo: "Il prossimo anno lo inviteremo noi per un nuovo show comico". E invece mi hanno chiesto i danni». «L’ultimo giorno che è stato alla Rai Agnes nominò 50 direttori e 50 vicedirettori. Bisognerebbe sterilizzare certa gente» (Alberto Gaino, La Stampa, 02/10/1996)

Renzo Arbore: «Poi è venuto Biagio Agnes, e anche di lui ho un ricordo ottimo. Lo prendevamo in giro in ogni modo. Davanti a dieci milioni di spettatori mettevamo in scena la finestra del suo ufficio illuminata anche la notte, ’come quella del Duc. Telefonava in studio una bambina e scattavamo in piedi dicendo che era la figlia di Agnes. Non abbiamo mai avuto una lamentela, né privata né pubblica. Non è mai venuto in trasmissione; un tratto di sobrietà che si è un po’ perso. Dopo di lui sono passati molti direttori generali, molti presidenti sensibili al fascino delle telecamere, anche se questi di adesso mi sembrano un po’ meglio. Agnes è venuto una volta sola, ma dietro le quinte, a salutarci e ringraziarci. Fu accolto da un applauso delle maestranze» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 7/12/2003)

Pippo Baudo: «E poi Biagio Agnes. Litigammo, ma anche lui amava smisuratamente la Rai”. Agnes con Enrico Manca è il protagonista di pagine straordinarie della Baudo story: ”Nel 1987 lasciai la Rai. Manca, con un’intervista al Corriere della Sera, aveva annunciato il mio sfratto» (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 2/7/2004)

Luca Giurato: «Biagio Agnes, presidente della Rai, mi aveva chiamato per dirigere il Gr1. Secondo le regole non scritte doveva spettare al Psdi. L’allora segretario Nicolazzi disse: ”Non è dei nostri ma noi rinunciamo alla nostra casella’» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 6/2/2003).

 lui [Cesare Geronzi] a non lesinare con la Mmp, creata insieme a Biagio Agnes, minimi garantiti pubblicitari a tutti, ma proprio a tutti, da ”Topolino” al ”Secolo d’Italia”, dall’’Osservatore Romano” a ”Class”. Buco finale: 450 miliardi di lire (Alberto Statera, ”la Repubblica” 23/2/2006)

[Bruno Vespa]: «Gli anni ”80 furono anche quelli della direzione di Biagio Agnes. ”Un grande. E per noi fu il momento delle barricate, del grande orgoglio aziendale contro la nascente Fininvest. Anni difficili. Berlusconi fu bravissimo a creare le tre reti, e poi grazie al decreto di Craxi riuscì a non farsele sopprimere. E noi rischiammo di essere penalizzati» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 30/5/2002)

Il giorno del matrimonio, della festa, ha coinciso con l’assegnazione del "Premio giornalistico Ischia" del quale, gran patron, è Biagio Agnes, ex potente Direttore Generale della Rai. Ancora potente se si considera un giro di amicizie altolocate. Tant’è che a consegnare i premi è presente anche il Capo dello Stato con la sua inseparabile consorte. (Dal libro "Utili Idioti" di Emilio Fede, nelle librerie da settembre). (Emilio Fede, "Libero", 4/7/2002 a pagina 12).

«Al suo secondo mandato all’Iri, ”92-94, Prodi nominò Micheli direttore generale. Suggellò infine il sodalizio portandoselo al governo. Qui, lo mise alla prova ordinandogli di cacciare dalla presidenza Stet Biagio Agnes, un suo amico per la pelle che però Romano detestava. Agnes fu silurato all’istante. Cementata la loro unione sulle spoglie altrui, i due vispi compari filano da allora felici e contenti» (Giancarlo Perna, ”Panorama” 24/1/2008)

Alessandro Cecchi Paone, direttore editoriale della nostra rivista, è stato nominato giornalista dell’anno per la sezione tv dal ”Premio Ischia di giornalismo”. La giuria era presieduta da Biagio Agnes. (Macchina del Tempo, agosto 2003)

Quella volta che Serena Dandini, inviata di Radio Rai al festival della canzone italiana nell’85, definì Sanremo come un «microcosmo»: «Mi telefonò il capostruttura Rai: ”Microcosmo? Mai sei pazza? Non devi usare parole difficili. Devi sapere che c’è in ascolto la nonna di Biagio Agnes. Deve capire anche lei”. Per un po’ mi portai appresso il terrore della nonna di Biagio Agnes. Mio Dio! Ci sarà in ascolto la nonna di Biagio Agnes?». (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della sera Magazine” 1/7/2004. pag. 49).

Di sicuro l’operazione Telekom Serbia è stata chiusa da Tommasi appena nominato amministratore delegato del gruppo. Una coincidenza che i commissari di maggioranza ritengono molto significativa perché fino a quel momento i predecessori avevano respinto al mittente le offerte dei mediatori di Milosevic. Era contrario l’intero gruppo dirigente del gruppo: Biagio Agnes (presidente della Stet), Ernesto Pascale (amministratore delegato), Francesco Chirichigno (amministratore delegato di Telecom Italia). (Fabio Tamburini Il Sole-24 ore, 02/09/2003)

«Agnes era sconvolto. A questo punto mi alzai e lo accompagnai. Mi dispiaceva che una persona che aveva servito per così tanti anni il Paese si trovasse da solo davanti all’ascensore» (Mario Draghi racconta il licenziamento di Biagio Agnes dalla Stet) (Carlo Marroni, Il Sole 24-Ore venerdì 30 dicembre 2005)

La lottizzazione era forte?
(Antonio Ghirelli) «Chiamavo qualcuno e gli dicevo: ”Guarda che fai degli errori di sintassi”. E lui telefonava a Martelli e diceva: ”Ha detto Ghirelli che sei uno stronzo e non conti niente”. Un’azienda sovietica. C’era un redattore, Enrico Messina, che riferiva a Biagio Agnes tutto quello che dicevo. Sono stato molto severo come direttore. Facevo il mattinale, crudele pratica, elencando gli errori miei e quelli della redazione». (Claudio Sabelli Fioretti Sette, 4/04/2002)

«[Alberto La Volpe] In Rai dal 1979 come cofondatore del Tg3 insieme a Biagio Agnes e a Sandro Curzi, mantenne questa carica fino al 1987» Fabrizio Roncone, ”Corriere della Sera” 10/1/2010).

[Pippo Baudo] Poi piantò pure Berlusconi, gli lasciò come penale il palazzetto da dove adesso trasmettono il Tg5, e tornò in Rai grazie all’aiuto di De Mita, perché il direttore generale Biagio Agnes, democristiano anche lui, non lo voleva riprendere. Stiamo parlando di fatti che risalgono alla fine degli anni Ottanta. (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 7/2/2007)

[Raffaella Carrà] «Ho avuto direttori magnifici come Giovanni Salvi. Biagio Agnes mi mandava in camerino le rose rosse, oggi ci gioco a scopone scientifico. E poi Agostino Saccà, Maurizio Beretta, Pierluigi Celli, sei anni di Carramba non si scordano. Mi spiega perché non lo posso rifare? E’ ancora nella testa degli italiani». (Giancarlo Dotto, La Stampa 12/2/2007)

Mentre Biagio Agnes tenta di rafforzare in ogni modo la Rai per contrastare l’ascesa delle tv commerciali, la Fininvest accresce la sua quota di mercato acquistando l’emittente di Edilio Rusconi, Italia 1. (Corriere della Sera Magazine 08/03/2007, Aldo Grasso)

C’è nostalgia dei manager pubblici, i vecchi boiardi. Gli imprenditori che hanno gestito Telecom in questi anni forse non sono stati molto efficienti, ma dieci anni fa Biagio Agnes ed Ernesto Pascale, i manager che gestivano i telefoni di Stato, proponevano di indebitare l’azienda fino al collo per cablare tutta l’Italia (il «Piano Socrate»): è stata Telecom privata a sviluppare la tecnologia che oggi consente di far transitare la banda larga Adsl sul vecchio doppino di rame, senza bisogno di cablare alcunché. In realtà Agnes e Pascale volevano indebitare la società perché così essa sarebbe diventata invendibile, e i loro posti garantiti. Furono anche tanto lungimiranti da internazionalizzare l’azienda comprando partecipazioni a Cuba e in Serbia, con il risultato che Telecom ebbe sempre difficoltà sul mercato statunitense. (Francesco Giavazzi, Corriere della Sera 25/4/2007)

Mi limito a mettere questa lista che ho ricevuto con emai e poi riflettiamo su questa Italia FIGLI ECCELLENTI: [...] Luigi Rocchi, dirigente area Business&development, genero di Biagio Agnes. (scherzerai.splinder.com Notizia del 7/9/2006)

Era la primavera 1999, il gruppo telefonico stava risorgendo dalla fase delle megafusioni fra Stet, Sip, Italcable e Telespazio e dal valzer di poltrone fra boiardi di stato e manager: Biagio Agnes, Ernesto Pascale, Michele Tedeschi, Francesco Chirichigno, Vito Gamberale, Tommaso Tommasi di Vignano, Franco Bernabé. In quel gruppone (e sul groppone della Telecom) c’erano fior di professionisti al seguito (Il Foglio 18/08/2007, pag.III Fabio Dal Boni)

Nel 1988 restai senza lavoro. Il mio amico Ciriaco De Mita, che guidava sia governo che Dc, quasi il padrone d’Italia, mi rassicurò: vedrai, andrà tutto bene. Ma Biagio Agnes era irremovibile, voleva dare l’esempio a chi lasciava la Rai. Seguirono mesi di silenzio, terribili. Poi arrivò il 2 novembre, Agnes andò a Serino a portare i fiori sulla tomba dei genitori. Una vecchia lo apostrofò: sei tu Agnèss, il padrone della Rai? E allora fai tornare a Baudo, se no muori».

I giornalisti che osano scrivere deglia articoli sulla corruzione della classe politica si trovano a dover affrontare la costante minaccia di cause per diffamazione e richieste di risarcimento. Grillo ne ha vinte a decine, e ne sta affrontando attualmente altre quattro, tra cui una, per circa dieci milioni di euro di danni, fattagli da Biagio Agnes, l’ex direttore della Stet, che all’epoca era la compagnia nazionale di telecomunicazioni. Beppe lo criticò durante uno spettacolo del 1993. (Vanity Fair marzo 2008, Tom Mueller)

BISCARDI ALDO Giornalista. Ha fatto sapere che
con Biagio Agnes forma una coppia imbattibile a scopa (Giorgio Dell’Arti&Massimo Parrini, "Panorama" 7/8/2008)

[INTERVISTA A GIANNI MINOLI] Chi è stato il miglior direttore generale della Rai?
Biagio Agnes. L’unico che ha investito sui contenuti e sulle teste. O la Rai è un’azienda di persone o non è. (Stefano Lorenzetto, Panorama 6/11/2008, pagina 71)

«Ho fatto con umiltà il lavoro da dirigente. Capo del Dipartimento scuola e altro. Ho collaborato con un direttore generale come Biagio Agnes e un presidente come Sergio Zavoli. Altro che questo Del Noce, per il quale ho una grande antipatia» (Luciano Rispoli) (Giancarlo Perna, Il Giornale, 24/11/2008, pg. 17)