frammenti vari, 9 febbraio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ALMAGNO, ROBERTO"
2008
ALMAGNO ROBERTO Aquino (Frosinone) 1954. Scultore • «Ha letto e guardato, a lungo, i percorsi maggiori della scultura contemporanea: ma li ha poi potuti come dimenticare, grazie a due insegnamenti a lui più prossimi, quelli di Pericle Fazzini e di Arturo Martini. Di Fazzini è stato allievo; e scende, all’inizio, proprio da lui quel bisogno, poi sempre rimasto vivo, di una dismisura, di uno slancio, di un vento che scuote gli assetti, e sradica la scultura dal vincolo alla terra, per proiettarla in un altrove. Di Martini, non un’opera sola (se non forse la Donna che nuota sott’acqua, e le sue folgoranti intuizioni: il suo sgusciare via dal volume e dallo spazio che rinserra la forma, il suo infinito spargersi attorno), ma gli ultimi ”comandamenti”: ”Fa che io non sia un oggetto, ma un’estensione”» (Fabrizio D’Amico).
Parrini, 13/1/2008
ALMAGNO Roberto Aquino (Frosinone) 1952. Scultore. «[...] ha letto e guardato, a lungo, i percorsi maggiori della scultura contemporanea: ma li ha poi potuti come dimenticare, in grazie a due insegnamenti a lui più prossimi, quelli di Fazzini, e di Arturo Martini. Di Fazzini è stato allievo; e scende, all’inizio, proprio da lui quel bisogno, poi sempre rimasto vivo, di una dismisura, di uno slancio, di un vento che scuote gli assetti, e sradica la scultura dal vincolo alla terra, per proiettarla in un altrove. Di Martini, non un’opera sola (se non forse la Donna che nuota sott’acqua, e le sue folgoranti intuizioni: il suo sgusciare via dal volume e dallo spazio che rinserra la forma, il suo infinito spargersi attorno), ma gli ultimi ”comandamenti”: ”fa che io non sia un oggetto, ma un’estensione»; e gli ultimi pensieri, tesi alla ricerca di uno ”spazio, che è base e realtà di ogni arte” (ma pensieri e propositi, anche, di Fazzini: così che Paola Bonani ha di recente potuto giustamente citare per Almagno questo passo dello scultore marchigiano: ”Voglio fare statue che sembrino ascendere al cielo con l’impeto e piene d’armonia. Arriverò a realizzare non corpi umani, ma figure di spiriti umani che resteranno perennemente fra gli uomini come figure di altrettanti stati d’animo universali”)» (Fabrizio D’Amico, ”la Repubblica” 27/3/2006).
Parrini, 13/1/2008