Frammenti vari, 9 febbraio 2010
Tags : Sabino Acquaviva
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ACQUAVIVA
SABINO"
1999
Il sociologo Sabino Acquaviva: «Certe scene che su una persona normale non hanno alcun effetto, possono invece essere devastanti su individui borderline, psicologicamente più fragili. Ci sono individui predisposti, che possono diventare violenti anche molto tempo dopo dopo avere assorbito una sequenza emotivamente forte» (Guido Vitale, M. B., il Giornale 17/08/1999)
2003
«Il problema è che un secolo fa l’individuo nasceva, cresceva, aveva progetti di vita precisi», osserva il professor Sabino Acquaviva, sociologo presso l’Università di Padova, «mentre oggi le nostre idee si sono diversificate e sono assai più confuse». (Alessandro Calderoni, Macchina del Tempo, novembre 2003).
2005
«La sua morte prematura creerà la stessa impressione e gli stessi effetti di quella di Marilyn Monroe, forse anche di più» (il sociologo Sabino Acquaviva, all’indomani della scomparsa di Moana Pozzi) (Stefania Miretti, La Stampa 11/09/2005)
2006
«La società globalizzata cambia mode rapidamente» (Mattia Feltri, La Stampa 8/12/2006)
2007
«Questi gruppi non sono socialmente pericolosi. Lo sono per chi, purtroppo, ci finisce di mezzo: D’Antona, Biagi. Un attentato ogni due anni, o un progetto di attentato, non equivalgono a quanto accadeva al tempo delle Br. In un certo senso, questi sono gruppi elitari, non un fenomeno di massa». Da un punto di vista politico? «Le origini sono riconducibili al dopoguerra e passano attraverso la convinzione della sinistra di essersi, allora, guadagnata un ruolo poi negato, la crisi della Chiesa, l’autonomia extraparlamentare, fino alle Brigate rosse. Le quali erano radicate nel sociale, contavano sull’appoggio di giornali e un consistente numero di persone di spiccata levatura intellettuale, in più possedevano una notevole capacità di fuoco. Oggi il discorso è diverso, la spinta rivoluzionaria marx-leninista è finita, il terrorismo di massa estinto. Questi gruppi sono espressione di una cultura che, allora, in un certo senso, era viva, ma oggi è defunta. Ed è un po’ quello che è accaduto per la destra estrema che si ispirava alla repubblica di Salò e viveva di mille nostalgie. Per fortuna, non possiamo dire tornano le Br: torna il nome delle Br. Ma fra gli anni ottanta e oggi c’è un abisso». Per la manifestazione di Vicenza c’è il rischio che qualcuno di costoro possa trovarsi lì? «La protesta ha origini socio-politiche assolutamente diverse. Certo, qualcuno può infiltrarsi, perché gli serve, potrebbe servire al ”marchio”» (Vincenzo Tessandori, La Stampa 13/2/2007).
2008
«Il cinema - dice Sabino Acquaviva - ha disegnato un profilo meraviglioso e romantico di Roma: pensiamo alla Magnani». (…) «Roma è la capitale del cattolicesimo, ovvero di un miliardo e cento milioni di fedeli». E il Papa polacco è stato sicuramente uno dei migliori «testimonial» della città eterna» (DANIELA DANIELE, La Stampa 13 marzo 2008).
2009
Secondo il sociologo Sabino Acquaviva la tendenza ad abbandonare la mancia è il risultato di un mutamento culturale. «La mancia - spiega Acquaviva - è espressione di una società fatta di classi subalterne. Oggi anche i camerieri hanno una loro dignità e vengono vissuti con lo stesso atteggiamento dai clienti. Le nuove generazioni rifiutano questo gesto, che rimanda a un rapporto tra padrone e dipendente» (Carlo Brambilla, la Repubblica 4/1/2009).