Roberto Mania, La Repubblica 11/9/2010, 11 settembre 2010
Maxi sconto dai 40mila euro in su ma tutto si giocherà sulle deduzioni Due sole aliquote fiscali al posto delle attuali cinque: la più bassa del 23 per cento per i redditi fino a 100 mila euro, la più alta del 33 per cento per tutti i redditi superiori
Maxi sconto dai 40mila euro in su ma tutto si giocherà sulle deduzioni Due sole aliquote fiscali al posto delle attuali cinque: la più bassa del 23 per cento per i redditi fino a 100 mila euro, la più alta del 33 per cento per tutti i redditi superiori. il nocciolo del progetto di riforma tributaria annunciata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Intorno ad esso il governo intende costruire un nuovo sistema fiscale spostando il prelievo dalle persone (Irpef o Ire) alle cose (Iva), realizzando il federalismo fiscale e sfoltendo la giungla delle norme fiscali. Un nuovo patto fiscale, anche «un´avventura intellettuale», come dice il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, per aggiornare il rapporto tra il fisco e un sistema produttivo dove, accanto alla grande fabbrica degli anni 70, ci sono sei milioni di piccoli imprenditori oltre ad una quota (un quarto di tutta l´occupazione) del tutto anomala tra i Paesi Ocse di lavoro autonomo. Dunque è dalle due aliquote che si può cominciare a ragionare e a simulare le conseguenze sui contribuenti, sapendo che per salvaguardare la progressività del sistema fiscale così come impone la Costituzione (articolo 53) si dovrà agire sul meccanismo delle deduzioni (preferite dal governo alle detrazioni) con lo scopo di ridurre la base imponibile. Per questa ragione sembra scontato che le deduzioni interesseranno solo i redditi più bassi e soprattutto le famiglie. Due aliquote e sconti (in attesa delle deduzioni) sui redditi più alti. L´ufficio studi della Cgia di Mestre ha elaborato per Repubblica alcune simulazioni, nelle quali ha modificato la curva delle aliquote lasciando inalterato l´attuale meccanismo delle detrazioni. Il primo risultato è che i maggiori sgravi si concentrano, per ora, sui redditi più alti (a partire dai 40 mila euro) ma che comunque la rimodulazione delle aliquote comporta un prelievo complessivamente inferiore. Questo aiuta a capire la cautela con la quale il titolare dell´Economia Tremonti intende muoversi in questa partita, tanto più in uno scenario recessivo nel quale il crollo del Pil (intorno ai 6 punti) ha portato con sé il calo delle entrate senza alcuna riduzione della spesa. Nel caso di una famiglia con due redditi di 21.500 euro e un figlio a carico, lo sconto annuo con la nuova ipotetica curva dell´Irpef si aggirerebbe intorno ai 520 euro, pari a poco più di 40 euro al mese. Maggiore e assai più significativo lo sgravio per un lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico e un reddito di 30 mila euro. In questo caso il prelievo Irpef scenderebbe dagli attuali 5.626 euro a 4.806 con una differenza di 820 euro, pari a quasi 70 euro al mese. Il vero spartiacque è costituito dalla soglia dei 40 mila euro. Perché, senza più considerare i carichi famigliari, fino a 30 mila euro lo sconto supera di poco gli 800 euro l´anno, ma arrivati a 40 mila euro di reddito lo sgravio schizza a oltre 2 mila euro (2.320), con un risparmio che sfiora ogni mese i 200 euro. Le riduzioni del prelievo si trasformano in una vera e propria galoppata per i maxi redditi: a 100 mila euro si superano i 13 mila e a quota 110 mila si arriva a 14.170.