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 2008  dicembre 09 Martedì calendario

IL PD E IL RIBALTONE SICILIANO

Dell’orata sono rimaste solo le spine. Quelle del ”patto” che Massimo D’Alema e Salvatore Lombardo hanno sottoscritto all’inizio di novembre a ”La scuderia”, il ristorante più chic di Palermo, nel cuore del Parco della Favorita. Il governo siciliano è in crisi, dilaniato da una guerra termonucleare tutta interna al sistema di potere del centrodestra. Da una parte Gianfranco Micciché, forzista della prima ora, e il suo gruppo di palermitani, dall’altra i ”catane - si” del potentissimo senatore Giuseppe Firrarello e gli agrigentini dell’astro nascente, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, alleati con l’Udc di Totò-vasa vasa-Cuffaro. In attesa di sviluppi, e alle prese con le piaghe ancora aperte della elezione per il segretario regionale, il Pd. Ma attenti: la Sicilia politica porta attaccata sulla pelle le chiazze del gattopardo, per cui è difficile capire aggrappandosi agli schemi classici. Destra da una parte, sinistra dall’altra. No, qui il potere è da sempre bipartisan, interpartitico, plurale. I confini non sono mai netti, e nel grande teatro ogni pupo può dare il meglio di sé agitando una innocua durlindana che macina solo aria. Solo scena, poi la commedia finisce e ci si accorda. Il governo di Raffaele Lombardo è in crisi, in Parlamento il leader del Mpa non ha più la maggioranza. La sta cercando. Domani, alle cinque della sera come nelle migliori tradizioni, si riunisce l’Assemblea regionale. Tutto è in gioco. ”L’unica cosa certa – ha scritto ieri Micciché sul suo blog – è che non ci sarà una maggioranza fatta da Pdl, Mpa e Udc”. L’ex pupillo del Cavaliere punta ’”a un governo di minoranza, composto da Mpa e Pdl-Sicilia, con l’appoggio esterno del Pd: un esecutivo per le riforme, di connotato più tecnico che politico”. Un ribaltone? Affatto, ”qui se si va alle urne Lombardo diventa il candidato del centrosinistra e questo Berlusconi non lo vuole”. Sta di fatto che al momento Lombardo (vincitore delle scorse elezioni regionali col 65%), può contare sull’appogg io dei 15 deputati del Pdl-siciliano di Micciché, sui 28 del Pd (erano 29, ma l’onorevole Mario Bonomi, ex Udeur, poi Idv ha deciso di passare con Rutelli) e su altri 15 eletti nelle liste del suo Mpa. Ieri Lombardo ha sentito per telefono il coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione. ”Telefonata cordiale”, è il laconico commento, il che lascia presagire spiragli di ricomposizione. E il Pd ora rischia di rimanere col cerino acceso in mano. ”Lombardo dica chiaramente se intende chiudere l’esperienza del centrodestra”, dice il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. Il quale Lupo alle primarie si è dovuto battere contro Beppe Lumia e Bernardo Mattarella. Il no secco ad ogni ipotesi di alleanza con Lombardo era la sua bandiera, ora ha cambiato idea. Ma nel Pd altre sorprese non mancano, perché se Lumia si mostra possibilista assieme al capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici, Mattarella esprime un secco no assieme al suo big-sponsor Mirello Crisafulli. Il ”b a ro n e ro s s o ” di Enna in questi giorni è attivissimo. Sciogliere il Parlamento e tornare al voto, questa è la sua parola d’ordine. Lo stesso obiettivo di Totò Cuffaro. L’ex governatore odia, gentilmente ricambiato, Lombardo reo di aver ”decuffarizzato” gli apparati regionali, la sanità e il business rifiuti. Con L’Arra (l’agenzia regionale) che rischia lo scioglimento se il governo non cade. E’ il regno di Cuffaro e di un suo fedelissimo, Felice Crosta, il manager più pagato d’Italia: 500 mila euro l’anno, 1500 al giorno. ”Cr isafulli – dice Beppe Lumia – è l’altra faccia del cuffarismo, un sistema di potere che si vuole autopreservare riportando al governo la destra. La verità è che anche per Lombardo vale la vecchia regola siciliana: chi tocca certi fili muore ”. Nell’opera dei pupi siciliana a Lombardo sembra ora toccare il ruolo dell’Orlando furioso, nuovo eroe di un Pd allo sbando? ”Ma quando mai? Noi aspettiamo riforme nei settori chiave della vita regionale. Se Lombardo sarà in grado di fare proposte in grado di rompere con i vecchi schemi, vedremo”. La Sicilia aspetta. Alla Fiat di Termini Imerese, nella Giampileri devastata dall’alluvio - ne, nei quartieri di Palermo ridotti a discarica, aspettano.