Franco Bechis, Libero 1/11/2009, 1 novembre 2009
IL FRATELLO DI WALTER NON PAGA LE TASSE
Alla fine non se la sono sentita di chiudere gli occhi e passare le carte. Così i revisori contabili della Tunda investimenti Italia di Valerio Veltroni, fratello maggiore di Walter, il fondatore del Pd, hanno preso carta e penna e scritto quel che nemmeno il fisco italiano aveva osato: «Guarda che le tasse bisogna proprio pagarle». Già, perché nella Tunda investimenti Italia (Tunda II) versare il dovuto al fisco da anni era considerato un optional. E alla fine si sono accumulati debiti con l’erario per oltre 500mila euro. Di questi quelli semplicemente relativi al 2008 erano appena 30mila, quindi il vezzo andava avanti da un bel po’. Come scrive il collegio sindacale ”la società ha omesso diversi versamenti di imposta, seppure in una situazione di difficoltà di liquidità. Tali omissioni sono reiterate e alcune riguardano anche gli esercizi precedenti. Il collegio sindacale sulla base dei debiti fiscali al 31 dicembre 2008, ha chiesto espressamente l’iscrizione in bilancio delle sanzioni derivanti dai ritardati pagamenti delle imposte, dei contributi e delle ritenute fiscali”. Una mitragliata messa nero su bianco sul bilancio della società. Che ha costretto Veltroni sr. a tentare anche lui una difesa nero su bianco, sostenendo che la società è stata costretta a non pagare le tasse per la celebre crisi internazionale che si è trasformata in crisi di liquidità anche per alcuni clienti della Tunda II. In sostanza, visto che i clienti non pagavano Veltroni senior, lui si vendicava con il fisco. Ma nel 2009- ha promesso il fratello dell’ex sindaco di Roma, la musica sarebbe cambiata. «Tunda II», ha spiegato, «è entrata a fare parte di un gruppo che fa capo a San crispino Holding srl e che ha visto nel 2008 costruirsi attorno alla finanziaria del gruppo e alla controllata Tundafin spa una serie di investimenti nel settore immobiliare, finanziario e nelle attività industriali». Aria nuova, che riguarda perfino le politiche di bilancio vecchie, ha spiegato Veltroni sr.: « risultato purtroppo confermato l’errore di valutazione dell’impostazione della politica fiscale che ha generato quel debito fiscale che riportiamo a bilancio 2008 e che costituisce una priorità nelle politiche dell’esercizio 2009». Non solo, pronta anche la svolta nel business: «Ci impegneremo», ha assicurato il fratello di Walter, «nel campo degli investimenti per l’energia rinnovabile. Tale scelta è derivata inoltre da una analisi della situazione generale economica di contesto che ha spinto la società verso settori nuovi e di consistente prospettiva…».
A sentire parlare Valerio Veltroni c’è da restare incantati più che a un comizio del fratello Walter. Avrebbe dovuto scendere lui in politica lui. Ma il metodo di famiglia è lo stesso: prendi due vecchi arnesi, li ridipingi con classe e hai lì un bel partito modernissimo e nuovissimo o qui un bel gruppo imprenditoriale che sembra rinato. Ma il difetto è proprio lo stesso. Cambiata la proprietà della Tunda II? Oh, certo. Prima gli azionisti erano due società presiedute da Veltroni Valerio e ora l’azionista è uno solo di quel due, la San Crispino holding guidata da Valerio Veltroni. E per altro proprio nell’anno in cui questo passaggio di proprietà la società controllata di Veltroni sr. che si dimentica di pagare le tasse (la Tunda II) presta alla società che diventa sua unica azionista (la San Crispino Holding) 3 milioni di euro, cifra che la San Crispino in parte utilizza per acquistare la Tunda II (197.140 euro) e un’altra finanziaria del gruppo, la Tundafin (3,56 milioni di euro), anche questa manco a dirlo a guida Valerio Veltroni. La incredibile partita di giro si chiude con un’altra operazione infragruppo: la Tundafin appena acquistata dalla San Crispino grazie ai soldi prestati dalla Tunda II (che per fare questo per l’ennesima volta manda in bianco il fisco italiano), restituisce il favore, e compra per 3,8 milioni di euro la quarta società del gruppo, la Tunda orange immobiliare (e chi la guida? Sorpresa: Valerio Veltroni). Grazie a questa operazione la Tunda II (che era azionista di maggioranza della Tunda orange immobiliare) incassa 2,076 milioni di euro che le consentono di sistemare i guai chiudendo perfino il bilancio 2008 con un utile di 2,047 milioni di euro. venuto il mal di testa a leggere? In fondo è semplice. Veltroni compra con la manodestra da Veltroni che con la mano sinistra ripaga Veltroni che così presta alla destra di Veltroni i soldi per ricomprare dalla mano sinistra di Veltroni. Il fratello di Walter è un po’ come la dea Kalì, e di mani ne ha in abbondanza.
Tutto questo giro naturalmente non è piaciuto al collegio sindacale, che ha rimarcato ”l’incongruenza della gestione finanziaria dei crediti infragruppo, non procedendo la società energicamente nei confronti dei debitori aziendali, ma addirittura, anche nel 2009, erogando prestiti ed anticipazioni ad altre aziende del gruppo già debitrici nei suoi confronti”. Le mani della dea Kalì-Veltroni sono dunque ancora in azione anche se nessuna si sporge per dare al fisco il dovuto. Nel frattempo al cda guidato da Valerio Veltroni è arrivata una ultima tirata di orecchi: ”Il collegio rileva altresì come eccessive le spese sostenute dal cda per rappresentanza ed esorta lo stesso ad adottare specifiche procedure che documentino puntualmente l’inerenza di tali oneri”.