Varie, 16 settembre 2009
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Bach Richard
• David Oak Park (Stati Uniti) 23 giugno 1936. Scrittore. stato pilota riservista della U.S. Air Force, scrittore di manuali tecnici per l’aviazione e pilota acrobatico, prima di dedicarsi alla narrativa. Il suo primo libro, Il gabbiano Jonathan Livingston , uscito negli Usa nel 1970, è stato un bestseller internazionale. Soltanto in Italia, dove Rizzoli l’ha pubblicato nel 1977, ha venduto due milioni e mezzo di copie. A questo hanno fatto seguito numerosi altri titoli, tra i quali la serie dedicata alle storie sui furetti • «[...] ”Tutta la mia opera è volta a dimostrare come la nostra presunta mortalità e i limiti fisici apparenti non siano altro che un’illusione [...] Il tema della morte mi attrae da quando avevo 10 anni e mio fratello Bobby, allora dodicenne, morì di leucemia. Volevo sapere cosa fosse successo a tutti i membri della mia famiglia che erano morti, lasciandomi solo al mondo”. Alcuni anni fa, durante un volo, Bach dice di essersi ricongiunto col fratello e l’adorata madre, morta nel 1956. ”Bobby aveva l’aspetto di un venticinquenne, mentre mamma era un semplice raggio di luce blu accecante, come una fiamma ossidrica”. Nel 1985, quindici anni dopo il divorzio dalla prima moglie Bette, la loro figlia sedicenne, Bethany, fu vittima di un incidente d’auto. ”Da allora non ci siamo più rivisti [...] quando andai via di casa, lei era piccola e purtroppo eravamo come estranei [...] Nel 2001 io stesso sono morto e risuscitato e ho visto che cosa c’è oltre [...] Ero in Ar gentina con la mia terza moglie Sabryna quando finii in ospedale in preda ad arresto cardiaco”. Dopo un bel po’, quando i medici si convinsero che non c’era più nulla da fare, Bach si rialzò sorridente e si mise a camminare. ”Mi ero risvegliato come da un sogno meraviglioso, fatto di luce intensa e calore. Un luogo perfetto di armonia, serenità ed amore”. Da allora, lo scrittore si è buttato a capofitto sulla letteratura dei cosiddetti ”reduci della morte in faccia”, scoprendo che ”tutti, senza eccezione, la descrivono come un’esperienza sublime [...] In Italia ho sempre venduto proporzionalmente molti più libri che in qualsiasi altra nazione al mondo, eppure non so spiegarmi come mai il vostro Paese sia più in sintonia degli altri con la mia filosofia”. Quando Il gabbiano uscì negli States, nel 1970, il Paese si spaccò in due. ”In un’intervista di copertina al settimanale ”Time’, un ministro protestante mi bollò come ”la peggiore esemplificazione del peccato d’orgoglio’ – rievoca quasi diver tito – un lettore mi spedì a casa una copia del libro ridotta a brandelli con la forbice, insieme a una lettera di insulti”. ”In retrospettiva – riflette – Il gabbiano mi ha insegnato tante cose. La prima è che ognuno nei miei libri ci può leggere ciò che vuole”. La seconda? ”Quanto vero sia l’antico adagio inglese secondo cui ”il potere corrompe ma il potere assoluto corrompe assolutamente’”. Dopo l’inaspettato successo del Gabbiano (rifiutato da ben 18 case editrici prima di essere pubblicato) l’auto re si ritrovò ricco sfondato nel giro di una notte. ”Non avendo mai avuto soldi in vita mia, non avevo la più pallida idea di come spendere tutti quei milioni – racconta – così li affidai a gente senza scrupoli che si dimenticò di pagare le mie tasse, aizzandomi contro gli esattori dell’Irs che mi trascinarono in tribunale”. Negli anni 80, ri dotto in bancarotta, Bach fu costretto a ricominciare da zero. Tra le sue varie ”reincarnazioni”, quella che lo rende più orgoglioso è il Bach-buon padre. ”Ho avuto sei figli, tutti dalla prima moglie, ma me ne sono andato di casa quando erano troppo piccoli. Si sono sentiti abbandonati”, ammette con sincero rimorso. Ma un bel giorno [...] suo figlio Jonathan, allora studente di giornalismo, lo svegliò alle due di notte per informarlo che stava per scrivere un memoir sulla sua dolorosa infanzia senza padre. ”Lo pregai di intervistarmi, per darmi il diritto di replica. Da allora siamo inseparabili”. Il libro, uscito nel 1993 col titolo Above the Clouds , è definito ”bello e doloroso” da Bach Senior. Che si dice orgoglioso anche di Secrets of a Buccaneer-Scholar, pubblicato nel 2009 dal secondogenito James, guru della Silicon Valley (’la persona più colta che conosco, eppure ha solo la licenza media”). Tra i suoi autori preferiti Bach annovera Ray Bradbury, Nevil Shute e Antoine de Saint-Exupéry, oltre al fisico Hugh Everett III. Il suo musicista prediletto, naturalmente, è Johann Sebastian Bach: ”Fino ai sedici anni pen savo fossimo parenti. Oggi non ne sono più convinto, ma tanto non importa. Perché credo che tutti quelli che amano e capiscono la sua musica sono suoi discendenti”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 16/9/2009).