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 2009  luglio 24 Venerdì calendario

NEI MCDONALD’S DELLA SANITA’ USA


Si moltiplicano gli ambulatori low cost in supermercati e centri commerciali - IL MERCATO SI ADEGUA - Sono ormai 1.200 le «retail clinic», dove personale infermieristico visita e presta le prime cure a chi non è assicurato o ha franchigie alte

AVON (CONNECTICUT). Dal nostro inviato
La strana storia delle cliniche in negozio, i presidi medici che fioriscono in America dentro catene di farmacie, supermercati e grandi magazzini, è quella delle "minuteclinic". I mini-ospedali da un minuto - qualche sedia per sala d’attesa, scrivania e studio per rapide visite sepolti tra scaffali di detergenti o casse di bibite - del gigante dei drugstore Cvs Caremark. Ed è la storia, una domenica di metà luglio, di due pazienti che non potrebbero essere più diversi, Ray Kleinerman e Sofia Martin.
Kleinerman è un ragazzo gracile di 18 anni, senza fissa dimora o assistenza, lavori saltuari e una palpebra gonfia che pare reduce da un match di pugilato. Per curare l’occhio - «mi ha punto un insetto» - si è precipitato qui, alla Cvs del centro commerciale di questa cittadina rurale del Connecticut. «Un amico mi ha detto che sono bravi e costa poco», dice mentre aspetta. Aspetta che finiscano con Jeff Martin, di professione consulente, e sua figlia Sofia, cinque anni, che si è svegliata con la febbre: un rapido test per verificare se ha un’infezione da streptococco. negativo, niente bisogno di antibiotico. «L’ufficio del pediatra è chiuso. E preferisco evitare il pronto soccorso degli ospedali, dove code e disagi si sprecano», spiega Martin. Della riforma della sanità voluta da Barack Obama, che ampli l’assistenza, dice che è senz’altro «una buona idea». Ma per crederci, aggiunge memore dei tanti tentativi finora falliti dai politici, «aspetto di vederla realizzata». E nel frattempo considera una fortuna l’esistenza, vicino a casa, della minuteclinic.
Le cliniche da un minuto (o più realisticamente 15 minuti, il tempo medio d’una visita) sono le pioniere del fenomeno delle cosiddette retail-clinic. Fondate nel Duemila dall’uomo d’affari di Minneapolis Rick Krieger, dopo una lunga notte insonne passata proprio al pronto soccorso per far esaminare il figlio, sono state acquistate tre anni or sono da Cvs, firma della Corporate America che affonda le radici negli anni Venti. Dai loro albori, mentre quasi duecento tradizionali emergency room chiudevano schiacciate dalla crisi, hanno preso piede applicando ricette imprenditoriali alla domanda di cure essenziali, veloci e a basso costo. Accettano gran parte delle assicurazioni mediche ma il loro asso nella manica è che, per poche decine di dollari (30-60 per controlli di base contro gli oltre cento abituali) e con parcelle esposte a grandi lettere, si fanno carico anche delle legioni dei non assicurati. Quei 47 milioni menzionati dallo stesso Obama nel discorso alla nazione di mercoledì sera; quei 14mila che ogni giorno, stando al presidente, perdono la copertura.
Mini-cliniche hanno aperto i battenti anche a Wal-Mart e Target, colossi del commercio al dettaglio, in supermercati quali Kroger, e presso la grande rivale di Cvs, la catena di farmacie e prodotti per la casa Walgreen, a sua volta antico marchio aziendale americano che risale al 1901. In nove anni sono diventate un piccolo esercito, oltre 1.200 da una costa all’altra del paese, capace di generare un fatturato annuale da 550 milioni di dollari ed effettuare milioni di visite (quattro milioni soltanto le minuteclinic) per ustioni o vaccini, mal di gola e contusioni. A volte agiscono anche da vero e proprio "portale" del sistema sanitario, identificando casi gravi, quali sintomi di infarto, e facilitando ricoveri d’urgenza.
Come in tutti i rapidi boom, non sono mancati i passi falsi. Wal-Mart, dopo aver immaginato nel 2007 il varo immediato di 400 cliniche e di duemila entro sette anni grazie a partnership con gruppi sanitari, ne ha inaugurate un massimo di 78 e ora all’attivo ne ha 34 in nove stati. Anche se assicura di non aver abbandonato, solo rinviato, i traguardi iniziali. La Cvs in primavera ha ordinato la chiusura stagionale di 90 delle sue 550 minuteclinic in 24 stati, con l’ipotesi di riaprirle in autunno in tempo per le campagne contro l’influenza. E il suo obiettivo di aprirne in tutto 2.500 resta lontano. Walgreen, con quasi 350 mini-cliniche in 18 stati, ha rallentato il ritmo dell’espansione. Né sono assenti le critiche di chi esclude che possano affrontare davvero il dramma sanitario americano. Sono state definite il McDonald’s della medicina. E accusate di essere troppo concentrate, quasi al 90%, in sobborghi relativamente benestanti, piuttosto che nelle regioni meno servite.
Il successo della formula, però, è innegabile e ha ormai attirato anche tradizionali protagonisti delle cure mediche: la Cleveland Clinic in Ohio, ieri visitata dallo stesso Obama, ha dato vita a una partnership con Cvs. E la Mayo Clinic in Minnesota si sta cimentando con una mini-clinica in un supermercato locale. Dalle loro costole, intanto, prendono forma continui esperimenti innovativi: Walgreen sta studiando la creazione, nei prossimi anni, di migliaia di centri medici direttamente sul posto di lavoro, promettendo alle aziende risparmi nei costi sanitari. La sua divisione di mini-cliniche Take Care Health - acquistata l’anno scorso dalla coppia di fondatori, l’imprenditore Hal Rosenbluth (che tutt’ora la dirige) e l’ex dirigente di Johnson & Johnson Peter Miller che le avevano dato i natali nel 2005 - ne gestisce già più di 300, tra cui un centro creato dalla Toyota nel 2007 nel suo stabilimento di San Antonio, in Texas. E ha firmato contratti con società quali Disney, Continental Airlines, Rio Tinto e Goodyear. Persino la prestigiosa rivista Barron’s considera i leader del nuovo settore un «buon investimento» per il futuro.
Gli infermieri in prima linea nelle mini-cliniche, che normalmente non impiegano medici, concordano, convinti di essere almeno parte integrante della campagna per contenere i costi e conquistare l’assistenza universale negli Stati Uniti. «Offriamo facile accesso mentre i pronto soccorsi sono sempre più affollati e le compagnie di assicurazione sempre più avare nella copertura», dice Judith Briggs, di turno alla minuteclinic di Avon. Lei ne sa qualcosa: da 15 anni in campo sanitario, lavora anche per l’assicuratrice UnitedHealthcare. Marleen McGuire, responsabile delle undici cliniche Cvs in Connecticut che danno lavoro a una cinquantina di infermieri, stima che la metà dei pazienti non ha alcuna assicurazione, oppure polizze con franchigie molto alte. «Nello stato - racconta - abbiamo cominciato tre anni or sono. E le cliniche sono sempre più frequentate, anche da pazienti che decidono di tornare». Kleinerman e Martin, da una domenica di luglio, si considerano due di loro.