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 2009  giugno 02 Martedì calendario

Le aziende imparano come gestire Twitter - Il gruppo Dow Jones ha pubblicato recentemente delle linee guida per il comportamento che gli impiegati del Wall Street Journal e di altri giornali finanziari dovrebbero tenere nei social media

Le aziende imparano come gestire Twitter - Il gruppo Dow Jones ha pubblicato recentemente delle linee guida per il comportamento che gli impiegati del Wall Street Journal e di altri giornali finanziari dovrebbero tenere nei social media. I dipendenti delle aziende sono sempre più presenti con loro contributi su social media come Twitter, Facebook, MySpace o Digg. Le informazioni riportate possono influenzare i frequentatori della Rete e, più in generale, l’opinione pubblica. Una valutazione on-line su un titolo quotato in Borsa o sulla validità di un prodotto può determinare effetti negativi per le società, se a esprimerli è una persona che lavora al loro interno. Le reazioni al codice DJ sono state controverse: alcuni lo considerano inapplicabile, altri un limite alle libertà personali o controproducente. Tra le numerose regole del DJ compaiono dei punti di buon senso come quello di dichiarare la propria identità o di non fare propaganda personale, insieme a indicazioni incomprensibili e inapplicabili come «il business e il piacere non possono essere presenti insieme in servizi come Twitter». Il DJ ha avuto comunque il merito di far emergere il problema della comunicazione aziendale sui social media, un fenomeno spesso ignorato o sottovalutato dalle società. Nello studio annuale di Deloitte, Ethics & Workplace, il 60% dei dirigenti intervistati afferma di avere il diritto di sapere come i dipendenti comunicano nei social media in relazione alla loro attività e all’azienda. Viceversa, il 53% dei dipendenti non è d’accordo su questa posizione e ritiene che l’azienda non debba limitarli. La percentuale sale al 63% per la fascia di età tra i 18 e i 34 anni, la più assidua nell’utilizzo dei social media. Soltanto il 17% delle società ha in atto un programma per gestire e tenere sotto controllo la comunicazione sui Social Media e meno del 25% ha definito una politica aziendale. In ogni caso, la metà degli impiegati dichiara che non si farebbe condizionare dalle direttive aziendali. Chi pubblica non sempre ha la percezione di poter danneggiare l’azienda per cui lavora: un terzo degli intervistati ha risposto di non aver mai considerato eventuali effetti negativi del materiale pubblicato. Uno studio di Websense ha rilevato che il 62% delle aziende ritiene che i social media siano fondamentali per lo sviluppo del loro business. Il marketing on-line è assimilabile a una conversazione globale, ma di solito si preferisce che i dipendenti non partecipino alla conversazione. L’atteggiamento dei vertici delle aziende verso i social media è quindi contraddittorio: da una parte se ne percepisce il valore, dall’altra si teme di non riuscire a gestirli. Si oscilla dalla totale ignoranza del mezzo alla proibizione assoluta di accesso, in particolare durante gli orari d’ufficio, da una regolamentazione restrittiva attraverso linee guida a un incoraggiamento dell’uso e all’integrazione nella comunicazione aziendale. Molte aziende hanno compreso che i social media sono un asset, più che un pericolo. Tra le altre Dell, Ford e Wells Fargo, che hanno creato nuove responsabilità interne per gestire i social media. Dell ha 45 persone che si occupano della conversazione on line, 80 account (l’equivalente di un indirizzo) Twitter, 20 pagine su Facebook e un forum per i feed back degli utenti. Il Latitude laptop, uno dei suoi ultimi prodotti, deriva in gran parte dai suggerimenti on-line e le promozioni dei prodotti in sconto sono fatte con successo attraverso Twitter.