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 2009  giugno 07 Domenica calendario

DOMANDE

& RISPOSTE -

Quali sono le cause delle violenze nello Xinjiang?
Lo Xinjiang, 20 milioni di abitanti e una superficie pari a cinque volte l’Italia, è una regione autonoma situata nel nord ovest della Repubblica Popolare cinese. ricca di petrolio e gas naturale e già nel XIX secolo è stata al centro del «Great Game», la lotta fra la Russia, la Gran Bretagna e il moribondo Impero cinese per il controllo dell’Asia centrale. L’instabilità odierna deriva dai contrasti fra gli uiguri, nativi della regione, che vorrebbero l’indipendenza, e il governo di Pechino, interessato a mantenerne il controllo in chiave strategico-militare e come riserva di materie prime. Lo stesso nome Xinjiang, che in mandarino significa «Nuova frontiera», è ritenuto offensivo dagli uiguri che preferiscono chiamare il loro territorio Turkestan orientale.
Chi sono gli uiguri? Perché vogliono l’indipendenza?
Gli uiguri sono una minoranza di religione musulmana e turcofona che da secoli abita nello Xinjiang vivendo di pastorizia e di commercio lungo l’antica Via della Seta. Oggi rappresentano la maggioranza relativa della popolazione, il 46%, mentre il resto degli abitanti della regione sono cinesi di etnia Han (39%) e kazaki.
Quando iniziarono i contrasti con Pechino?
La cultura indipendentista nacque nei primi decenni del Novecento in opposizione ai signori della guerra che controllavano la regione in assenza di un governo stabile a Pechino. Negli Anni Trenta, durante la guerra civile cinese fra il Kuomintang di Chiank Kai Shek e l’esercito comunista di Mao Tse Tung, gli uiguri riuscirono a creare due stati indipendenti, la Prima (1934) e la Seconda Repubblica del Turkestan orientale (1944). Nel 1949, però, dopo la vittoria comunista costata la vita anche a Mao Tse Tan, fratello minore di Mao, il regime comunista riuscì a conquistare la regione e ad annetterla alla neonata Repubblica Popolare. Fra gli Anni Sessanta e gli Anni Settanta, in piena Rivoluzione culturale, Pechino ha rafforzato la sua politica coloniale favorendo l’insediamento di cinesi Han e provocando la reazione uigura.
Qual è la politica cinese nella regione?
Gli elementi più significativi sono la «sinizzazione» della popolazione attraverso gli incentivi per i cinesi Han che si trasferiscono nello Xinjiang, l’urbanizzazione e il sostegno allo sviluppo economico delle città. Di pari passo il governo mostra i muscoli con gli indipendentisti arrestando o costringendo all’esilio i loro leader. Molte ong accusano Pechino di violare i diritti umani e di reprimere le tradizioni degli uiguri per minare le basi della loro identità. L’ultimo episodio denunciato risale al marzo scorso quando il governo cinese ha annunciato di voler radere al suolo il bazar di Kashgar, luogo simbolo della cultura uigura, e di voler trasferire le 100 mila famiglie che vi abitano nei nuovi palazzi costruiti nella periferia della città. Rispetto alla religione musulmana Pechino ha sperimentato due strategie: di apertura negli anni Ottanta, di maggiore controllo negli anni più recenti.
Chi si batte per l’indipendenza
dello Xinjiang?
Nella regione, oltre ai movimenti politici panturchi e al partito transnazionale del Turkestan, sono attivi anche alcuni gruppi estremisti come il Movimento islamico del Turkestan orientale e l’Organizzazione di liberazione del Turkestan orientale (Entrambi nella lista nera delle organizzazioni terroristiche stilata dagli Usa). Queste organizzazioni compiono attacchi contro l’esercito, gli abitanti di etnia Han e gli uffici governativi. Pechino li ritiene responsabili degli attentati che nell’agosto scorso hanno insanguinato la vigilia olimpica.
Ci sono rapporti fra questi gruppi e il terrorismo internazionale?
Un primo legame risale al 1979 quando i miliziani islamici uiguri vennero invitati da Pechino e dagli Usa a combattere contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Negli ultimi anni, invece, Pechino li ha accusati di avere rapporti con la rete di al Qaeda e di formarsi nei campi dei seguaci di Bin Laden. Dal 2002 alcune decine di combattenti uiguri sono stati fermati dai militari Usa impegnati in Afghanistan, e imprigionati a Guantamo. Nei mesi scorsi nove di loro sono stati liberati e trasferiti in Albania e alle Bermuda.
Dopo il 2001 lo scontro si è riacceso. Come mai?
Dopo l’11 settembre 2001 il governo cinese, in modo molto simile a quanto fatto da altri Paesi, ha iscritto lo scontro con i terroristi islamici interni nella narrazione della Guerra globale al terrorismo lanciata dagli Usa di Bush. Da allora gli attacchi degli indipendentisti e la repressione di Pechino si sono intensificati.
Perché si parla tanto dei tibetani e poco degli uiguri?
Sia l’annessione cinese del Tibet che quella dello Xinjiang risalgono al 1949 ed entrambe le regioni sono popolate da minoranze religiose. Ma, mentre i buddisti tibetani godono del sostegno della società civile internazionale e hanno un leader di riferimento come il Dalai Lama, gli uiguri pagano la diffidenza del mondo occidentale verso l’integralismo islamico.