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 2009  maggio 28 Giovedì calendario

Piano Casa: DL fermo, le Regioni continuano l’iter normativo - Sicilia: previsti aumenti fino al 30% abbinati a fonti rinnovabili, vietata la ricostruzione per il non residenziale - Continua l’attività normativa delle regioni per il rilancio dell’edilizia

Piano Casa: DL fermo, le Regioni continuano l’iter normativo - Sicilia: previsti aumenti fino al 30% abbinati a fonti rinnovabili, vietata la ricostruzione per il non residenziale - Continua l’attività normativa delle regioni per il rilancio dell’edilizia. Nello stesso tempo è fermo l’iter del decreto legge governativo, che dopo l’accordo del primo aprile con le Regioni si è impantanato a causa di questioni rimaste aperte. Come la richiesta di una deroga alle assunzioni da parte degli enti locali, necessarie per gestire le nuove norme antisismiche, e il credito d’imposta del 55% per i privati che mettono a norma, dal punto di vista antisismico, le loro abitazioni. Per i Comuni non è invece ancora risolta la semplificazione della Vas, Valutazione ambientale strategica. A causa della mancanza di un’intesa il Consiglio dei Ministri non ha discusso DL e ddl per lo snellimento burocratico in edilizia, limitandosi a posticipare di un mese i termini entro i quali le Regioni dovranno approvare le proprie leggi. Toscana, Umbria, Veneto, Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Lombardia e Friuli stanno anticipando il Governo nella redazione di un testo di legge per l’aumento delle cubature. Le maggiori differenze riguardano la percentuale di incremento, commisurata sul volume o sulla superficie esistente, e gli standard energetici richiesti per dare il via ai lavori. In Friuli Venezia Giulia sarà probabilmente concessa la liberalizzazione agli ampliamenti di pertinenze di abitazioni fino al 10% del volume esistente, mentre viene sottoposto a Dichiarazione di inizio attività l’ampliamento fino al 20%. Non si pagheranno gli oneri di urbanizzazione per ampliamenti fino al 20% della superficie imponibile. In Sicilia sono allo studio due disegni di legge. Gli ampliamenti riguarderanno dal 15 al 25% del volume, con un ulteriore premio del 5% se si utilizzano fonti rinnovabili. Aumenti di volumetria del 35% saranno possibili in caso di abbattimento e ricostruzione secondo i criteri della bioedilizia. Aumenti del 20% anche per la superficie degli edifici a uso diverso dal residenziale, per i quali è invece esclusa la ricostruzione. Previste agevolazioni sui contributi fino al 50% per la prima casa. Per i lavori nei centri storici occorrerà il parere della sovrintendenza. Nel Veneto il ddl 398 prevede aumenti volumetrici del 20% senza nessuna particolare richiesta per il miglioramento nell’efficienza energetica. Per gli interventi sulla prima casa saranno erogati contributi pari al 40%. Nel caso di utilizzo di fonti rinnovabili saranno invece corrisposti solo gli oneri di urbanizzazione. La percentuale di ampliamento sale al 30% per le demolizioni e ricostruzioni e al 40% se la riedificazione si avvale della bioedilizia. La superficie degli immobili diversi dal residenziale potrà espandersi del 20% per gli edifici esistenti, ammettendo anche la demolizione e ricostruzione con un premio di cubatura del 30%. Il testo è stato modificato più volte. La discussione definitiva, che dovrà tener conto dei numerosi emendamenti presentati dall’opposizione, avrà luogo dopo le scadenze elettorali. Nonostante la definizione delle percentuali per l’aumento delle cubature rientri tra le competenze esclusive degli Enti Locali, nelle altre Regioni si attendono gli orientamenti definitivi dell’Esecutivo sulla semplificazione delle procedure e l’edilizia libera. Per l’attuazione delle misure previste sono importanti i piani urbanistici comunali. Secondo una ricerca condotta nella Regione Molise molto spesso i regolamenti comunali rappresentano un ostacolo al processo di semplificazione perché, essendo vecchi, non consentono il veloce rilascio di licenze, autorizzazioni e concessioni edilizie. Ad oggi i piani urbanistici sembrano quindi inadeguati al recepimento delle nuove esigenze per il rilancio di un’edilizia di qualità. Fondamentale per le nuove norme anche la sicurezza. Secondo Buzzetti, presidente dell’Ance, Associazione nazionale costruttori edili, sono oltre 200 mila gli edifici a rischio crollo. Alla mancanza di manutenzione si aggiungono abusivismo e costruzioni non effettuate a regola d’arte. In Italia esistono quasi 2 milioni di edifici precedenti al 1919 in pessimo stato di conservazione. Un rimedio è rappresentato dal libretto di fabbricato, contenente i dati utili sulla vita degli edifici, che secondo Buzzetti dovrebbe diventare obbligatorio. Potrebbe poi essere destinato alla manutenzione il valore aggiunto derivante dagli aumenti di cubatura. Grazie ai quali aumentano il proprio valore gli immobili a uso residenziale, ma anche edifici pubblici e capannoni industriali.