Paola Mammarella, www.edilportale.com, 23/4/2009, 23 aprile 2009
Piano Casa, le scelte del Sud Italia - In fase di definizione i testi delle leggi da approvare entro il 30 giugno, attenzione alla tutela delle coste ma anche deroghe agli strumenti urbanistici - Sud Italia al lavoro sul Piano Casa
Piano Casa, le scelte del Sud Italia - In fase di definizione i testi delle leggi da approvare entro il 30 giugno, attenzione alla tutela delle coste ma anche deroghe agli strumenti urbanistici - Sud Italia al lavoro sul Piano Casa. Le Regioni sono impegnate nella redazione di norme per il rilancio dell’edilizia, che dovranno essere approvate entro il 30 giugno. Per evitare disomogeneità negli interventi è previsto un potere sostitutivo che entrerà in funzione in caso di inerzia da parte delle Regioni. Attraverso il decreto legge sul Piano Casa circa 1,4 milioni di strutture potrebbero beneficiare di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. Sono Palermo, Napoli, Catania, Reggio Calabria e Cosenza le province col maggior numero di edifici da recuperare perché a rischio e in cattivo stato. Le risorse necessarie potrebbero derivare dall’accorpamento del referendum ad altre scadenze elettorali o essere deviate dalle grandi opere. l’idea proposta dal sindaco di Reggio Calabria e dall’Assessore regionale all’Urbanistica Michelangelo Tripodi, contrari alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, classificato come zona sismica. In Calabria è previsto uno stanziamento da 230 milioni da indirizzare su tre direttrici: 60 per gli interventi contenuti nei contratti di quartiere dei Comuni, 155 per l’edilizia locativa e privata, 15 per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni Erp e private. Secondo il Governatore Loiero la norma per l’aumento delle cubature non potrà contenere deroghe ai controlli sulle misure antisismiche, prevedendo anche incentivi per i cittadini che intendono costruire o ristrutturare nelle zone a rischio. Cautela sulle new town, dal momento che sarebbe controproducente allontanare i cittadini dal proprio ambiente. La Campania ha anticipato il Governo prevedendo semplificazioni e accelerazione della spesa a sostegno delle costruzioni. Il Consiglio regionale sta infatti analizzando i problemi connessi al piano per il rilancio dell’edilizia. Grazie allo snellimento burocratico i tempi per le autorizzazioni si accorceranno da tre a un mese. Si potrà ottenere l’autorizzazione paesaggistica semplificata per modificare l’aspetto di fabbricati e manufatti non più vecchi di 50 anni, apertura di porte e finestre, modifica di terrazzi e balconi, realizzazione di abbaini e lucernari, pavimentazione di terrazzi e pertinenze esterne. Le misure anticicliche coinvolgono contemporaneamente housing sociale e aumenti volumetrici. Per l’edilizia agevolata verrà incentivato il partenariato pubblico-privato. La Regione prevede inoltre il recupero del patrimonio edilizio, con incentivi al risparmio energetico. Con la Delibera di Giunta 396/2009 sono state attivate cinque iniziative di valore pari a 112 milioni per la lotta all’abusivismo e l’aumento degli alloggi a canone sociale. La norma più ambiziosa offre ai costruttori la possibilità di far crescere del 30% le cubature di nuovi complessi residenziali di edilizia sociale. Il piano potrebbe contribuire alla costruzione di 40 mila alloggi. Sono stati inoltre lanciati due bandi di gara da 72 milioni per i privati cittadini e da 37 per le cooperative. Iniziative che si sommano ai 25 milioni di euro per l’edilizia ecosostenibile dal momento che la risposta alla domanda abitativa non può tralasciare la tutela dell’ambiente. In Basilicata sono stati stanziati 91 milioni in incentivi, che secondo le previsioni frutteranno oltre 250 milioni. L’obiettivo è il completamento di 100 alloggi in corso d’opera e la realizzazione di 173 nuove abitazioni. L’aumento delle cubature non si discosterà presumibilmente dai parametri delle disposizioni nazionali, che prevedono incrementi del 20% sugli immobili a uso residenziale esistenti e del 35% in caso di demolizione e ricostruzione secondo criteri antisismici ed ecocompatibili. Prevede di rispettare i limiti dell’accordo il Molise, che mira all’approvazione di una legge regionale entro 60 giorni. A differenza che in altre Regioni sono giudicate con favore anche le new town, da edificare in zone collaterali al capoluogo per l’allentamento della tensione abitativa. La Puglia presenterà più vincoli rispetto al Piano Casa nazionale con grande riguardo per le specificità territoriali. Lo ha annunciato l’Assessore Angela Barbanente, che promette tempi rapidi per l’entrata in vigore della legge regionale. Non sarà incrementato il limite di ampliamento dei 200 metri cubi. Saranno esclusi dagli interventi i centri storici e le aree di pregio, oltre a quelle a rischio idrogeologico. Le demolizioni invece apriranno anche agli edifici non residenziali e coinvolgeranno i vecchi manufatti costieri che potranno essere delocalizzati con un premio di cubatura del 35%. Previsti limiti per le sopraelevazioni e la distanza dei fabbricati nel rispetto dell’incolumità pubblica. Al contrario saranno libere le installazioni di impianti per l’energia rinnovabile. Sono in attesa dei fondi nazionali per l’edilizia sociale 370 alloggi da cantierizzare per far fronte alla tensione abitativa, risolvibile anche con i controlli sulle 460 mila abitazioni sfitte presenti nella regione. In Sicilia il Governatore Lombardo ha affermato che la riqualificazione degli edifici sarà prioritaria rispetto all’aumento delle volumetrie. La Regione, dato il rapporto tra abitanti e costruito, non avrebbe bisogno di nuove cubature, quanto della sostituzione di quella esistente. Il disegno di legge presentato dal PdL, in controtendenza agli orientamenti post-terremoto e all’impegno istituzionale per la tutela della sicurezza, non esclude deroghe agli strumenti urbanistici. Gli aumenti di cubatura del 20% potranno riguardare il volume totale degli edifici esistenti a uso residenziale e la superficie coperta nel caso di immobili con altra destinazione. Ammessa la demolizione e ricostruzione con aumento fino al 35% degli edifici precedenti al 1989, fuori dai moderni standard qualitativi. Per l’incentivo all’utilizzo delle fonti rinnovabili non sono conteggiate nella cubatura pensiline e tettoie finalizzate all’installazione di impianti fotovoltaici, le cui caratteristiche saranno oggetto di un decreto dell’Assessore al Territorio, da emanare entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. I Comuni istituiranno un elenco degli ampliamenti autorizzati, subordinati all’esistenza di opere di urbanizzazione primaria o al loro adeguamento, da cui sono esclusi gli edifici commerciali e quelli anche solo parzialmente abusivi. I proprietari potranno beneficiare di contributi di costruzione fino al 60% se gli interventi riguardano la prima abitazione. In caso di demolizione e ricostruzione di edifici anteriori al 1989 la detrazione sarà dell’80% per gli interventi di ampliamento e del 20% per la parte ricostruita. Ai Comuni verrà riservata la possibilità di prevedere incentivi per il ricorso alle fonti di energia alternativa. Ampliamenti e sopraelevazioni potranno essere effettuati anche in condomini e centri storici, con l’obbligo di presentare anche alle Soprintendenze la comunicazione di inizio lavori. Rassicurazioni per l’ambiente da parte della Sardegna, contraria alla cementificazione delle coste. L’Assessore all’Urbanistica Gabriele Sunis ha annunciato che il Piano Casa sardo sarà pronto entro l’estate. Il Governatore Cappellacci promette interventi per rivitalizzare l’economia nel pieno rispetto della tutela del paesaggio, risorsa di fondamentale importanza. Saranno probabilmente introdotte norme per la ridefinizione del patrimonio residenziale pubblico. Prevista l’esclusione dagli aumenti di cubatura di centri storici, parchi, aree archeologiche e zone di interesse idrogeologico. Sono anche all’esame premi volumetrici per quanti intendono effettuare riduzioni e demolizioni in aree di prestigio, come quelle costiere, per riedificare arretrando di qualche metro.