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 2009  giugno 06 Sabato calendario

 morto Mario Verdone Professore di cinema Insegnava Storia e critica del film, era uno studioso di spettacolo, critico d’arte, saggista, scrittore e poeta NOTIZIE CORRELATE Quella volta che un professore boccio il figlio: Carlo Verdone (26 giugno 2009) Mario Verdone (Ansa) ROMA - morto venerdì a Roma alle 16 il critico cinematografico e storico del cinema Mario Verdone

 morto Mario Verdone Professore di cinema Insegnava Storia e critica del film, era uno studioso di spettacolo, critico d’arte, saggista, scrittore e poeta NOTIZIE CORRELATE Quella volta che un professore boccio il figlio: Carlo Verdone (26 giugno 2009) Mario Verdone (Ansa) ROMA - morto venerdì a Roma alle 16 il critico cinematografico e storico del cinema Mario Verdone. Era nato ad Alessandria il 27 luglio 1917. Mario Verdone, professore ordinario (emerito) di Storia e critica del film, studioso di spettacolo, critico d’arte, saggista, scrittore e poeta inizia negli anni Cinquanta la carriera universitaria con corsi liberi di «filmologia» in vari atenei e in sinergia con il lavoro al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ed in organizzazioni internazionali. IL DOLORE DI CARLO - Mario Verdone, i cui funerali si terranno lunedì alle 16 nella Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva a Piazza della Minerva, è padre del noto attore Carlo Verdone, suocero di Christian De Sica e nonno di Brando De Sica e consuocero del grande Vittorio De Sica e Maria Mercader. Il figlio Carlo ha lasciato in lacrime il set romano di «Io loro e Lara» appena saputa la notizia della morte del padre ricoverato da tempo in una clinica romana per una malattia incurabile. Verdone ha infatti lasciato di corsa il set del suo nuovo film per unirsi alla sua famiglia. Pochi giorni fa, l’attore e regista, che si aspettava la morte del padre a breve, aveva mostrato preoccupazione che la notizia dell’aggravamento delle sue condizioni potesse trovare eco sulla stampa: «mio padre è ancora lucido - aveva detto - e legge ancora i giornali. Anche se so che ne avrà per poco». Per molti Mario Verdone è stato soprattutto comunque il papà di Carlo Verdone che ha spesso raccontato il divertito e affettuoso confronto con un genitore dalla personalità ingombrante e che addirittura un giorno lo boccio ad un esame all’università. Carlo poi gli rese omaggio in un affettuoso «cammeo»nel suo film Caro papa (1979) in cui l’occhialuto professore compariva con inattese doti interpretative. 26 giugno 2009 corriere.it L’ultima intervista Dal libro «Parentopoli» (Marsilio) Quella volta che un professore bocciò il figlio: Carlo Verdone «Guardi - gli dissi - è meglio che torni ad ottobre. A quel punto lui: ”Papà, ma mi bocci?”. Ed io: Mi dia del lei» Carlo Verdone con il padre Mario (LaPresse) «Allora professore si ricorda come andò?» Il professore ha 92 anni e mi fa: «So’ solo un po’ sordo ma ancora ricordo bene. La storia fu questa. Andò che gli feci la prima domanda» attacca il professore. «E lui niente... non mi rispose ». Quel giorno gli esami si svolsero in una sala dove c’erano molti studenti che attendevano il loro turno d’interrogazione. «Allora mi dica questo... e lui di nuovo niente!». L’interrogato faceva scena muta. La materia trattava di cinema e l’aveva introdotta il professore stesso per la prima volta nell’università italiana. A quel punto il docente prese la sua decisione: «Guardi» gli dissi, «è meglio che torni ad ottobre. A quel punto lui ha fatto: ”Papà, ma mi bocci?”. Ed io: ”Mi dia del lei. Ora vada”. E si alzò! E con lui so’ andati via tutti gli studenti perché hanno pensato ”se boccia il figlio boccerà pure noi”. E così rimasi solo nella stanza». Chi ricorda l’episodio è Mario Verdone, professore emerito di Storia e critica del cinema. E lo studente bocciato è il figlio Carlo Verdone. Erano gli anni Settanta. E così andò l’esame di Carlo Verdone, di colui che un giorno sarebbe diventato uno dei più bravi attori del cinema italiano. Da tutti definito come l’erede di Alberto Sordi. Ma figlio del professore universitario Mario Verdone, padre incorruttibile. Già perché la sera prima dell’esame, il giovane Carlo disse al padre: «Papà, mi raccomando: Bergman e Fellini». Implacabile il padre-professore-integerrimo lo interrogò su un autore tedesco. E lo mandò via. Non precisamente quel che accade nel mondo di ”Parentopoli” dove i padri adottano accademicamente i figli per tutta la vita. Mettendoseli accanto, nello stesso dipartimento, nella stanza a fianco alla propria, oppure nello stesso corridoio o addirittura col telefono sulla loro stessa scrivania. Il professore Mario Verdone l’unico posto dove si metteva accanto il figlio era al cinema. Quando Carlo era un bambino andavano a vedere i film con Jerry Lewis. Entrambi amavano anche quelli western. «Al momento di una sparatoria, mio padre – racconta Carlo Verdone – si alzava sempre e iniziava a sparare. Dopo due volte, cambiai posto. Lui cercava di comunicarmi qualcosa, ma ”nun ce capivo nulla!”». Professore lei cosa ne pensa di ”Parentopoli”? « deplorevole. Ma non ci sono solo i professori. Accade anche nel Parlamento. una maniera scorretta che io non approvo». Ma poi come andò a finire l’esame di suo figlio? «Finì che ad ottobre gli feci fare l’esame da un’altra professoressa. La signora Evelina Tarroni. Lei fu soddisfatta e lo promosse. Io mi misi da parte perché mi seccava di tornare sull’argomento. E quel giorno non mi presentai in università». E quando vi rivedeste la sera a casa? «La prima volta dopo la bocciatura riconobbe che a quelle domande non aveva risposto. La seconda volta, ormai vittorioso, mi disse: ”Sai papà, sono stato promosso”. Bene, son contento, gli risposi. Si vede che ti sei preparato bene stavolta». Ma come mai disse a Carlo mi dia del ”lei”? «Così per mettere delle distanze. Non è che io so’ padre e ti dico vieni e ti do diciotto. No, mi dia del ”lei”: una distanza. Non si può fare tutto in amicizia». Nino Luca (dal libro «Parentopoli - Quando l’università è affare di famiglia») 26 giugno 2009 corriere.it