Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 12 Venerdì calendario

Waltz Christoph

• Vienna (Austria) 4 ottobre 1957. Attore • «Era l’ennesimo medico televisivo, dottore in corsia di una serie tedesca, perduto nell’etere e frustrato nella fama [...] dopo aver fulminato Quentin Tarantino con un innocente book, il suo curriculum e qualche foto di posa, ha vinto la Palma d’oro del Festival di Cannes. Miglior attore. Meglio di Brad Pitt, che gli recita a fianco in Inglorious Basterds [...] Nel film, che racconta le vicissitudini di soldati americani ebrei cacciatori di nazisti, Waltz compare nel prologo e inchioda la platea mentre, con gentilezza, interroga un contadino della Francia occupata che nasconde ebrei nella sua cantina. Beve con voluttà un bicchiere di latte, fuma un’enorme pipa, si esprime poeticamente, poi fa strage della famigliola nascosta. Eppure, il ”cacciatore di ebrei”, come si autodefinisce, all’ultimo istante risparmia l’unica sopravvissuta della famiglia: la vede fuggire nei campi, prende la mira, ma non preme il grilletto. Ritroveremo il colonnello Hans Landa lungo tutti i cinque capitoli del film. Tra le scene migliori, quella in cui individua la diva doppiogiochista (interpretata da Diane Kruger), grazie alla scarpetta da lei dimenticata: gliela fa calzare proprio come nella favola di Cenerentola (con quel tocco di feticismo caro a Tarantino), e poi la strangola. Esilarante la scena in cui si prende gioco di Brad Pitt, americano infiltrato alla première nazista: Pitt si spaccia per il regista Enzo Girolami Castellari (il film è un omaggio al cinema di questo regista di polizieschi anni 70, che fa anche un cameo), ma parla un italiano stentato: e Waltz gli risponde con una dizione perfetta. Di fatto, l’attore viennese ha rubato la scena al divo Pitt per tutto il film. [...] Tarantino racconta che, se non l’avesse incontrato, avrebbe rinunciato a fare il film. ” vero, aveva già allertato i produttori. Dopo centinaia di provini, stava per desistere [...] Ho scoperto che alla fine della mia audizione si mise a urlare: ”Il film si fa’. Non so nemmeno come abbia fatto a scovarmi. Negli ultimi trent’anni, ho lavorato prevalentemente in televisione e in teatro. Sì, ho fatto un film con Krzysztof Zanussi nel ’91, Vita per vita. Padre Kolbe, ma ero fuori dal giro. Quando la mia agente mi ha chiamato, ho pensato alle solite coproduzioni messe insieme per avere finanziamenti, che puntualmente finiscono in niente. ”Non farmi perdere tempo’, le ho detto. E lei: ”Non essere ridicolo, è una cosa seria’ [...] Mi hanno inviato la sceneggiatura, cosa rara visto che la qualità della recitazione, nel cinema, è ormai un aspetto secondario. L’ho letta una prima volta. E la mia agente: rileggila pensando che è un film di Tarantino. Mi hanno chiamato per il provino e pochi giorni dopo avevo il ruolo del colonnello Hans Landa. Sono stato sospettoso a lungo, pensavo mi facessero provare la parte in attesa di qualcun altro. Alla fine, ne ero certo, mi avrebbero consegnato il copione giusto: una battuta di tre righe e fine [...] Con le lingue non ho problemi: oltra al tedesco parlo inglese e francese. Ho studiato recitazione a Vienna, al Max Reinhardt Seminar, mentre a New York ho frequentato lo Strasberg Theatre & Film Institute. Ma, comunque, interpretare il colonnello Landa è stato terribile. Ti arriva un ruolo come questo e vorresti metterci tutte le sfumature possibili. Il ”cattivo’ è solo una parola, dentro ci può essere qualsiasi cosa. Mi è tornato in mente quando, a 24 anni, lavorai con una star del teatro tedesco. Mi raccontò che, dopo trent’anni di carriera, c’erano stati solo tre ruoli per cui era valsa la pena fare l’attore. Hans Landa, nella mia vita di attore, è uno dei tre ruoli da ricordare [...] Vivo a Londra, dove abito con mia moglie e i nostri tre figli, ma lavoro in Germania. Faccio la spola tra Londra e Berlino, mi considero un travet. E invece è arrivato qualcosa di inaspettato e travolgente. Cerco di conservare un approccio filosofico, ma dentro di me so che niente sarà come prima [...]”» (Arianna Finos, ”Il Venerdì” 5/6/2009).