Alessio Odini, ItaliaOggi 10/06/2009, 10 giugno 2009
LA VACANZA BATTE I VIAGGI D’AFFARI
Ricerca su partenze e recessione. In Europa per il 2009 meno tagli che nel resto del mondo
Risparmiano le aziende, meno i turisti. Si sceglie con stampa e tv
Tempo di crisi, meglio restare a casa: una regola che non vale per tutti. Il settore dei viaggi e del turismo non è immune dagli effetti della recessione, ma questo non significa che il calo delle partenze sia una tendenza applicabile a ogni genere di viaggiatore e area geografica. Il richiamo di una meta lontana, o di un albergo di categoria superiore, è ancora vivo fra i viaggiatori più facoltosi: secondo una ricerca di Market Metrix, dal titolo Luxury Hotels and Recession, il 56% degli intervistati ha dichiarato, infatti, che l’impatto della crisi non ha modificato le proprie intenzioni di viaggio per l’anno in corso. Ma c’è persino un 15% che vede nella situazione attuale l’occasione per girare il mondo a prezzi vantaggiosi. All’opposto, il settore più colpito dalla crisi sembra quello delle trasferte d’affari: il 44% dei viaggiatori ha dichiarato che si sposterà meno, rispetto al 2008, contro il 30% di chi rinuncia a viaggiare per svago. La ricerca è stata commissionata da The Leading Hotels of the World (Lhw) l’organizzazione alberghiera a cui oggi aderiscono 450 hotel cinque stelle lusso in 80 paesi, guidata da Ted Teng.
Non sono dunque i turisti indipendenti a soffrire maggiormente gli effetti della situazione economica, quanto le aziende che cancellano meeting e congressi per contenere i costi, ripiegando su conference call, o tecnologie come la video-conferenza. Alternative valide per la sfera lavorativa, non certo per chi vuole andare in vacanza: secondo Market Metrix, il 90% di chi viaggia per divertimento non intende infatti rinunciarvi, al punto di cancellare o posticipare altri tipi di svago.
Il discorso cambia poi in ragione dell’area di provenienza degli intervistati: la percentuale più alta di viaggi cancellati si riscontra in Medioriente e Africa (54% per svago, 44% per affari), in linea con quanto accade in Nordamerica (51%, 44%). Sudamerica e Far East sembrano risentire meno della crisi, ma solo quando si tratta di vacanze (43% e 42%). In questa classifica al contrario, infine, è l’Europa il continente in cui le rinunce sono minori per quanto riguarda il tempo libero (32%) e il lavoro (35%). In particolare, l’Italia mostra cancellazioni o cambi di destinazione superiori alla media nell’ambito delle vacanze (oltre il 40%), mentre inferiore è il dato dei viaggi d’affari (poco sopra il 20%). Una tendenza assimilabile a quanto accade in Francia e Gran Bretagna, e opposta al trend tedesco, per cui si rinuncia meno alle vacanze (appena sopra il 20%) che alle trasferte di lavoro (di poco sotto al 30%).
La scelta dell’albergo è un altro tema fondamentale, in cui i media tradizionali continuano a svolgere una funzione importante, benché il passaparola e i consigli degli amici abbiano un ruolo tutt’altro che marginale. In mezzo, la crescente influenza di Internet, che sempre più coniuga questi due canali di informazione. Circa un terzo di tutti i viaggiatori ha dichiarato di scegliere la meta delle proprie vacanze attraverso magazine, quotidiani e tv: per l’esattezza, il 25% trae ispirazione dalla carta stampata. Ma c’è anche un 30% di chi, invece, dà priorità ai consigli di amici e conoscenti che hanno già alloggiato in un albergo di lusso. A questi, infine, va sommata la percentuale di chi trova direttamente sul web la soluzione alle proprie vacanze (20%) e prenota on-line: dal 2006 al 2008, il booking degli alberghi di lusso è cresciuto dell’8,2%, contro il 4,8% della fascia economica e il 3,5% degli hotel di categoria intermedia. Ma Internet, ormai, non serve più solo a informarsi e acquistare la propria vacanza: l’aspetto più sensibile è quello delle recensioni dei viaggiatori, pubblicate su siti dedicati, o di comparazione dei prodotti. Al punto che otto intervistati su dieci hanno dichiarato di aver letto commenti on-line prima di scegliere, mentre uno su tre ha inviato il proprio parere riguardo all’albergo in cui ha soggiornato. La diretta conseguenza? Anche gli hotel, ormai, monitorano con frequenza le opinioni dei propri ospiti, cercando sempre nuovi spunti per migliorare la propria offerta, che non può prescindere da elementi come la cortesia del personale e la qualità dei servizi: due elementi che alla base del concetto di ospitalità, qualsiasi sia il frangente economico.