Marco Ansaldo, La stampa 11/06/2009, 11 giugno 2009
LEVATEMI IL RECORD MA RIDATEMI IL NUOTO VERO"
Una montagna che appende i vestiti sopra i giochi dei bambini, Alain Bernard abbandona la sua maglietta large (una taglia in meno, per esibire i muscoli) sopra vecchie costruzioni da parco divertimenti abbandonate all’ingresso della piscina di Antibes dove si allena tutti i giorni. Ore 7,30: una bottiglia di Evian davanti al blocco della corsia 6 e partenza per le due ore di vasche. Il campione Olimpico dei 100 metri nuota sempre all’aperto, in uno stabilimento molto meno tecnologico del suo costume: piastrelline giallo sbiadito in spogliatoi Anni Settanta e gradoni un po’ scrostati dove il suo allenatore Denis Auguin segna i tempi su un quadernone rosso. La sola frase che gli urla è «Et Allez» ogni volta che fa partire uno dei due cronometri che tiene al collo. Per il resto silenzio, bracciate e numeri.
Quale è l’immagine di Pechino che le è rimasta?
«Una foto in cui sono appoggiato al muro, ho gli occhi chiusi e faccio un respiro profondo. Cercavo di restare in contatto con la realtà, di calmarmi. Ci penso spesso».
stato difficile gestire la vita dopo l’oro alle Olimpiadi?
«Difficile capire che era cambiata, quando ho imparato che non poteva più essere come prima ho ripreso il ritmo. Diverso, però mio. E sono sempre riuscito a difendere il privato».
Anche il fidanzamento con la collega Coralie Balmy?
«Certo che sì. Per ora ci vediamo un week end su due, lei sta a Tolosa, figurarsi. Ma da settembre si trasferirà qui ad Antibes e si allenerà con me. Ci stanca doverci muovere tanto per vederci».
Perché i nuotatori si fidanzano sempre tra loro?
« difficile capire chi vive dentro un altro elemento. Stiamo sempre in acqua, abbiamo orari strani... Sono uscito con ragazze che non nuotano e dopo un po’ mi consideravano un extraterrestre».
Lei è lo sportivo più amato di Francia e ha sostituito Laure Manaudou: ai francesi piace chi vince o avete qualcosa in comune?
«A tutti piace chi vince e in realtà credo che il fatto di arrivare dopo di lei abbia un senso. passata la mia stabilità, la mia serenità: sto da otto anni con lo stesso allenatore, non creo ansia. Lei era fantastica, ma agitata».
Ha smesso all’improvviso: saggezza o follia?
«Non proprio all’improvviso, per un anno non ha avuto continuità e questo sport ad alto livello non concede nulla. Ci devi stare dentro. un peccato visto il talento, ma va rispettata».
Non sarà colpa delle maratone del nuoto? Manaudou e Phelps tante gare e tanti problemi.
«Io già fatico a stare dietro ai 50 e ai 100 metri, non so come si possano sostenere certi programmi».
Stupito delle foto di Phelps con la marijuana?
«Sorpreso dal tradimento. Del fatto che abbia dato fiducia a falsi amici o peggio a estranei. Io ho imparato subito a proteggermi. Il resto sono chiacchiere: i suoi risultati dimostrano che quello era un extra, lo facesse tutti i giorni non avrebbe tante medaglie».
Carla Bruni rappresenta bene la Francia?
«La bellezza si impone sempre, non sono in grado di dire politicamente quanto vale però di certo la sua immagine funziona».
Quest’estate ci sono i Mondiali a Roma. Cosa sa di questa città?
«Che lì si respira la storia, le grandi imprese e la potenza, l’ideale per farsi ispirare».
Cosa cambierebbe nel mondo del nuoto se potesse?
«I costumi. Li vorrei vecchio stile, in tessuto».
Come sarebbe? Lei ha fatto il record del mondo dei 100 m. con un costume in neoprene non autorizzato?
«Lo volevo provare e se passano quei materiali è giusto che io ne abbia uno. Avrei fatto il record anche senza, tra l’altro mi stava grande, non aderiva. E se mi tolgono quel primato non mi interessa, anzi: se significa tornare all’antico che me lo levino pure».
Tutti i nuotatori dicono la stessa cosa, perché non vi mettete mai d’accordo per evitare i costumoni.
«Bugia. Chi usa Jaked non è affatto d’accordo, è tutta gente che se lo è infilato e ha cambiato vita. Non vogliono fare senza».
«Che succederà ai giovani che hanno iniziato a fare tempi importanti solo con quei costumi?
« un problema vero, potrebbe essere un trauma. Pensiamo a un ragazzo che senza i superbody dovrà inseguire il suo stesso personale. Sarà frustrante. Bisogna tornare indietro».
Quale è stato il momento peggiore della sua carriera?
«Mondiale 2007, valevo già molto e sono rimasto fuori dalla finale dei 100 metri»,
E il migliore?
«Eindhoven 2006, gli Europei in cui ho fatto il primo record: 47”50».
Allora sembrava un gigante pronto a mangiarsi il mondo, ora la descrivono come un omone romantico. Chi è il vero Bernard?
«Entrambi. Quando ho vinto quegli Europei ero predatore, volevo spaccare, dimostrare di che ero capace. Quando ci sono riuscito quel tipo di brama è calata, è venuto fuori altro. E sono rimasto il più forte».
Facciamo un gioco. A ogni nome abbini una parola. Eamon Sullivan, l’uomo che ancora possiede il record del mondo dei 100 in attesa di una decisione sul suo.
«Amicizia, è divertente e leale».
Filippo Magnini.
«Campione del mondo»
Lo può restare?
«Non ne ho idea, dipende da lui, è il campione in carica».
Federica Pellegrini?
«Potenza, forza. Un’atleta tosta».
Frédérick Bousquet, record, in attesa di omologazione, dei 50 metri?
«La rinascita. Uno di quelli che con il costumone ha avuto una nuova vita».
Coralie Balmy, la sua fidanzata?
«Leggerezza, voluttà».