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 2009  giugno 11 Giovedì calendario

POVERTA’ E FORZA DEI NUMERI


Vedo che Massimo Gramellini coltiva il coraggio delle parole impopolari, ripetendo le mie. Me ne compiaccio e felicito. Vorrei, pertanto, sottoporgli qualche osservazione. La prima: se, per incontrare dipendenti, casalinghe e pensionati egli si reca in un supermercato, trovandoli per giunta numerosi, a parte ogni altra considerazione, è segno che non sono ridotti alla fame.
La seconda: i numeri hanno la testa dura e non si spostano solo per il fastidio che provocano, e i numeri dicono che lo stipendio dei dipendenti è cresciuto più dell’inflazione, sia nel quarto trimestre del 2008, sia nei primi quattro mesi del 2009. Quindi, per la larga maggioranza dei dipendenti, che hanno conservato il loro posto di lavoro, il potere d’acquisto è aumentato. L’indagine Istat sulle retribuzioni contrattuali mostra un aumento delle retribuzioni per dipendente che supera l’inflazione dello 0,9 per cento nel quarto trimestre del 2008, del 2,4% nel primo trimestre e del 2,3% nel mese di aprile.
Un simile discorso si può fare per i pensionati, che hanno visto da gennaio un aumento dell’importo delle pensioni del 3,1% a fronte di un aumento dei prezzi al consumo dell’1,8% nel primo trimestre e dell’1% nel bimestre aprile-maggio. Gramellini teme che, dicendolo, c’inseguano e prendano a mazzate? Vorrà dire che il mondo ideale è quello in cui i metereologi, per prudenza, annunciano solo il bel tempo, e poi si danno alla latitanza. Comunque, l’aumento del potere d’acquisto, che è incontestabile, non significa che chi ieri comperava zucchine oggi acquista elicotteri, per deambulare più comodamente, ma significa, ovviamente, che circa 30 milioni d’italiani non si sono impoveriti affatto.
E veniamo alla terza osservazione, sulla povertà: non ci sono dati aggiornati circa la povertà complessiva e non faccio la chiromante; però, posto che molti hanno aumentato il potere d’acquisto (tra pensionati e lavoratori dipendenti, forse la metà delle famiglie italiane) è evidente che non tutti gli italiani si trovano nella stessa situazione. Nella media, il reddito reale e la spesa complessiva delle famiglie si contraggono dal secondo trimestre del 2008. Non so se la compresenza di una netta caduta dei redditi da lavoro autonomo e da capitale e di una tenuta di quelli da lavoro e da pensione aumenti la povertà assoluta, ma nutro più di un dubbio. Perché il reddito delle famiglie dei lavoratori autonomi è, nella media, del 15% superiore a quello delle famiglie dei lavoratori dipendenti.
Paradossalmente, e senza nulla togliere al dramma di chi perde il lavoro (autonomo o dipendente) e di chi vede il proprio reddito decurtato dalla cassa integrazione, la crisi sembra operare un effetto di riduzione delle differenze; e di questo continuerò a parlare, a dispetto dei mugugnatori. In ogni caso, caro Gramellini, testimonio personalmente della sua innocenza. Viva tranquillo.