Maurizio Molinari, La stampa 11/06/2009, 11 giugno 2009
DISCORSO AI DIPENDENTI: MERITOCRAZIA E LEADERSHIP, DOVETE SFIDARE L’OVVIO
La firma elettronica dell’accordo a New York, l’annuncio del team di 23 manager per gestire la nuova Chrysler e il discorso ai dipendenti su «meritocrazia, leadership ed eccellenza» nel quartier generale di Auburn Hills: è una partenza a raffica quella di Sergio Marchionne nei nuovi panni di ceo a Detroit e ricorda da vicino quanto fece 5 anni fa al debutto ai vertici del Lingotto.
Nella mattinata di ieri, poche ore dopo il via libera della Corte Suprema di Washington, l’alleanza Fiat-Chrysler si è concretizzata con l’atto legale in uno studio Manhattan che ha sancito la nascita di «Chrysler Group Llc», la nuova azienda libera dai lacci della bancarotta, dai miliardi di debiti della vecchia Chrysler dal fardello di 789 concessionari che non facevano profitto. L’atto formale ha coinciso con l’annuncio, da Auburn Hills e Torino, del team di 23 top manager selezionati personalmente da Marchionne negli ultimi giorni e la riapertura degli stabilimenti chiusi a causa della bancarotta, che costavano 100 milioni di dollari al giorno. «Siamo già al lavoro per sviluppare dei nuovi veicoli compatibili con l’ambiente, efficienti nel consumo di carburante e di alta qualità che consentiranno a Chrysler di andare in avanti» ha affermato il comunicato Fiat-Chrysler, pubblicato mentre Marchionne a Auburn Hills iniziava a parlare ad un parterre di migliaia di dipendenti nella sede quartier generale, che è il secondo edificio più grande d’America dopo quello del Pentagono.
«Intendiamo costruire sulla cultura dell’innovazione che distingue Chrysler e sulla tecnologia di Fiat per espandere il portafoglio di Chrysler tanto in Nord America che all’estero» ha esordito Marchionne, sottolineando l’importanza del ruolo svolto «dal Tesoro Usa e dal governo canadese» per raggiungere l’intesa. La parte centrale del discorso ai dipendenti è stata sul ruolo di «leadership» della nuova Chrysler. «I leader sono coloro che sfidano l’ovvio e le convenzioni accettando di andare oltre, rifiutando il pensiero di chi dice "abbiamo sempre fatto così"» sono state le parole del ceo, promettendo di «rinnovare la guida di questa impresa» grazie alle potenzialità «del sesto gruppo automobilistico del mondo» e ad un metodo di lavoro che si basa sul «comunicazioni con porte aperte» ovvero una struttura snella, senza compartimenti stagni. Marchionne ha riassunto «i principi guida» con cui guiderà Chrysler in «meritocrazia, leadership, eccellenza e mantenimento delle promesse fatte» durante la lunga fase delle trattative, che ha avuto un momento di svolta nell’intesa con il sindacato americano Uaw, il cui fondo avrà il 55 per cento delle azioni di Chrysler Group a fronte del 20 di Fiat - che potrà arrivare al 35 - dell’8 del Tesoro Usa e del 2 del governo di Ottawa. Cercando il contatto diretto con i dipendenti - seguito alla formazione di una squadra che ha premiato molti funzionari finora di secondo livello - Marchionne ripete l’approccio avuto cinque anni fa al momento dello sbarco al Lingotto e riproposto l’anno scorso con Case New Holland. E’ l’inizio dei primi cento giorni da ceo a Detroit, la roccaforte dell’auto nordamericana, e l’amministrazione Obama scommette sul successo della sfida delle auto piccole. «L’intesa raggiunta è un momento di orgoglio per Chrysler, l’alleanza con Fiat consente di uscire dalla bancarotta e di emergere come un’azienda automobilistica valida e competitiva» fa sapere un portavoce della Casa Bianca confermando l’elargizione del prestito da 4,7 miliardi di dollari che dovrà essere restituito in otto anni di tempo. Per l’America è l’inizio della stagione di una nuova generazione di automobili.