Marco Cremonesi, Corriere della sera 11/06/2009, 11 giugno 2009
MULTE E BONUS CAFFE’, SCONTI SULLE TASSE L’«ARMATA» DEI 363 SINDACI DELLA LEGA
E il primo cittadino di Orzinuovi aiuta i disoccupati chiedendo prestiti alle banche
MILANO – Se proprio si deve prendere una multa, meglio puntare su Varallo Sesia. Qui, nell’alto vercellese, sotto al parabrezza troverete insieme al verbale un buono per prendere il caffè e pure un gratta e vinci: «Il caffè – spiega il sindaco Gianluca Buonanno – serve per far sbollire l’arrabbiatura. E con il gratta e vinci, se siete fortunati, rientrate dalla contravvenzione».
da qui che si può partire per comprendere le ragioni del dilagare della marea verde: prima dell’ultima tornata elettorale, la Lega disponeva di sei presidenti di Provincia. Oggi, sono dodici. Mentre i 202 sindaci, chiave di volta del consenso padano, ora sono 363. Sindaci come Buonanno che, con la loro sorprendente capacità di creare discussione e seguito, cominciano a preoccupare lo stesso Pdl. Una popolarità costruita attraverso raffiche di ordinanze pro sicurezza, certo. Ma guadagnata soprattutto con un pragmatismo attivista e spregiudicato capace, per dirla con Mario Borghezio, «di interpretare d’acchito i sentimenti popolari». Insieme a un decisionismo ruspante che fa apparire inefficienti e farraginose le «scelte condivise» del rito cattolico e socialista. Le ordinanze sulla sicurezza, spesso, sono le stesse dal Monviso al Collio: i sindaci se le scambiano attraverso il sito padaniaoffice. org. «Una specie di serbatoio – spiega il responsabile Enti locali della Lega lombarda Giancarlo Pradella – in cui i sindaci trovano spunti e magari ordinanze già pronte per la firma». Quel che però fa la differenza è un’amministrazione che nel quotidiano dimentica le punte ideologiche più spinte per cercare un rapporto il più diretto possibile con gli elettori.
Di Buonanno, le cronache han già parlato: dall’incentivo di 50 euro per i concittadini che volessero dimagrire, alle sagome in cartone dei vigili per scoraggiare le alte velocità: «Gli incidenti sono diminuiti del 30%» assicura lui. Per le strade, Buonanno saluta da manifesti che ne riportano il numero di cellulare: «La scocciatura non sono i varallesi che mi segnalano questo o quel problema. Sono i turisti che provano a fare il numero per vedere se è vero che rispondo io». Ma il marketing, da solo, non basterebbe. Buonanno ha trasformato il centro di Varallo nel gioiellino che fu, riportando la piazza principale a come era nel 1860, con l’originaria pavimentazione in ciottoli del Sesia. Chi paga? Gli sponsor fanno molto: a Varallo ha il suo bravo marchietto persino la carta da lettere del municipio. Le opposizioni accusano Buonanno di essere un sindaco da vetrina, di amministrare attraverso trovate ad effetto. E i suoi concittadini? Nel 2007 gli hanno tributato l’81% dei consensi, con il Pd fermo a quota 11%. Mica male, per una città che è medaglia d’oro per la Resistenza.
Spesso c’è la capacità di cavalcare pragmaticamente temi «di sinistra»: a Novara, Massimo Giordano in 16 mesi ha portato il suo comune dal 30 al 72% di raccolta differenziata: oggi è il primo in Italia. E chi dell’ambiente poco si cura, è contento lo stesso: Novara è uno dei municipi italiani in cui l’odiata tassa sui rifiuti è più bassa. Inoltre, in tempi di trasferimenti sempre più avari, Giordano è riuscito ad investire qualche cosa come 200 milioni sul patrimonio pubblico: il broletto è appena stato inaugurato e l’anno prossimo i novaresi potranno tornare a varcare i portoni del loro castello, in buona parte chiuso da decenni: «Ma attenzione – spiega – Noi non riusciremmo ad avere risultati così forti senza un partito che spinge. I due livelli si alimentano: il partito mette i sindaci in condizione di lavorare e fa loro da scudo nei momenti di difficoltà, cosa che negli altri partiti non mi risulta accadere».
Caravaggio, dal punto di vista mediatico, è più conosciuta nei paesi di lingua spagnola che in Italia. Un servizio del quotidiano spagnolo El Pais, ripreso da parecchie testate sudamericane, lo ha definito «il paese più xenofobo d’Italia» sulla base delle numerose ordinanze che rendono complicato il soggiorno di chi non ha salde radici in provincia di Bergamo. Il sindaco Giuseppe Prevedini – che per non lasciarsi sfuggire alcun movimento ha avocato a sé le deleghe dell’anagrafe – non si scompone: «Sa perché? Quando vengono a chiedere la residenza io mando i vigili a controllare le condizioni di abitabilità. Non è razzismo, è convivenza ». Prima che il governo Berlusconi abolisse l’Ici, Caravaggio era l’unico comune d’Italia in cui l’imposta sugli immobili era più bassa del 4 per mille fissato dalla legge. Eppure, grazie a un sistema di variazioni di bilancio pressoché mensili, Prevedini riesce a metter le risorse dove servono. Ma sogna il federalismo fiscale: «Se solo il 10% dell’Irpef rimanesse sul territorio, avremmo 17 milioni in più all’anno. Su un bilancio di 23 – sospira – veda un po’ lei... ». Comunque, già oggi Caravaggio ”2 milioni all’anno in assistenza su 16mila abitanti – ha servizi sociali dagli standard tra i più alti in Italia. Ma Prevedini è fierissimo anche della sua ragnatela di telecamere: sono 80, tutte coordinate da una centrale operativa stile Nasa. Ma contano i sindaci o conta il movimento? Con Prevedini un’idea ce la si può fare: lui ha preso il 65%, la Lega il 30%, il Pd il 25% e il Pdl non è arrivato all’ 8%. Normale che certi sindaci leghisti non siano proprio adorati dal partito del premier.
Soprattutto, molti mostrano iniziativa anche in campi di solito fuori dalla portata di un piccolo comune. A Orzinuovi, 11mila abitanti nel bresciano, ha chiuso la multinazionale delle frizioni Tmd, 190 posti di lavoro persi nel giro di un mattino. Che cosa ha fatto il sindaco Roberto Faustinelli? «Mi sono ingegnato. Grazie a una serie di incontri a Roma, abbiamo strappato il raddoppio del periodo di cassa integrazione. Poi, abbiamo contrattato una convenzione con la banca locale, un prestito per coprire i mesi tra la perdita del posto di lavoro e l’erogazione della cassa integrazione». E ancora, il sindaco ha pagato una serie di inserzioni sulla stampa locale per invitare le aziende del posto ad assumere i disoccupati della Tmd: «In una decina di giorni, abbiamo trovato 12 posti di lavoro». Soprattutto, con una variante fulminea del piano regolatore Faustinelli è riuscito a convincere un’azienda a stabilirsi a Orzinuovi: tra un paio d’anni, circa 150 nuovi posti. Risultato politico: in lista con Faustinelli è entrata persino la sindacalista della Cisl che aveva seguito la smobilitazione della Tmd.
A Godega di Sant’Urbano, il paese del ministro Luca Zaia nel trevigiano, il sindaco Alessandro Bonet a suo tempo ha ampiamente anticipato il Piano casa del governo. Ma lo ha chiamato «Bonus famiglia»: «Perché noi consentiamo l’aumento di 200 metri cubi della propria abitazione, ma soltanto ai figli o ai nipoti dei proprietari, che devono poi abitare nei nuovi locali per almeno dieci anni. Un modo per legare tra loro le generazioni, e le persone al territorio». Risultato: la Lega nel 2007 era al 30%, oggi è il primo partito al 42%. Con il Pdl a seguire, fermo al 21%: « il riconoscimento – spiega Bonet – di un lavoro tra la gente che si può vedere e misurare».
E poi c’è il pragmatismo: leghisti sì, ma neppure troppo ideologici. Lo ammette Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente: «Bisogna riconoscere che non sono guidati dai pregiudizi. In Forza Italia la chiusura ideologica è costante, gli amministratori sono tutti propensi a considerare l’ambientalismo una palla al piede. Con i leghisti questo non accade. Se non gliela fai troppo complicata, ti ascoltano». Di certo, si sanno far ascoltare