Alessandro Bertasi, Il Tempo 11/6/2009, 11 giugno 2009
Intercettazioni, c’è la fiducia. Pd, Idv e Udc: "La misura è colma" - Non c’è tempo da perdere, soprattutto quando si ha la prova che l’elettorato è dalla propria parte
Intercettazioni, c’è la fiducia. Pd, Idv e Udc: "La misura è colma" - Non c’è tempo da perdere, soprattutto quando si ha la prova che l’elettorato è dalla propria parte. E così il presidente del Consiglio e tutto l’esecutivo ha immediatamente sottoposto al voto della Camera il disegno di legge in materia di intercettazioni. Un argomento che Berlusconi e tutta la maggioranza avevano deciso di regolamentare da molto tempo e per la quale, nella speranza di accelerare i tempi, è stato deciso di porre il voto di fiducia: la quindicesima dall’inizio della legislatura. Una decisione che ha acceso forti polemiche all’interno del Parlamento. «La misura è colma» hanno tuonato il Pd, Idv e Udc aprendo, con queste parole, una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella quale si esprimeva contrarietà al ddl intercettazioni e al modo di legiferare della maggioranza. E il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi, rincara la dose: «I vertici della Lega hanno deciso di scambiare la morte certa del referendum elettorale, cedendo un pezzo di libertà del Paese». Chiaro è il riferimento all’accordo tra Pdl e Carroccio in vista dei ballottaggi e del referendum del 21 guigno. Tutte polemiche che non turbano il Guardasigilli Angelino Alfano: « ipocrita chi sostiene che c’è stata una strozzatura del dibattito, dal momento che il ddl è in Parlamento da un anno. La fiducia poi è uno strumento previsto dall’ordinamento giuridico e di cui ha fatto un ampio uso anche il passato governo». Così, in barba alle provocazioni, il governo ha incassato la fiducia della Camera sul maxi-emendamento interamente sostitutivo del disegno di legge sulle intercettazioni. Un risultato raggiunto con 325 deputati che hanno votato a favore, 246 contrari e due astenuti. L’ultimo passaggio ora spetta al Senato che già oggi dovrebbe darne il via libera definitivo. Il pacchetto di modifiche, contenute nel maxi-emendamento che porta la firma di Alfano prevede, nei suoi punti più importanti, il fatto che il Pm possa chiedere di intercettare solo se ci saranno «evidenti indizi di colpevolezza e solo se saranno assolutamente indispensabili». Per quanto riguarda invece le indagini di mafia basteranno «sufficienti indizi di reato». previsto poi che il magistrato abbia l’obbligo di astenersi dal rilasciare «pubblicamente dichiarazioni» sul procedimento affidatogli. In caso contrario potrà essere sostituito. Per quanto riguarda i giornalisti persiste il divieto di pubblicare le intercettazioni fino alla conclusione delle indagini preliminari. Potranno poi essere intercettati tutti i reati che prevedono pene oltre i 5 anni, ma per un periodo non più lungo di due mesi. Dure critiche al ddl arrivano dall’Associazione nazionale magistrati che avverte: «Siamo di fronte alla morte della giustizia penale» mentre la Federazione nazionale della stampa italiana annuncia scioperi e «se questi non bastassero» ipotizzano il passaggio «alla disobbedienza civile».