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 2009  giugno 11 Giovedì calendario

IL RINCARO DEL PETROLIO NON SI FERMA

Nemmeno la battuta d’arresto a Wall Street e il recupero del dollaro hanno frenato la corsa del petrolio. Ieri al Nymex il Wti per consegna in luglio ha chiuso la sessione a 71,33 dollari al barile, con un aumento dell’1,9% che porta il
benchmark nordamericano al livello più elevato dal 20 ottobre scorso. Simile il balzo del Brent,che all’Ice di Londra siè spinto a 70,80 dollari.
Le attese di ripresa della domanda sembrano quindi rafforzarsi, sostenute ancora una volta dalla Cina, che prosegue e accelera la fase di "motorizzazione".
Ieri al rincaro ha contribuito il rapporto settimanale del Dipartimento statunitense dell’Energia sulle scorte commerciali americane: quelle di greggio sono scese di 4,4 milioni di barili, molto più di quanto previsto dagli analisti, mentre quelle di distillati sono calate di 300mila barili e quelle di benzina sono diminuite di 1,6 milioni (le attese della vigilia parlavano di un piccolo aumento).
Il mercato petrolifero non si può considerare carente di offerta, ma la discesa degli stock nel terminale di Cushing ( su cui si appoggia il con-tratto a termine del Wti al Nymex) e la flessione dell’import americano stanno dando una mano alla speculazione che cavalca l’onda rialzista innescata dal recente studio di Goldman Sachs (la banca d’affari non è nuova a mosse capaci di pilotare i prezzi).
Ingenti scorte di greggio e soprattutto di prodotti sono ancora in diverse petroliere all’ancora in Europa e nel Golfo Persico, pronte a prendere la rotta verso gli acquirenti disponibili a pagarne il prezzo.
Ieri poi è stata annunciata dalla major saudita Aramco l’entrata in produzione del ricchissimo giacimento di Khurais, in grado da solo di estrarre 1,2 milioni di barili al giorno (mbg), un’aggiunta oggi tutt’altro che necessaria, ma tale da garantire a Riad una capacità produttiva complessiva di 12,5 mbg e ai consumatori un polmone di riserva che si rivelerà utilissimo appena la domanda riprenderà quota.