My. L., ཿIl Sole-24 Ore 11/6/2009;, 11 giugno 2009
SANREMO, BRIDGE SENZA GATES - A
Sanremo, la città ligure famosa per i fiori, il mare e il festival della canzone italiana, arriverà presto Emma Castro. Ma la sorella del leader maximo Fidel non viene per i fiori. Né per il mare. Né per ascoltare le melodie italiane. A Sanremo arriverà, tra il 12 e il 27 giugno, per partecipare alla quarta edizione dei campionati europei di bridge. Insieme a lei si sfideranno 1.890 concorrenti, tra i quali – come ormai da tradizione – nomi noti della finanza e dell’industria.Ci sarà il francese Antoine Berhneim, presidente delle Generali.Ci sarà l’ingegnere minerario polacco, più famoso come finanziere, Roman Zaleski. Ci sarà il team dell’industriale farmaceutico Angelini e quello di Maria Teresa Lavazza.
Crisi o non crisi, insomma, la voglia di giocare non è finita. I big dell’industria e della finanza questa volta non si sfideranno dunque a colpi di Opa o di acquisizioni. Non si difenderanno con " pillole avvelenate". Ma combatteranno seduti al tavolo, con le carte in mano. Solo un "big" della finanza, assiduo frequentatore del tavolo da bridge, quest’anno non ci sarà: Bill Gates. La presenza del genio dell’informatica era stata annunciata nei giorni scorsi, ma non sarà così.
L’evento,presentato ieri mattina a Villa Zirio, arriva in Liguria dopo essere stato ospitato da Mentone (Francia), Tenerife (Canarie) e Antalya (Turchia). Le gare si svolgeranno al Palafiori di corso Garibaldi, dalle 10 alle 19.30. Il regolamento prevede l’assegnazione dei titoli a coppie e a squadre delle specialità misto (uomo-donna) e open. Le sfide verranno trasmesse in diretta televisiva e in diretta mondiale via internet. Sono state superate le adesioni registrate dalle edizioni precedenti, con giocatori provenienti da 65 Paesi: 45 nazioni europee, poi Stati Uniti, Cina, Filippine, Giappone, Australia, India, Pakistan ed Egitto. Così come i campi da golf (dove fanno affari Bill Gates e Warren Buffet) e le sfide a tennis, il bridge è ormai diventato un momento di incontro tra manager globali (in virtù del successo mondiale del gioco) e può essere molto più efficace di una cena. Non c’è nemmeno bisogno di imbastire una conversazione perché sarà il gioco stesso a catalizzare l’attenzione: «Le partite – spiegava l’anno scorso al Sole 24 Ore Angelini in occasione dello stesso evento – sono momenti di conoscenza e di pubbliche relazioni impagabili. Imprescindibili, soprattutto per chi opera in colossi multinazionali, dove anche una passione comune tra manager provenienti da mondi diversi può essere determinante ». Bridge e imprenditori, in effetti, sono sempre andati a braccetto. Dai club britannici alle società Usa, il gioco è sempre stato stato il catalizzatore di una fascia di persone agiate e la borghesia l’ha utilizzato per selezionare le nuove leve. Ora, forse, l’userà per superare con un sorriso e con il buonumore la crisi finanziaria. Ovviamente, vinca il migliore.