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 2009  giugno 11 Giovedì calendario

«UNIPOL UN CASO CHIUSO, ORA PUNTO SU INTERMEDIA»

Unipol secondo atto. Per par condicio, nei giornali non esiste ma facciamo finta che sì, Gianni Consorte risponde alle accuse che ieri gli ha mosso Pierluigi Stefanini, il suo successore alla guida di Unipol. Storia lunga e infinita, che parte all’indomani della mancata acquisizione della Bnl, e che non si è ancora chiusa perché la magistratura e i rancori personali stanno lavorando sopra e sotto traccia. Storia dolorosa, come la definiscono i protagonisti, un tempo amici e ora a scambiarsi reciproche accuse di infedeltà e incapacità a cui Consorte, "il Cuccia rosso", che ha patteggiato a Milano 10 mesi di reclusione per la vicenda AntonVeneta, non vuole rassegnarsi.
Stefanini non gliele ha mandate a dire, però anche lei se l’è cercate presentandosi all’assemblea dell’Unipol.
Era un atto dovuto senza il quale non avrei mai scoperto la vera motivazione delle mie dimissioni forzate da Unipol. Ero convinto che fossero imputabili all’eccessiva presa di posizione di un ristretto gruppo di persone rispetto alle accuse mossemi dalla magistratura. In questi anni ho combattuto per dimostrare la mia estraneità ai fatti di cui venivo accusato, anche per coloro che hanno riposto fiducia nel mio operato e che ancora lo fanno: colleghi, dipendenti, azionisti, le cooperative.
Ma di cosa pensava l’accusassero?
Scopro dopo tre anni che la questione è etica. Una parola cui fa spesso cenno Stefanini nella sua intervista di ieri, dando per scontato che l’etica sia un valore assoluto, mentre è decisamente più simile ad una signora che non concede esclusive.
Non so se non conceda esclusive, sta di fatto che Stefanini l’accusa di aver approfittato della sua posizione in Unipol per arricchirsi. E questo ammetterà che non è molto etico.
Un risparmiatore che investe in un’azienda troverebbe più etico che un dirigente facesse operazioni in borsa con proprie risorse finanziarie e con controparti consapevoli, mantenendo ed elevando il livello dell’azienda che dirige, o sarebbe più contento di affidare i suoi risparmi ad un management che scrive libri sull’etica facendo contemporaneamente perdere valore al suo investimento?
Immagino che il risparmiatore vorrebbe che il suo investimento non perdesse eticamente di valore.
Oggi chi ha investito in Unipol si trova con un libro per Natale sull’etica ed un 60-70% delvalore in meno del proprio investimento, come nel caso delle cooperative socie di Holmo. Io, da azionista, pretenderei come risarcimento per Natale una copia del Codice da Vinci.
Fare le pulci ai bilanci col dente avvelenato non favorisce certo una lettura obiettiva.
Hanno bollato le mie osservazioni come «ragionieristiche». Ho solo evidenziato una diminuzione di oltre 2,5 miliardi di euro di patrimonio negli ultimi tre anni; un combined ratio ormai vicino a 100 sia per Unipol che per Aurora, che hanno perso 1 miliardo di euro nel 2008; una forte crescita delle sofferenze ed una importante perdita della banca, per questo inibita dalla Banca di Italia ad eseguire una serie di attività.
Scusi Consorte, ammesso che sia così, che c’entra l’etica? Se mai sono errori di gestione.
I numeri citati sono quelli ufficiali di bilancio. Non è etico gestire male gli investimenti dei risparmiatori. Una cosa che nonè paragonabile con l’eticità di aver esercitato operazioni in Borsa, esclusivamente con proprie risorse, a fronte di qualificate consulenze erogate con esito positivo. Leggo le mancate risposte come una mancanza di etica del management.
Se vuole proprio addentrarsi nei numeri, sia sintetico.La sintesi è un’alta forma di etica.
Nel bilancio 2005 Unipol Assicurazioni registrava un utile lordo di 256 milioni, tasse per 37,2 e un utile netto di 218. In quello del 2008 Unipol Assicurazioni mostrava una perdita di 530 milioni e una fiscalità positiva di 143,3, che l’aiutava a ridurla a 386,6 milioni. Aurora Assicurazioni nell’esercizio 2005 presentava un utile lordo di 286,9 milioni, tasse per 112,8, e un utile netto di 174,1. Aurora Assicurazioni nel bilancio chiuso l’anno scorso perdeva 507,8 milioni, con una fiscalità positiva di 138,8 che l’aiutava a ridurre la perditaa 369 milioni. Unipol Banca al 31/12/05 registrava un utile lordo di 37,8 milioni pagava tasse per 17,2 ed un utile netto di 20,5 milioni. Unipol Banca al 31/12/08 perdeva 116 milioni, con una fiscalità positiva di 28 che l’aiutava a ridurre la perdita a 88 milioni. E l’andamento del primo trimestre 2009 non evidenzia a mio parere nessun miglioramento.
Scusi, ma chi assicura che i bilanci della sua gestione fossero buoni e non lecitamente acconciati per sembrare più belli?
I bilanci 2000-2005 della gestione Consorte-Sacchetti sono stati analizzati dalle autorità di controllo e sottoposti dal cda di Unipol a una due diligence affidata alla Deloitte. Nessun rilievo è emerso, a riconferma che nessun problema né etico né tantomeno morale può essere imputato alla nostra gestione.
Stefanini però non ha torto quando dice che lei non ha ancora risolto tutte le pendenze con la giustizia.
Non sa di cosa parla. In tre anni ho collezionato nove tra archiviazioni e proscioglimenti e, in relazione al patteggiamento tecnico che ho concluso per ragioni di sopravvivenza, non ho ammesso nessuna colpa, come risulta dai documenti ufficiali. Inoltre mi è stata restituita la gran parte delle somme guadagnate e dovutemia titolo di consulenza per l’operazione Telecom del 2001. Ho fornito analoga attività gratuitamente per qualche decennio alle cooperative e ad altre organizzazioni della sinistra, che non è mai stata messa in discussione. Devo dedurre che esistano consulenze etiche e consulenze non etiche.
Quella Telecom era di certo ben pagata, se non sbaglio erano 23 milioni di euro.
L’operazione valeva 11 miliardi di euro e ha generato utili per 5. E poi, perché non si parla delle analoghe operazioni fatte da Hopa a favore di Unipol e Finsoe, in forza dei rapporti di collaborazione e di impegno straordinario che in quel periodo era stato sviluppato da me e Sacchetti? Il risultato fu l’eliminazione per Finsoe di una perdita attraverso la cessione di azioni Olivetti ad Hopa a valori superiori a quelli di mercato, per un totale di circa 23,08 milioni. Il dettaglio di queste operazioni è stato fornito alla Procura e al Gup del Tribunale di Milano.
Unipol l’ha anche querelata per infedeltà patrimoniale.
Mi sono chiesto il perché di questa velenosa querela e l’unica risposta che giudico plausibile è che si sia cercato di impedire a me e a Sacchetti di dare continuità alla nostra immagine di serietà professionale e di parlare liberamente. Vedo che Stefanini tenta un recupero parlando di «attesa fiduciosa». La sentenza del Gup recita: «Non doversi procedere perché il fatto non sussiste». Un signore nemmeno diplomato alla testa di un importante gruppo di banca-assicurazione, oltre a mostrare una inaspettata competenza in materia finanziaria disserta abilmente anche di procedura penale e civile. Questo è un vero problema etico.
Dicono che lei voglia scardinare dall’esterno Unipol portando via i pezzi pregiati.
Il mio progetto, InterMedia Holding, si rivolge a tutte le medie imprese indipendentemente dalla loro natura societaria. Attualmente ho 180 imprese socie e spero che tra queste si possano annoverare varie cooperative.
Perché indignarsi su una storia del passato, non era meglio voltar pagina?
Ho l’esigenza che venga totalmente ripristinata la verità. Stefanini dovrà spiegare a tutti i soci del Gruppo Unipol, e alle cooperative in particolare, quali sono i veri motivi per i quali siamo stati costretti a dimetterci.
Secondo lei chi ha fatto saltare l’operazione Bnl sulla quale pure lo stesso Stefanini era d’accordo?
L’operazione Bnl è stata assolutamente trasparente e nel dicembre 2005 ho presentato una querela alla procura di Bologna contro ignoti, evidenziando tutti coloro che a partire dal luglio 2005 a vario titolo erano pesantemente intervenuti contro l’operazione.
Qualche milite meno ignoto?
Sicuramente hanno attaccato l’operazione l’allora segretario della Margherita Francesco Rutelli, alcuni grandi industriali, varie componenti interne ai Ds, nonchè diversi giornali.
Andrà anche alla prossima assemblea di Unipol?
A questo punto sì.