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 2009  giugno 11 Giovedì calendario

PER ORA SOLO L’ORO MONETA MONDIALE

«Il commercio è ovunque identico: comperare e vendere, dare a prestito e prendere a credito, tutto questo è uguale in tutto il mondo, e anche tutto quanto a ciò si riferisce dovrebbe essere universalmente uguale». Così nel 1869 Walter Bagehot spiegava la necessità di uno standard monetario mondiale. Il dibattito sulla "moneta mondiale" va avanti quindi da un secolo e mezzo; è stato rilanciato ormai parecchi anni fa da Robert Mundell, Nobel dell’economia 1999. Ha l’appoggio del "grande vecchio" fra i banchieri centrali, Paul Volcker, convinto che "il mercato globale richiede la moneta globale". Ed è stato ripreso ieri, sul Sole 24 Ore, da Tommaso Padoa- Schioppa, banchiere centrale italiano e Uem prima ancora che ex ministro dell’Economia. Il mondo sta cambiando, in fretta probabilmente dopo il settembre 2008, e il lungo regno del dollaro, si pensa, potrebbe non essere più così lungo.
All’epoca di Bagehot il mondo si stava avvicinando al gold standard che la sterlina britannica seguiva da 150 anni, dai tempi di Isaac Newton direttore della zecca reale. C’era un rapporto fisso tra la moneta nazionale e l’oro, e quindi un rapporto fisso tra le monete. Una quarantina di paesi adottarono il gold standard. Avrebbe retto fino al 1914. L’oro fu quindi difatto una "moneta mondiale", per vari motivi non più proponibile, rimasta vittima delle battaglie della Marna, della Somme e dell’Isonzo.
Da allora c’è stato sostanzialmente solo il dollaro. Il progetto di John Maynard Keynes di creare una valuta mondiale, un altro tentativo di salvare il ruolo della sterlina, dovette arrendersi nel 44 nelle trattive di Bretton Woods, da cui il dollaro uscì sovrano. «Il dollaro è diventato la prima moneta di riserva non nel 28, nel 38 o nel 48, ma a metà degli anni 20, per aumentare il distacco sulla sterlina nella seconda metà del decennio», osserva Barry Eichengreen, docente a Berkeley e fra i massimi storici dell’economia e della moneta. Da tempo la tesi di Eichengreen, di Jeffray Frankel della Kennedy School of Government (Harvard) e di altri è che a un certo punto un’altra moneta, l’euro,è il candidato più vicinoe già ben inserito, si affiancherà stabilmente come junior partner al dollaro. «Il regno assoluto del dollaro è stata l’eccezione e non la regola. La sterlina non fu mai così sovrana», osserva Einchengreen.
Ci sono state monete nazionali diventate globali, in passato. Sovrano negli scambi mondiali fu per circa due secoli il real dea
ocho spagnolo, noto come peso
in Spagna, Spanish dollar in nordamerica dove negli Stati Uniti era diffusissimo e preferito al dollaro nazionale fino al 1857 quando fu vietato, con 25.5 grammi di argento puro su un peso totale di 27,4 grammi. Fu questa, dall’Europa continentale Italia compresa – dove si chiamava
piastra – alle America all’Estremo Oriente la prima moneta universale dell’era moderna. Così come l’argenteo denarius romano lo fu, per tre secoli e oltre, del mondo mediterraneo romano, svilito però da Nerone in poi, quando il denarius aveva circa un secolo di vita, da leghe sempre più povere d’argento.
 dal 1971 che la questione aperta da Bagehot e da altri suoi contemporanei, una "moneta mondiale", è sul tavolo perché è dal 1971 che il dollaro poggia la propria supremazia sulla fiducia che c’è nella politica monetaria della Federal reserve, e nella politica economica degli Stati Uniti. Esiste ancora quella fiducia dopo le critiche alla Federal Reserve - accusata di non essere più indipendente- del cancelliere Angela Merkel, il 2 giugno? Da Pechino a Mosca e da altre capitali, dall’Onu arrivano richieste, politicamente inetressate, di un "nuovo ordine monetario". Come sta il dollaro? certo che due ministri di Washington, Hillary Clinton e Timothy Geithner, a febbraio e a cavallo fra maggio e giugno, sono stati a Pechino, grande creditore di Washington, con il cappello in mano. La risposta americana a nuove ipotesi monetarie è stata data dallo stesso presidente Obama: «il dollaro è straordinariamente forte al momento». certo e logico che gli Usa saranno gli ultimi a cedere, se mai si arriverà a un nuovo assetto, edè certo che la "fine" del dollaro potrà essere, se ci sarà, molto lunga. Ma la grande danza monetaria, in un mondo che cambia, è incominciata.