Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 11 Giovedì calendario

ALESSANDRO LONGO PER L’ESPRESSO 11 GIUGNO 2009

Software a prova di ingorgo Le code nel traffico presto saranno solo un ricordo. Una rete di sensori, telecamere e satelliti le eliminerà per sempre. Indirizzando le auto dove possono scorrere. Ecco come funzionerà

Siamo appena scesi nel parcheggio, dopo una giornata di lavoro, quando al cellulare ci arriva un messaggio multimediale. una mappa stradale, con un breve testo. Ci dice: "La tua strada abituale per tornare a casa è congestionata per un incidente. Vuoi istruire il tuo Gps per un percorso alternativo?". Lo scenario è più vicino di quanto ci si potrebbe immaginare. Questione di mesi. Perché la tecnologia è già pronta, appena sviluppata, e per una volta l’Italia non è ultima in Europa. I servizi che fanno da angelo custode al guidatore sono già disponibili, sebbene siano ancora pulcini che hanno appena aperto le ali. Al lavoro sono soggetti diversi, come Octo Telematics, il ministero Infrastrutture e Trasporti, Autostrade, perfino la Rai.
Un grosso passo avanti è stato compiuto il 19 aprile scorso, con il nuovo sistema Cciss-Viaggiare Informati appunto della Rai: è stato automatizzato, grazie a un sistema informatico progettato da Eds (HP) e costato 6,7 milioni di euro. "Tutti conoscono i limiti del vecchio Cciss, purtroppo", dice Amedeo Fumero, capo dipartimento dei trasporti al ministero delle Infrastrutture. "Le notizie di ingorghi e incidenti venivano immesse a mano nel sistema e quindi trasmesse in ritardo, via radio, tivù o numero verde". Il nuovo sistema automatizza il processo che porta al Cciss le notizie provenienti da Anas, polizie, telecamere sulle autostrade e altre fonti. I tempi morti sono ridotti, quindi. Non solo: "Abbiamo inaugurato una rete di sensori mobili. Si trovano alla base del manto stradale e rilevano il passaggio di auto grazie agli infrarossi. Così possiamo avere il polso del numero di auto che circolano in alcune zone e informare in caso di ingorghi e rallentamenti".
Il sistema dei sensori è per ora sperimentale, ma è anche il più promettente. Per ora ci sono solo 60 sensori e solo a Roma. Per metterne altri, serviranno accordi con gestori delle infrastrutture stradali. "La nostra piattaforma è già pronta per ricevere le informazioni provenienti da sensori e telecamere che già abbondano, per altri scopi, a Roma e Milano", spiega Fumero. Così come servono accordi per consentire agli utenti di ricevere le notizie del Cciss tramite altri strumenti "come navigatori portatili e cellulari", continua. Possiamo dire insomma che siamo prossimi a una rivoluzione della viabilità: "Ed era ora: le strade italiane sono tra le più caotiche d’Europa. In 50 anni il numero di auto è cresciuto senza nessun governo dall’alto", dice Sandro Rambaldi, docente all’università di Bologna ed esperto di infomobilità. "Adesso siamo nella fase in cui sono appena nati gli strumenti che ci consentono una corretta diagnosi del male, cioè dell’ingarbugliata situazione del traffico. La prossima fase sarà la cura. Intanto, con la piattaforma Octo Telematics abbiamo per la prima volta il quadro del traffico in tempo reale. Siamo i primi al mondo a farlo".
Questa piattaforma è un contenitore dove finiscono informazioni del traffico da varie fonti. Oltre a quelle solite, ci sono i dati della posizione Gps di 750 mila automobili (un milione previsto per dicembre) abbonate ad assicurazioni pay-per-use. Il sistema ha anche quindi un informazione sul traffico basata su un campione statistico che si aggiorna ogni tre minuti. Tutti questi dati sono offerti da Octo Telematics in partnership con InfoBlu (gruppo Autostrade per l’Italia) e arrivano all’utente in vari modi: con i navigatori portatili delle principali marche (TomTom, Garmin, MioTech etc), per esempio. Oppure in navigatori integrati di serie: da aprile, anche in auto Fiat, a partire dalla Bravo. Da qualche giorno al sistema si accede anche tramite iPhone, con un programma che costa 11,99 euro. Queste informazioni servono anche alle pubbliche amministrazioni, per gestire il traffico in modo centralizzato: è quello che intende fare la Provincia di Firenze. Il progetto (chiamato Pegasus), è partito in primavera e darà i primi servizi tra un anno. La Provincia così potrà dire agli utenti, via cellulare o Gps, la situazione del traffico e altre informazioni (per esempio dove si trova il parcheggio più vicino).
Ma c’è anche il progetto Easy Rider (di Magneti Marelli), che tra due anni permetterà agli autisti di conoscere la situazione del traffico tramite una rete capillare di sensori autostradali. "Ci sono tante iniziative, anche interessanti, ma il problema è che sono scoordinate", dice Antonio Piserchia, esperto di infomobilità e presidente di Perspective Infomobility. "Si rischia di arrivare al punto in cui l’utente dovrà mettersi in macchina i sistemi di tante aziende, per essere informato su tutto", continua.
La tecnologia avanza, comunque, e già si pensa al futuro. "Adesso il canale su cui mandiamo le informazioni ai navigatori è stretto, è quello della radio analogica. Se fosse più largo potrebbe dire più cose all’utente, sul traffico: un rapporto dettagliato", dice Fabio Pressi, responsabile marketing Infoblu. "Adesso il navigatore, con il nostro servizio dice quanti minuti di ritardo ci sono sul normale tempo di percorrenza, solo tenendo conto di eventi eccezionali come un incidente. Con un canale più largo, potrebbe anche calcolare i tempi in base semplicemente al numero di auto presenti sul tratto stradale". E di conseguenza dire in tempo reale e in qualsiasi circostanza qual è la strada più sgombra. "Lavoriamo quindi per poter usare altri canali, come la radio digitale o l’Umts della rete mobile", continua. Un’alternativa potrebbe essere il canale satellitare: a marzo Eutelsat ha mandato in orbita il primo satellite europeo utile a tal scopo. Utilizza la banda ’s’, su cui offrire vari servizi, a partire dal traffico. E non solo: se c’è un incendio o un incidente vicino, il satellite lo sa e può avvisare tutte le auto o i cellulari nei dintorni. Se l’auto finisce in un burrone, ha un guasto, può mandare in automatico un allarme via canale satellitare e ottenere soccorso. Ovunque in Europa, anche dove manca la rete cellulare, perché il satellite copre tutto. Ovviamente serve che l’auto abbia un apparato apposito che comunichi con un centro di assistenza tramite satellite o via rete cellulare, ma è uno scenario vicino. Quello più lontano, ma tutt’altro che fantascientifico, è mettere in condizioni l’automobile di fare davvero tutto da sola, con un intervento minimo del conducente. Auto cioè con un pilota automatico computerizzato che, in collegamento costante con tutti i sensori sparsi sul territorio, ’decide’ da solo come evitare un ingorgo o un cantiere e così via. Di ritorno dal lago, la domenica sera, i milanesi non avranno più bisogno di chiedere se allo stadio c’è la partita, perché l’auto già lo saprà da sola e nel caso farà un altro percorso; e in giro per la città, ai romani non capiterà più di trovare un quartiere chiuso perché c’è un corteo, o una visita di un capo di Stato estero, o un’uscita del papa. E così via: è questo il futuro, neanche tanto lontano, dell’infomobilità.