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 2009  giugno 10 Mercoledì calendario

PUNTI VENDITA AUTOMATICI - MONICA PICCINI PER VOCE ARANCIO


Piante e fiori, calze, pizze, ricariche telefoniche, scarpe basse per il dopo discoteca, ma anche sex toys, aragoste e insetti vivi, come accade in Giappone, il paese con il più alto numero di distributori automatici.

Nel mondo ci sono oltre 23 milioni di distributori automatici, così ripartiti: dieci in Europa, sei negli Stati Uniti e 5,4 milioni nel solo Giappone (1 ogni 23 abitanti).

In Italia, maggior produttore europeo e principale esportatore, i primi distributori sono comparsi a Milano nel 1946. Vendevano Coca Cola.

Attualmente nel nostro paese c’è un dispenser automatico ogni 29 abitanti. Venti milioni di italiani comprano abitualmente un prodotto alle macchinette self service.

Negli aeroporti di Roma stanno nascendo i primi chioschi automatici di fiori, riforniti di piante e bouquet di fiori che costano dai 7 ai 20 euro.

Secondo uno studio di settore di Confida, l’associazione italiana distribuzione automatica (wwww.confida.com) il mercato dei distributori self service nel nostro paese è aumentato, dal 2007 al 2008, dell’8,42% passando da circa 2 milioni e 100 mila circa a 2 milioni e 300 mila.

In aumento, secondo una stima, anche le consumazioni totali: dal 2005 a oggi sono cresciute più del 10% toccando quota 6,3 miliardi di prodotti venduti.

In ascesa anche l’occupazione nel settore, con 34 mila addetti nel 2007 (più 4mila unità negli ultimi due anni).

L’investimento per un imprenditore che voglia entrare sul mercato va da 25mila a 70mila euro, a seconda della tipologia: dai minimarket alle vetrine automatiche, dai chioschi ai singoli distributori.

Un distributore automatico costa in media sui 4 mila euro, e necessita di almeno 3 anni di attività per lavorare a regime. La merce distribuita ha un costo variabile tra il 30 e il 60% del prezzo finale di vendita, e i ricavi sui prodotti alimentari spaziano da un minimo di 30 centesimi per un caffé ai 90 centesimi di un gelato.

Diffuso inizialmente nei luoghi di lavoro come uffici e fabbriche (90%) il vending – come si chiama il settore, da vending machines - è da qualche anno la nuova frontiera dello shopping a basso costo: senza personale né eccedenze di magazzino.

Sempre secondo i dati di Confida il 5,2% del mercato dei distributori automatici è presente in scuole e università, il 3,9% in ospedali e ministeri e solo uno 0,80% (anche se in forte crescita) in spazi pubblici come metropolitane, vie commerciali e aeroporti.

Il giro d’affari è tutt’altro che indifferente. Un negozio tipo può incassare tra i 400 e i 600 euro lordi al giorno, come afferma Giovanni Vicentin, titolare della Vde International srl e ideatore degli ”automatic free shop”, quattro a Roma e 80 in Italia. Considerati i 365 giorni di apertura all’anno si parla di un incasso di 114 mila euro all’anno, per un netto di almeno 2000 euro al mese.

E’ prevista a Bologna per fine anno l’apertura della prima trattoria interamente automatica. I 35 metri quadrati di Jak Fox saranno attrezzati con distributori automatici con tutto ciò che serve a un pasto completo, dalle posate ai tovaglioli, dai bicchieri alle pietanze calde come tortellini, lasagne e risotti, al costo medio di cinque euro.

Simile l’idea di Pane&Vino, un punto vendita automatico di vino sfuso, aperto con una prima postazione pilota a Milano. Si preleva la bottiglia vuota e si colloca nell’erogatore, scegliendo tra diversi tipi di vino rosso o bianco.
Let’s Pizza è il distributore automatico ideato dall’imprenditore di Rovereto Claudio Torghele, posizionato da meno di due mesi negli aeroporti di Milano Malpensa e Palermo (e testato all’Acquafan di Riccione). ”Mi sono inventato questo business – ci racconta lui – abbastanza casualmente agli inizi del 2000. Qualche anno prima avevo venduto la mia quota di un pastificio che insieme a altri soci avevo avviato a Los Angeles, in California. Avevo del tempo a disposizione e mi sono guardato un po’ in giro”. Studiando il mercato statunitense dei pasti self service Torghele ha cominciato a studiare il prototipo di un macchinario industriale che impastasse e cuocesse la pizza. Altro che riscaldare. ”Non è stato facile. Al momento i distributori Let’s Pizza in Italia sono venti, mentre sono già pronti i macchinari test per altri paesi nel mondo”. Pigiando un tasto il cliente può scegliere tra quattro differenti varietà di pizza (costo medio 4 euro): margherita, con verdure fresche, con il bacon e con il prosciutto crudo. La macchina impasta la farina con l’acqua, spiana la pasta, aggiunge pomodoro, mozzarella e gli altri ingredienti, infine cuoce la pizza in un forno a infrarossi e la serve su un apposito contenitore di cartone. Il tutto in 3 minuti.
Nel nostro paese da un anno è nata anche una catena in franchising di punti automatici. Si chiama Brekky e vi si può acquistare di tutto (fino a 500 prodotti), dagli snack ai surgelati, dai cerotti alle bibite fino ai generi di prima necessità, per mettere insieme un pasto completo anche quando i supermercati sono chiusi. Si paga in contanti, con bancomat o carta di credito.

Anche uno stilista del calibro di Roberto Cavalli ha optato per un distributore automatico - posizionato in una delle vetrine dello store Just Cavalli di Piazza di Spagna a Roma – per vendere 24ore su 24 le t-shirt ”Limited edition” da uomo o da donna, nere o bianche. Al costo di 50࿬ al pezzo.

Per ora è solo negli States. Ma la vending machine che commercia Ipod ha già fatto la sua comparsa tra i negozi dell’aeroporto di Atlanta. E quando rimane a corto di merce, lo comunica al magazzino aziendale via Gprs.

Sono posizionati nei bagni dei locali pubblici e offrono riservatezza ai timidi che non hanno il coraggio di entrare in un sexy shop. I distributori automatici di gadget erotici a Londra propongono mini-vibratori e molto altro ancora a un prezzo medio di 7 euro.

Sono 25 i titoli di libri proposti dai distributori automatici nelle metropolitane francesi dall’editore Maxilivres. Dotati di un braccio meccanico che deposita i volumi anziché farli cadere, propongono volumi monoprezzo a due euro.